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Vertenze 31 Mar 2009

Apcom rifiuta il confronto sulla multimedialità, protesta l'Assostampa romana

L'Associazione Stampa Romana e il Cdr di Apcom esprimono stupore e contrarietà di fronte all'atteggiamento dell'azienda che ha di fatto interrotto un confronto in atto sulle questioni della multimedialità e dell'organizzazione del lavoro.

L'Associazione Stampa Romana e il Cdr di Apcom esprimono stupore e contrarietà di fronte all'atteggiamento dell'azienda che ha di fatto interrotto un confronto in atto sulle questioni della multimedialità e dell'organizzazione del lavoro.

Ciò è accaduto quando le rappresentanze sindacali hanno, a norma dell'articolo 34 del Contratto di Lavoro Giornalistico, chiesto un in contro all'amministratore delegato, Eugenio Palmieri, per approfondire gli aspetti strategici all'indomani di un comunicato del Cda che annunciava la ricerca di un partner. Le voci circolate e le mezze ammissioni di alcuni protagonisti della vicenda giustificano senza dubbio la richiesta delle rappresentanze sindacali. L'azienda invece, si è chiusa in un invalicabile silenzio rifiutando qualsiasi confronto. I contorni dell'operazione, peraltro, permangono oscuri, così come sembrano richiedere un approfondimento le risultanze dell'esercizio finanziario 2008 illustrate nel cda di Ti Media e nella conference call del 26 febbraio u.s. A fronte di una 'nuova gestione Apcom' indirizzata al risparmio, rivendicata dai vertici aziendali da un anno a questa parte e che ha dato vita a numerosi interventi restrittivi nelle spese gestionali, a fronte di una concreta riduzione complessiva degli organici dovuta ad uscite di giornalisti e non (non compensate da nuovi ingressi in azienda) anche nella fascia alta ed altissima delle retribuzioni, a fronte dell'attivazione di nuove iniziative editoriali e di nuovi contratti, alcuni dei quali sottoscritti con clienti di grande importanza, il bilancio si è chiuso con una pedita analoga a quella dello scorso anno e i vertici del gruppo non hanno speso una parola per evidenziare la "tendenza" nettamente positiva dei conti almeno in prospettiva 2009 e 2010. Un atteggiamento che resta inspiegabile: i giornalisti e il sindacato vigileranno e ricorreranno ad ogni strumento per evitare che con l'eventuale ingresso di nuovi soci venga determinata artificiosamente una situazione emergenziale e venga per questa via disperso un patrimonio professionale e di mercato di grande valore come quello dell'Apcom, che si è conquistato un ruolo di grande rilievo nel pluralismo dell'informazione in Italia. Vogliamo ricordare che nei confronti di Apcom è già stato chiesto un procedimento per comportamento antisindacale, ex articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori, il comportamento dei vertici aziendali non fa che aggravare la loro posizione e inasprire le relazioni sindacali. L'Asr e il Cdr ribadiscono ora pubblicamente la loro richiesta di incontro: i lavoratori hanno il diritto di sapere quali sono le mosse che l'azienda ha in mente, come intende metterle in atto, con chi e con quali tempi. Ciò che non è accettabile è che si mortifichino le istanze sindacali, senza tenere conto delle tensioni e degli inutili contenziosi che questo crea. L'azienda ci ripensi, ma senza frapporre ulteriori indugi.

@fnsisocial

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