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Due nuovi casi di aggressione a giornalisti sportivi a Roma e Reggio Calabria
Associazioni 22 Feb 2018

Roma e Reggio Calabria, due nuovi casi di aggressione a giornalisti sportivi. La solidarietà  del sindacato

Nella Capitale Veronica Casarin, addetta stampa del CreCas, è stata apostrofata con epiteti sessisti e ingiuriosi per aver cercato di sedare animi surriscaldati. In Calabria, ignoti hanno danneggiato l'automobile di Gianni Baccellieri, cronista sportivo di Radio Antenna Febe.

Due nuovi casi in poche ore di minacce e intimidazioni ai danni di giornalisti sportivi. Il primo episodio arriva da Roma, dove Veronica Casarin, addetta stampa del CreCas, ha avuto la sfortuna di imbattersi in un tifoso dell'Atletico Vescovio troppo su di giri.

Questo tifoso, spiega una nota del segretario dell'Associazione Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo, «la ha apostrofata domenica scorsa su un campo della Capitale con epiteti sessisti e ingiuriosi per l'unica colpa di aver cercato di sedare animi surriscaldati. Le scuse del presidente dell'Atletico Vescovio non possono cancellare l'episodio increscioso. La solidarietà di Stampa Romana a Veronica Casarin».

Il secondo episodio si è verificato nei giorni scorsi, ma si è appreso solo oggi da una nota congiunta di solidarietà dell'Ordine dei giornalisti, del sindacato e dell'Ussi (Unione Stampa Sportiva Italiana) della Calabria.

Vittima: Gianni Baccellieri, giornalista sportivo che lavora a Radio Antenna Febe, la cui automobile è stata danneggiata con il taglio degli pneumatici e la rottura dei finestrini.

«La vile intimidazione a Gianni Baccellieri, in pieno giorno – scrivono i rappresentanti dei giornalisti della regione – è l'ennesima dimostrazione di quanto sia sempre più difficile svolgere serenamente il lavoro di cronista nella nostra città. Nell'esprimere solidarietà e vicinanza a Gianni Baccellieri, sottolineiamo la preoccupazione della categoria e invitiamo le Forze dell'Ordine ad individuare i responsabili di tale insopportabile gesto che non colpisce soltanto Gianni Baccellieri, ma la stessa libertà di informazione»

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