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Agenzia Dire, dopo i licenziamenti sospesi 17 giornalisti
Vertenze 02 Gen 2024

Agenzia Dire, dopo i licenziamenti sospesi 17 giornalisti. Fnsi: «Situazione drammatica, paradossale e illegale»

L'assemblea dei redattori: «La comunicazione è arrivata via mail nella notte di Capodanno. I colleghi sospesi saranno nei prossimi giorni regolarmente al loro posto di lavoro». L'editore Stefano Valore: «Ci siamo ritrovati senza il contratto per il 2024 con Palazzo Chigi nel pomeriggio del 29 dicembre, dalle istituzioni nessuna risposta». La replica del Die: «Sospensione del pagamento dei compensi 2023 atto dovuto, abbiamo mantenuto con l'editore continue interlocuzioni anche negli ultimi giorni dell'anno».

«Dopo i 14 licenziamenti immotivati e illegittimi, di cui il Cdr e l'assemblea dei redattori della Dire continuano a chiedere il ritiro immediato, nella notte del 31 dicembre, alle ore 22, l'amministrazione della società editrice Com.e ha comunicato tramite mail a 17 giornalisti della sede di Roma la sospensione dal lavoro con effetto immediato e senza retribuzione». Lo rende noto in un comunicato diffuso il 2 gennaio 2023 l’assemblea dei redattori dell’Agenzia Dire.

«Un atto gravissimo - continua la nota - e senza alcun precedente e fondamento giuridico, oltre che assurdo per tempi e modi. È giusto ricordare che due giorni fa il governo ha sospeso in modo improvviso e dirompente i fondi del Dipartimento per l'Editoria facendo seguito al fermo giudiziario amministrativo disposto dal Ministero dell'istruzione e del Merito nei confronti della Com.e, in riferimento alla vicenda giudiziaria che investe la precedente proprietà».

Il comunicato sottolinea poi come non possano essere «i lavoratori della Dire a pagare gli errori delle proprietà che si sono succedute negli ultimi anni. I giornalisti sospesi saranno nei prossimi giorni regolarmente al loro posto di lavoro come è giusto che sia. L'assemblea, infine, conferma le due giornate di sciopero indette per il 4 e l'8 gennaio affinché la proprietà ritiri tutti i licenziamenti».

L'editore dell'agenzia Dire, Stefano Valore, ha a sua volta diffuso una nota: «Nel pomeriggio del 29 dicembre, a poche ore dall'avvio della nuova procedura negoziata per l'acquisto dei servizi giornalistici dell'agenzia Dire da parte del Dipartimento Editoria di Palazzo Chigi, ci siamo ritrovati senza il nuovo contratto che doveva partire il primo gennaio 2024. Tutta l'azienda si è attivata in ogni sede per una soluzione. Purtroppo nessun interlocutore istituzionale ha risposto, forse a causa delle festività. Non avendo quindi ottenuto né supporto né risposte siamo stati costretti a sospendere temporaneamente 17 giornalisti».

Il Dipartimento per l’Informazione e l’editoria ha risposto che «in presenza di un provvedimento di fermo amministrativo adottato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito» la sospensione del pagamento dei compensi 2023 nonché l’accesso alla nuova procedura negoziata relativa all’elenco di rilevanza nazionale è stata «un atto dovuto. Occorre, pertanto, respingere ogni tentativo di motivare diversamente la necessaria azione amministrativa del Dipartimento, che ha mantenuto con l’editore continue interlocuzioni anche negli ultimi giorni dell’anno». Il Die esprime, infine, «forte preoccupazione per le conseguenze occupazionali e industriali della vicenda e auspica che al più presto la situazione possa risolversi».

La Fnsi «esprime preoccupazione per la situazione drammatica, paradossale e illegale che stanno vivendo i giornalisti della Dire. L'editore dell'agenzia di stampa, infatti, nella serata del 31 dicembre ha comunicato a 17 di loro la sospensione dal lavoro con effetto immediato e senza retribuzione motivando tale decisione come risposta al congelamento dei fondi da parte del Dipartimento dell'editoria. Si tratta - sottolinea la Federazione della stampa italiana - di un atto fuori da ogni regola, che non ha precedenti nel settore dell'editoria e in tutto il mondo del lavoro italiano».

La nota della Federazione continua: «Dopo i 14 licenziamenti, si ribadisce immotivati e illegittimi, che hanno colpito la redazione a fine dicembre, ora l'azienda continua a vessare i dipendenti con atti di forza ingiustificati. I sindacati, in sede di trattativa, hanno sempre cercato di condividere soluzioni per uscire da questa situazione di crisi, però ora, con questa gestione sconclusionata, si rischia di mettere a rischio tutta la redazione e il futuro di un'importante realtà come la Dire. La Fnsi si affianca quindi ai giornalisti che chiedono alla politica e alle istituzioni di tenere alta l'attenzione su questa vicenda e di intervenire il prima possibile in maniera decisa, perché i lavoratori non possono essere i soli a pagare di errori commessi dall'attuale e dalla precedente gestione. I giornalisti sospesi, oggi si sono regolarmente presentati al lavoro, sono affiancati dai legali del sindacato e saranno difesi in ogni luogo da parte della Fnsi e dalle associazioni regionali di stampa». Il comunicato del sindacato dei giornalisti si chiude con la richiesta all'editore «di ritirare i licenziamenti e i provvedimenti di sospensione e di sedersi subito a un tavolo dove chiarire quanto sta accadendo per trovare insieme una strada per salvaguardare un importante presidio di informazione come la Dire».

@fnsisocial

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