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Un momento dell'assemblea dei lavoratori del Gazzettino
Un momento dell'assemblea dei lavoratori del Gazzettino
Vertenze 06 Mag 2019

Cinque licenziamenti al Gazzettino, assemblea dei giornalisti in strada

«Ci hanno sbattuto fuori senza pietà , eravamo all'oscuro di tutto. Quando ci hanno chiamato per anticiparci la raccomandata, mai e poi mai avremmo pensato che ci avrebbero licenziato», hanno raccontato i cinque lavoratori ai redattori che hanno convocato la riunione all'indomani del provvedimento.

Nella sede di via Torino a Mestre, hanno lavorato fino all'altro ieri. Per 29, 30, 32 anni. Mai nessuna contestazione mai nessun procedimento. Ma quella stessa azienda che hanno contribuito a far crescere ha negato loro l'ingresso per partecipare all'assemblea dei giornalisti del Gazzettino, convocata all'indomani della notizia choc del licenziamento di tutti loro, i cinque 'proti' del Centro stampa veneto, società alla quale, all'interno del Gruppo Caltagirone, viene affidata la stampa del quotidiano. Formalmente Marco, Giovanni, Lorenzo e i due Germano sono stati sospesi con effetto immediato dal 2 maggio all'indomani della Festa dei lavoratori, con contestuale avvio della procedura prevista dalla legge 223 sui licenziamenti collettivi. Avvisati al mattino nello stesso giorno in cui al pomeriggio erano convinti di recarsi come sempre a prendere servizio. Hanno chiesto ai giornalisti di poter dar loro un semplice saluto visto che sono stati impossibilitati, e non certo per loro volontà, a farlo.

«Ci hanno sbattuto fuori senza pietà, eravamo all'oscuro di tutto. Quando ci hanno chiamato per anticiparci la raccomandata, mai e poi mai avremmo pensato che ci avrebbero licenziato. Abbiamo tutti 50, 51, 52 anni, figli piccoli e abbiamo sempre lavorato con senso del dovere e lealtà. E guardate come ci hanno ripagato! Nessuna alternativa, nessun margine di trattativa, nessuna possibilità di accedere agli ammortizzatori sociali. Questo non è più il Gazzettino che ci ha assunto e in cui siamo cresciuti umanamente e professionalmente». È la sintesi degli interventi fatti con la voce rotta dall'emozione e con gli occhi lucidi.

I rappresentanti sindacali di categoria, che hanno accompagnato i 'proti', hanno espresso la loro preoccupazione per l'immediato futuro sulla tenuta occupazionale del Centro stampa veneto che appena lo scorso 31 dicembre ha chiuso uno stato di crisi di due anni durissimo con prepensionamenti e forte riduzione dell'orario di lavoro per contenere il numero degli esuberi dichiarati. Anche loro hanno affermato che la decisione aziendale di eliminare l'intero settore di prestampa, accentrando il servizio a Roma, è stato un fulmine a ciel sereno che ha colto tutti di sorpresa e che ha creato un forte allarme all'interno del Csv.

I giornalisti hanno ribadito piena solidarietà e adesione, per quanto di competenza, alle iniziative di lotta che verranno decise da qui in avanti, confermando lo stato di agitazione dichiarato l'altro ieri.

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