CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
La prima pagina di Repubblica in edicola il 12 dicembre 2025
Vertenze 12 Dic 2025

Repubblica, giornalisti in sciopero: «Combatteremo con ogni strumento a nostra disposizione». La Fnsi al fianco dei colleghi

Il quotidiano non sarà in edicola sabato 13 dicembre 2025 e il sito non sarà aggiornato dalle 7 di venerdì fino alle 7 di sabato. A Torino Silvia Garbarino, segretaria dell'Associazione Stampa Subalpina, ha incontrato a Palazzo Civico il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, e il sindaco, Stefano Lo Russo: «La vicinanza delle istituzioni ci rassicura». La solidarietà ai colleghi da parte delle Associazioni regionali di stampa e dei Cdr di quotidiani, agenzie e reti televisive.

«L'assemblea delle giornaliste e giornalisti di Repubblica, insieme alle lavoratrici e ai lavoratori degli altri settori, ha preso atto con profondo sconcerto dell'annuncio della proprietà della svendita di quel che resta del nostro gruppo editoriale, che in questi anni è stato smantellato pezzo dopo pezzo dall'attuale editore, John Elkann. L'assemblea ha decretato lo stato di agitazione permanente con la sospensione immediata della partecipazione a tutte le iniziative editoriali speciali e ha consegnato al comitato di redazione e alla RSU un primo pacchetto di cinque giorni di sciopero: per venerdì 12 abbiamo indetto il primo. Il giornale non sarà in edicola sabato 13 dicembre e il sito non sarà aggiornato dalle 7 di venerdì fino alle 7 di sabato». Lo si legge in un comunicato diffuso dall’assemblea di Repubblica giovedì 11 dicembre 2025.

«Siamo pronti – proseguono i giornalisti del quotidiano fondato da Eugenio Scalfari - a una stagione di lotta dura a tutela del perimetro delle lavoratrici e dei lavoratori e dell’identità del nostro giornale a fronte della cessione ad un gruppo straniero, senza alcuna esperienza nel già difficile panorama editoriale italiano e il cui progetto industriale è al momento sconosciuto. Per questo riteniamo intanto indispensabile che i vertici di Gedi mettano immediatamente sul tavolo delle trattative con l'acquirente garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali e sulla salvaguardia dell'identità politico-culturale di un giornale come Repubblica, che costituisce dalla sua fondazione, 50 anni fa, un pezzo della storia e della politica nazionale. Ci impegniamo fin da oggi a combattere con ogni strumento a nostra disposizione per la difesa di queste garanzie democratiche fondamentali per l'intero Paese. In ballo non c'è un semplice marchio, ma la sopravvivenza stessa di un pensiero critico. Per questo - concludono - faremo appello a tutte le forze sociali, politiche, sindacali e istituzionali oltre che alla comunità dei lettori per avere il loro sostegno nella battaglia che ci attende».

Anche le Rsu GnnRep «aderiscono allo stato di agitazione promosso dalle giornaliste e dai giornalisti affiancandosi a loro nelle azioni che verranno messe in campo al fine di garantire la tutela del perimetro occupazionale e preservare l'identità del nostro giornale».

La Federazione nazionale della Stampa italiana si schiera al fianco dei colleghi di Repubblica in sciopero.

L'Associazione siciliana della stampa alle 12 del 12 dicembre sarà in piazza Indipendenza, davanti la sede della Presidenza della Regione, «per sostenere i colleghi di Repubblica, e più in generale tutti i giornalisti del gruppo Gedi, che a livello nazionale stanno scioperando in seguito alla vendita della testata a un gruppo straniero. Alla base della protesta c'è in particolare l'assenza di un piano editoriale da parte di un gruppo che non ha alcuna esperienza in questo campo, ma soprattutto la mancata previsione di una clausola di salvaguardia per i lavoratori». L’Assostampa conclude: «Saranno presenti, tra gli altri, il segretario provinciale di Palermo, Gianluca Caltanissetta, il vice segretario regionale Roberto Leone, e il consigliere nazionale FNSI Giancarlo Macaluso».

Anche L'Associazione Ligure dei Giornalisti e l'Ordine dei Giornalisti della Liguria sono «al fianco dei colleghi di Repubblica oggi in sciopero. Lo smantellamento definitivo del gruppo Gedi, che coinvolge anche La Stampa con la redazione che in assemblea permanente ieri non ha fatto uscire il giornale in edicola, è un'operazione inquietante e inaccettabile sulla quale è necessario quanto prima fare chiarezza a partire da immediate garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali in caso di cessione».

L'Associazione Stampa Romana esprime »piena solidarietà ai colleghi di Repubblica oggi in sciopero per la sempre più sconcertante vicenda della cessione del gruppo Gedi, un'operazione che appare sempre di più  come la fuga precipitosa di una proprietà incapace in questi anni di gestire e mettere a frutto un inestimabile patrimonio di professionalità e di valori ideali ed editoriali e ora decisa a vendere, senza le indispensabili garanzie,  testate che hanno scandito la storia di questo paese, animato il confronto democratico. Stampa Romana sarà accanto ai colleghi di Repubblica e del gruppo Gedi, in tutte le iniziative che saranno intraprese».

Silvia Garbarino, segretaria dell'Associazione Stampa Subalpina, ha incontrato a Palazzo Civico con il presidente del Piemonte, Alberto Cirio, e il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo, sulla trattativa tra Gedi e Antenna Group. «Sentire fin da subito – commenta - la vicinanza delle istituzioni del territorio, Regione Piemonte e Comune di Torino, per cercare di agire al meglio nella tutela di tutti i posti di lavoro e dell'indipendenza delle testate ci rassicura sui prossimi passi da  compiere».

