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Associazioni 27 Nov 2008

Ristrutturazione all’Ansa: per Genova e la Liguria futuro incerto Tagli all’organico, emarginazione dell’informazione regionale

Il piano di ristrutturazione ridurrà le potenzialità informative, gli spazi e la qualità, con la redazione genovese nelle condizioni di non potere più rispondere al servizio che svolge per lettori, istituzioni e anche e soprattutto per gli editori-soci dell’agenzia. Questi ultimi non si rendono conto che con i tagli all’Ansa, riducono anche uno dei canali di informazione delle proprie testate

Il piano di ristrutturazione ridurrà le potenzialità informative, gli spazi e la qualità, con la redazione genovese nelle condizioni di non potere più rispondere al servizio che svolge per lettori, istituzioni e anche e soprattutto per gli editori-soci dell’agenzia. Questi ultimi non si rendono conto che con i tagli all’Ansa, riducono anche uno dei canali di informazione delle proprie testate

E’ ben curioso il modello riorganizzativo e di rilancio applicato da molti editori: tagliare solo il costo del lavoro, espellere i colleghi più “anziani”, gettare via il bambino (la qualità e il patrimonio professionale) con l’acqua sporca (problemi reali che potrebbero essere risolti con soluzioni diverse dal solo e semplice taglio di organico). A questo logica non sfugge il piano di riorganizzazione presentato dall’Ansa, la più grande e storica agenzia di stampa italiana che, dopo avere ridotto di una sessantina di unità la propria forza redazionale, riduce ulteriormente la propria presenza e livello di informazione. Genova e la Liguria sono pesantemente penalizzate da queste scelte: la redazione di Genova scenderà da cinque unità più un part time, a quattro redattori più un part time, dovendo continuare a coprire l’arco informativo delle 24 ore con notizie reali. Non certo con il sistema delle repliche così in voga in molta finta emittenza televisiva locale “all news”. La riduzione di organico è solo apparentemente “lieve”, rispetto a una regione che produce una quantità considerevole di notizie e che ha rapporti istituzionali importanti e finirà con il collocare l’Ansa in una posizione marginale rispetto altre realtà o, peggio, lasciare spazio a forme di informazione di simil-agenzia, certamente non qualificate come l’Ansa e tantomeno rispettose nella loro organizzazione di regole, di diritti e di doveri dei giornalisti che vi lavorano. Stupisce, se ancora è possibile stupirsi, che gli editori procedano solo ai tagli senza preoccuparsi della qualità e, nel caso dell’Ansa quali soci-editori, procedano a una ristrutturazione generale e in sede ligure che comporterà una sorta di taglio alle proprie testate, alle proprie edizioni web, radiotelevisive che fruiscono nell’arco della giornata delle segnalazioni o servizi dell’Ansa. Nell’informazione la qualità, alla lunga, ha sempre pagato: ha un senso ridurla, dare un giro al rubinetto dell’informazione e del servizio dell’informazione? E’ sensato, editorialmente parlando, da un lato essere soci di una realtà come l’Ansa, pretendere servizi e informazioni e dall’altro affrontare i problemi con i tagli o, peggio, come se fosse un’azienda concorrente? “Lo dice l’Ansa”, si esclamava un tempo nelle redazioni leggendo di un fatto che ancora non si conosceva oppure verificatosi lontano centinaia di chilometri. Era, quel “lo dice l’Ansa” una patente di credibilità. Oggi ai colleghi dell’Ansa e della redazione di Genova, questa patente rischia di essere revocata o limitata con un solo unico risultato: meno informazione, meno qualità, meno servizi. E, per la Liguria, meno visibilità.

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