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Freelance 16 Gen 2011

Vita da freelance, una testimonianza concreta riportata dall'inviato dell'Ansa al XXVI Congresso della Fnsi tenutosi a Bergamo Paola Vescovi, Consigliere nazionale del Veneto: "Doveva essere flessibilità non precarietà"

''Ogni mattina mi sveglio alle 8, guardo le notizie su Internet, prendo la mia macchinina e vado a caccia di notizie. Sono contenta. E' da bambina che volevo fare la giornalista sul campo. Poi a sera arriva lo sconforto. Con pochi euro a pezzo, non so mai quello che mi mettero' in tasca. Non doveva andare cosi'. Doveva essere flessibilita', non precarieta'. Invece ci siamo impantanati. Se non vogliono assumerci, allora ci diano paghe adeguate. Cosa dobbiamo fare di piu?''. Paola Vescovi, 30 anni, veneziana, volto sorridente e un po' timido, e' al Congresso della Fnsi come delegata per i precari.

''Ogni mattina mi sveglio alle 8, guardo le notizie su Internet, prendo la mia macchinina e vado a caccia di notizie. Sono contenta. E' da bambina che volevo fare la giornalista sul campo. Poi a sera arriva lo sconforto. Con pochi euro a pezzo, non so mai quello che mi mettero' in tasca. Non doveva andare cosi'. Doveva essere flessibilita', non precarieta'. Invece ci siamo impantanati. Se non vogliono assumerci, allora ci diano paghe adeguate. Cosa dobbiamo fare di piu?''. Paola Vescovi, 30 anni, veneziana, volto sorridente e un po' timido, e' al Congresso della Fnsi come delegata per i precari.

(dell'inviato Michele Cassano) (ANSA) - BERGAMO, 13 GEN - Tra i pochi giovani presenti, prende coraggio e sale sul palco di Bergamo, per lanciare la sua sfida. ''Il direttore generale della Fieg ieri ci ha detto che dobbiamo essere duttili. Noi siamo gia' duttili ma, nonostante cio', veniamo pagati cinque euro lordi a pezzo. Lo dicano questo ai loro figli. Cosa risponderebbero se chiedesser ''Babbo, perche' gli editori pagano cosi' poco?''. Parte qualche applauso, ma la sala e' mezza vuota. E Paola ne ha anche per i colleghi. ''Ieri che si discuteva di statuto e bisognava votare la sala era piena, oggi invece che dovremmo occuparci di noi, e parlare dei precari va anche di moda, non c'e' nessuno. Le parole pero' non servono piu', servono i fatti. Noi vogliamo il cambiamento, allora facciamolo. Spero che questa sia la volta buona''. Paola scende dal palco, riceve qualche complimento. Sorride, ma negli occhi si puo' cogliere il timore che esporsi nella sua condizione possa costare caro. Laureata in lettere, e' precaria da quasi sei anni, ma tiene duro. ''L'assunzione e' una chimera, ma vado avanti. Mi piace scrivere, mi piace raccontare le cose alle gente. Certo, non voglio arrivare cosi' a quaranta anni. Ci sara' un momento in cui dovro' chiedermi: e adesso? Allora forse sara' costretta a rinunciare ai miei sogni e a fare un passo indietro''. Paola vive da sola, una casa in affitto, con la difficolta' di arrivare a fine mese. ''Finora non ho pensato a fare un figlio, ma mi pongo la domanda. Come posso tutelare un'altra persona se gia' io sono in questa condizione? Piangersi addosso pero' non serve a niente. Occorre mettersi in gioco, contribuire a capire come si risolvono i problemi. Senza creare muri, neanche davanti a chi sta dall'altra parte''. (ANSA).  

@fnsisocial

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