Ai colleghi di Repubblica arriva la vicinanza anche delle giornaliste e dei giornalisti della Stampa, sottolineando che «l'annunciata cessione di tutto il gruppo Gedi da parte dell'editore» è «una emergenza che unisce tutti coloro che in questi anni hanno lavorato con impegno e passione nelle diverse testate del gruppo per assicurare ai lettori e agli ascoltatori una informazione libera, equilibrata e indipendente.  L'assemblea della Stampa, che mercoledì ha bloccato l'uscita del giornale e che ieri ha dichiarato lo stato di agitazione permanente, il blocco delle iniziative speciali e consegnato al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero, è pronta a mettere in campo ulteriori e immediate azioni di protesta, in coordinamento con i colleghi del gruppo, se nei prossimi giorni non arriveranno dall'azienda le informazioni e le garanzie richieste».

Le giornaliste e i giornalisti del Tg3 «esprimono solidarietà nei confronti dei colleghi di Repubblica che hanno dichiarato mobilitazione permanente e oggi scioperano per difendere la linea editoriale, l'identità e il posto di lavoro, di fronte alla trattativa di Exor per la cessione del gruppo Gedi al magnate greco Theodore Kyriakou. Riteniamo che Repubblica, così come La Stampa, rappresentino un patrimonio editoriale e un presidio di democrazia per il Paese. Da preservare come tale nella sua identità e forza professionale».

Anche il Cdr del Corriere della Sera esprime «solidarietà alle colleghe e ai colleghi de La Repubblica e La Stampa che sono in stato di agitazione dopo l'annuncio della vendita delle testate del Gruppo Gedi. Condividiamo la forte preoccupazione per ciò che sta avvenendo, per le modalità con le quali le redazioni sono state informate della vendita e stigmatizziamo la scelta dell'editore di non esplicitare il progetto industriale in questi mesi». Il Cdr del Corriere della Sera conclude: «Ribadiamo quindi il nostro sostegno alle colleghe e ai colleghi, certi che solo una stampa libera e plurale possa continuare a garantire ai lettori il diritto fondamentale a un'informazione realmente al servizio della collettività».

Solidarietà ai colleghi del gruppo Gedi anche da parte dell’assemblea delle giornaliste e dei giornalisti di Domani «per la sconcertante vicenda sulle modalità di cessione delle redazioni a un investitore straniero. La storia delle testate del gruppo, formato da persone ancor prima che giornaliste e giornalisti validi, non merita l’atteggiamento insultante di una proprietà che, dopo aver negato per mesi l’intenzione di vendere, informa i dipendenti a cose fatte. Un patrimonio che ora rischia di essere tradito da un futuro senza nessuna certezza, visto che non è chiaro quali possano essere le garanzie fornite dal compratore su livelli occupazionali e linea editoriale». I giornalisti di Domani concludono: «Una scelta inaccettabile da parte di un editore che da questo paese – e dalle aziende che ha avuto la fortuna di ereditare – ha avuto e preso molto più di quanto abbia saputo restituire».

I Cdr di Mediaset seguono «con preoccupazione una vicenda che coinvolge il futuro di importanti realtà dell’informazione italiana e le modalità con cui le redazioni sono state informate. In una fase già complessa per il settore, riteniamo fondamentale che l’indipendenza editoriale, la qualità del lavoro giornalistico e il pluralismo non vengano messi in secondo piano rispetto a logiche finanziarie. I Cdr di Mediaset sono al fianco delle colleghe e dei colleghi in protesta, nella convinzione che una stampa libera e autorevole sia un presidio indispensabile della democrazia».

Esprime vicinanza ai colleghi di Repubblica e Stampa anche il Coordinamento dei Cdr delle agenzie di stampa: «Riteniamo necessario vengano tutelate la stabilità occupazionale dei colleghi e l'identità culturale delle testate, autorevoli protagoniste del dibattito politico e sociale del Paese».

Il Cdr de La7 esprime «solidarietà nei confronti dei colleghi di Repubblica, in mobilitazione permanente e oggi in sciopero per difendere la linea editoriale, la dignità professionale e il posto di lavoro. La trattativa per la cessione del gruppo Gedi al magnate greco Theodore Kyriakou apre scenari preoccupanti per un patrimonio editoriale e informativo come Repubblica, La Stampa e le radio del gruppo, vero presidio di democrazia nell’Italia degli ultimi 50 anni».

Anche il Comitato di redazione de l’Espresso è al fianco dei colleghi: «Dopo la svendita de L’Espresso nel 2022 e la dismissione pezzo a pezzo di quella che era una preziosa rete di giornali locali diffusa in tutto il territorio, oggi si arriva alla cessione a un soggetto straniero, senza prospettive né garanzie per chi ci lavora, di tutte le attività editoriali che fanno capo a Exor tramite Gedi: i quotidiani Repubblica, Stampa, il sito HuffPost, e le radio Deejay e Capital. Un insieme di professionalità che rappresentano un valore insostituibile per l’intero Paese, di cui hanno raccontato e fatto la storia, e un presidio fondamentale della democrazia. Perché i giornali non sono merce qualsiasi, sono un pezzo del nostro patrimonio comune». (anc)

@fnsisocial

Articoli correlati