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Vertenze 30 Nov 2012

Barisera chiude le pubblicazioni del giornale cartaceo

L'Associazione della Stampa di Puglia è vicina ai colleghi di Barisera, che da oggi cessano le pubblicazioni del giornale cartaceo, proseguendo l'attività soltanto on line. La chiusura di un giornale è sempre una brutta notizia perché, a prescindere dalle opinioni e dalla linea della testata, priva i cittadini di una voce, riducendo gli spazi di pluralismo dell'informazione, che rimane il principale pilastro di ogni vera democrazia.

L'Associazione della Stampa di Puglia è vicina ai colleghi di Barisera, che da oggi cessano le pubblicazioni del giornale cartaceo, proseguendo l'attività soltanto on line. La chiusura di un giornale è sempre una brutta notizia perché, a prescindere dalle opinioni e dalla linea della testata, priva i cittadini di una voce, riducendo gli spazi di pluralismo dell'informazione, che rimane il principale pilastro di ogni vera democrazia.

Oltre che esprimere solidarietà ai giornalisti e alle maestranze, che pagano sulla propria pelle gli effetti di una crisi che sta assumendo contorni sempre più devastanti, il sindacato dei giornalisti pugliesi non può fare a meno di stigmatizzare l'atteggiamento  del governo nazionale, e nella fattispecie del Dipartimento per l'editoria presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, rimasto sordo a qualsiasi tipo di sollecitazione a chiarire la posizione di Barisera per l'accesso ai contributi per l'editoria in cooperativa. Ai giornalisti di Barisera, che in quanto cooperativa sono editori di se stessi e ai quali va l'augurio di ritornare presto in edicola, non è stata data la possibilità di conoscere ufficialmente, attraverso comunicazioni formali e scritte, lo stato della loro pratica di finanziamento. Così, di fronte al silenzio del governo, che nel frattempo ha drasticamente ridotto le provvidenze per l'editoria, hanno deciso di sospendere le pubblicazioni per non accumulare altri debiti. Il sindacato dei giornalisti, a tutti i livelli, non ha mai avallato la concessione di finanziamenti a pioggia, ma ha sempre chiesto che l'erogazione delle provvidenze pubbliche avvenisse secondo regole ispirate al rigore e alla trasparenza e che tutti gli abusi fossero perseguiti e sanzionati. La politica del governo nazionale, sia per l'editoria assistita sia per l'emittenza locale, punta invece a strangolare le aziende, attraverso una spietata selezione naturale innescata da lungaggini burocratiche, silenzi e rinvii, volti soltanto a far slittare il più possibile l'erogazione dei contributi, ormai ridotti al minimo storico.

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