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LIBRO BIANCO sul LAVORO NERO - Storie di violazioni e soprusi nel mondo dell'informazione

A cura di Renzo Santelli

Con contributi di: Lucia Annunziata, Oliviero Beha, Giorgio Bocca, Sandro Curzi, Massimo Fini, Milena Gabanelli, Giovanni Valentini, Bruno Vespa… Prefazione di Paolo Serventi Longhi

I giornalisti professionisti contrattualizzati sono circa 12.000 mentre chi svolge attività giornalistica senza un contratto di lavoro a tempo indeterminato o determinato sono oltre 20.000. Insomma chi svolge attività di informazione nel nostro Paese sono circa 30.000 persone, un terzo delle quali solo con un contratto di riferimento professionale a tempo indeterminato. Il resto è fatto di collaboratori, precari e coloro i quali anche senza avere il requisito professionale adatto a svolgere questo mestiere, nei fatti lo svolge. Molte, troppe, nuove iniziative editoriali (quelle free-press, quelle on line o semplici "panini") sono il ricettacolo di collaboratori, giovani in cerca di accedere alla professione giornalistica attraverso le più strane ed incredibili scorciatoie. Che spesso però si materializzano solo come grandi illusioni per chi ci lavora ma come un grande affare per chi alimenta queste speranze.
Ecco le cifre che ci vengono offerte dall'Istituto nazionale di previdenza giornalistica, Inpgi: secondo i dati del bilancio consuntivo 2005 il totale degli iscritti alla gestione separata sono 21.171. Il grosso degli iscritti è concentrato nella fascia di età che va dai 30 ai 45 anni (14.780) mentre coloro i quali vanno da 45 ai 60 anni di età sono 5.633. Gli iscritti over sessanta sono, invece, solo 758.
Già da questi primi dati si capisce come la gestione separata sia un fenomeno per lo più dei giovani e in particolare, lo vedremo, di coloro che svolgono attività giornalistiche senza particolari tutele. Infatti gli iscritti alla gestione separata e a quella principale sono solo 7.224 dei quali 333 non hanno avuto alcuna retribuzione, 175 risultano in pensione e 4.901 hanno una posizione contributiva attiva ma 1.815 di questi non hanno avuto alcun rapporto di lavoro nel 2005.
Dei quasi 15.000 iscritti alla sola gestione separata ben 8.189 non raggiungono la soglia dei 5mila euro lordi all'anno mentre i residui 7.539 hanno redditi superiori fino a 150mila euro. C'è da notare, però, che solo 466 giornalisti spaziano da 50mila a 150mila euro. Il resto (7.073) ha un reddito mensile lordo medio che sfiora i 7000 euro (2.372), i 2mila euro (3.316) e i 4mila (1.385).
Per il resto è lavoro nero, ovviamente sfruttato, e in alcuni casi mai pagato.

Per l’acquisto del libro rivolgersi al Centro di Documentazione Giornalistica- € 18,00
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