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Cdr 15 Feb 2006

Spariscono le email dalla casella di posta di un collega del Cdr de Il Gazzettino. Intanto il tribunale conferma il sequestro del pacchetto azionario contestato dal gruppo Benetton

Il Cdr chiede spiegazioni all'azienda ed illustra la propria posizione in una lettera ai colleghi

Il Cdr chiede spiegazioni all'azienda ed illustra la propria posizione in una lettera ai colleghi


Venezia, 13 febbraio 2006 Cari colleghi, il Cdr ha appena scritto agli azionisti della Sep e al Presidente Bertolissi a fronte della grave situazione del giornale. Abbiamo chiesto, in particolare, dati sulle vendite in edicola del Gazzettino e sulla raccolta pubblicitaria, parametri fondamentali per garantire il presente ed il futuro di un quotidiano. Abbiamo poi sottolineato l’assenza di interlocutori e la sistematica esclusione della redazione da decisioni operative, spesso strutturali. Nel frattempo Azienda e Direzione continuano a negare informazioni, risposte, confronti, come dimostrano anche i fatti più recenti. EDIZIONI FRIULANE – Sembra incredibile, ma sono tornati i nefasti “accorpamenti”. Senza nemmeno lo straccio di una comunicazione alle redazioni interessate (!), né tantomeno al Cdr, le due edizioni sono state di nuovo assemblate. Addirittura i timoni delle edizioni sono stati stravolti a metà pomeriggio senza nemmeno una telefonata in redazione (pensate la programmazione che c’è dietro questa trovata). Dopo la nostra protesta il Direttore ci ha mandato 6,5 righe di un’approssimativa comunicazione. Nessuna informazione, peraltro, sul caso Trieste, dove prima Il Gazzettino è stato regalato in mezzo alla strada come allegato di un gratuito (!) e poi venduto a 10 centesimi di euro (poi magari ci diranno che le vendite sono aumentate…). TECNOLOGIE – Fax, stampanti, fotocopiatrici, lettori di floppy e di cd: ormai è quotidiano il percorso a ostacoli dei giornalisti costretti a lavorare in condizioni spesso vergognose. Per non parlare della lentezza del sistema e del “piacere” del continuo “spegni-accendi” per far ripartire il computer. Non ci sono risposte operative. Il motivo? Non lo conosciamo. Speriamo non sia il tentativo di imporci il controllo a distanza del nostro lavoro, in violazioni della legislazione esistente, come unica soluzione praticabile. E’ evidente che non si accettano ricatti. Nel frattempo siamo ancora in attesa delle risposte ai quesiti posti all’Azienda sul cosiddetto modulo software. L’Azienda aveva garantito per iscritto mesi fa che avrebbe fornito le risposte dovute. Chi le ha viste? MAIL SPARITE – Dalla casella di posta elettronica aziendale di un collega del Cdr sono sparite tra il 18 e il 19 gennaio scorso trenta-quaranta e-mail, cioè l’intera voce "posta in arrivo". Molte avevano contenuto sindacale. Di tutte non risulta traccia nemmeno alla voce "poste eliminata". Il grave fatto è stato segnalato all’Azienda il giorno stesso, con richiesta formale di spiegazioni. Ad oggi nessuna risposta. In questa analisi ci stiamo limitando agli ultimi eclatanti episodi. Ma le questioni irrisolte, come ben sapete, sono molteplici e gravi, a partire dalle mancate coperture di malattie lunghe o concomitanti (vedi Rovigo e Treviso). A fronte di una situazione complessiva ormai insostenibile diverse redazioni ci hanno sollecitato un’azione di protesta: è evidente che ci sono tutte le condizioni per dar corso a iniziative “forti”. Il Cdr certo non le esclude, ma ritiene prioritariamente necessario mettere gli azionisti al corrente nel dettaglio della situazione, anche per sgombrare il campo da letture fuorvianti delle posizioni dei giornalisti. BUSTE PAGA – Gli stipendi continuano a riservare spiacevoli sorprese: colleghi che hanno usufruito della Rs domenica 1 gennaio si sono visti scalare due giorni di riposo. Fare un giorno di riposo e vedersene defalcare due: ovviamente l’Azienda dovrà porre riparo a tale ennesimo errore (se tale è). Ma ad oggi non abbiamo ancora ricevuto alcuna comunicazione in merito. BELLUNO – La collega Federica Bellicanta ha dato le dimissioni. La sua posizione è coperta fino al 27 marzo da Elisabetta Gavaz. Nella stessa redazione di Belluno la collega disoccupata Maria Zampieri ha preso servizio fino al 30 dicembre 2006 in seguito al passaggio di Nicola Scopelliti a Conegliano. CONTRATTO NAZIONALE – A un anno dalla scadenza del Contratto la Fieg si rifiuta di aprire il tavolo di trattativa. La Fnsi ha un pacchetto di ulteriori 7 giorni di sciopero. Ricordiamo che gli eventuali scioperi (disgiunti tra carta stampata e tv) saranno proclamati senza preavviso nel tardo pomeriggio del giorno precedente. Cordiali saluti IL COMITATO DI REDAZIONE stasera si è appreso da un lancio dell'Ansa che il tribunale ha confermato il sequestro cautelare del pacchetto di azioni della Sep contestate dal gruppo Benetton. Una decisione che potrebbe mettere fuori gioco nella battaglia per il controllo del quotidiano il gruppo Caltagirone. Pubblichiamo la nota dell'ansa del 15 febbraio 2006. "E stata riesaminata tutta la vicenda e gli atti hanno portato all'ordinanza che conferma, anche in appello, di dover provvedere al sequestro cautelare di parte delle azioni di Sep, società editrice del Gazzettino». Lo ha detto la giudice del Tribunale civile di Venezia Antonella Magaraggia sul documento depositato oggi e che conferma gli atti del giudice Roberto Simone che per primo aveva deciso il sequestro cautelare del 57% delle azioni. Il dispositivo firmato dalla giudice Magaraggia «rigetta i reclami proposti e conferma l'ordinanza impugnata», questo perché «si è violata la clausola statutaria, ma le azioni sono ancora intestate ai venditori e la prelazione può essere esercitata, con l'ottenimento del risultato sperato e cioè l'acquisto delle stesse» da parte di Francesco Gaetano Caltagirone «dal che, evidentemente, deriva l'opportunità di cristallizzare la situazione in attesa dell'esito del giudizio in merito». «Un'ultima osservazione - recita l'ordinanza - va fatta in relazione al numero di azioni sequestrate». «Il provvedimento reclamato - aggiunge - va confermato anche sul punto in quanto il collegio ritiene che i soci» Edizione Holding «vantino una legittima aspettativa di poter esercitare il diritto d'opzione su tutte le azioni messe in vendita». «Ogni limitazione dell'oggetto della misura cautelare - conclude la giudice Magaraggia - si rivelerebbe incongrua» con l'opportunità di congelare lo stato delle cose.

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