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Vertenze 11 Giu 2018

Gazzetta del Mezzogiorno, collaboratori in rivolta contro le scelte dell'editore. La solidarietà  del sindacato

Le Associazioni di Stampa di Puglia e Basilicata, anche alla luce delle interrogazioni parlamentari annunciate e delle proteste giunte da diversi esponenti istituzionali lucani, resteranno al fianco di tutti i colleghi e d'intesa con la Fnsi promuoveranno ogni iniziativa utile a tutelare la professionalità  e la dignità  dei colleghi.

Le Associazioni di Stampa di Puglia e Basilicata sostengono con forza la dura presa di posizione dei colleghi collaboratori della Gazzetta del Mezzogiorno sulle scelte compiute dall'azienda in merito alla prossima chiusura delle redazioni di Brindisi, Matera e Barletta e alle assunzioni obbligatorie collegate ai prepensionamenti.

«Le risposte dell'Editore sulla "meritocrazia" seguita per le nuove assunzioni e sull'inutilità della presenza fisica delle redazioni nei territori – spiegano le Assostampa – rappresentano, a giudizio del sindacato, una beffa per tutti i precari storici della Gazzetta e per tutti i giornalisti della Gazzetta che dovranno abbandonare la sede di appartenenza».

Le Associazioni di stampa, anche alla luce delle interrogazioni parlamentari annunciate e delle proteste giunte da diversi esponenti istituzionali lucani, «resteranno al fianco di tutti i colleghi e d'intesa con la Fnsi promuoveranno ogni iniziativa utile a tutelare la professionalità e la dignità dei colleghi», concludono le Associazioni regionali.

PER APPROFONDIRE
Riportiamo di seguito la lettera firmata da 31 collaboratori delle province pugliesi e lucane. Le adesioni sono in aggiornamento.

Alle Associazioni della Stampa di Puglia e Basilicata
Alla Federazione Nazionale della Stampa
Leggiamo con stupore e amarezza la replica dell’Editore della Gazzetta del Mezzogiorno alla nota congiunta di Assostampa Puglia e Basilicata e Fnsi in merito alla chiusura delle Redazioni decentrate di Matera, Brindisi e Barletta, e alle scelte compiute in vista dell'assunzione di nuovi giornalisti, dettate dall'obbligo di legge di coprire, sia pure parzialmente, le numerose uscite per i prepensionamenti dei redattori.
Nel "capitolo assunzioni", l'Editore ha parlato di "scelte di natura meritocratica". L'affermazione risulta quanto mai offensiva nei confronti di collaboratori e precari storici che da anni, quotidianamente, lavorano per la Gazzetta del Mezzogiorno, garantendo un'informazione puntuale e corretta nelle pagine di cronaca locale, regionale e talvolta nazionale del giornale, accettando compensi irrisori (4,70 euro netti ad articolo).
Siamo giornalisti con esperienza ultradecennale, con un bagaglio di competenze che non è stato nemmeno preso in considerazione ai fini delle nuove assunzioni. Apprendiamo, infatti, che nelle scorse settimane sono stati fatti diversi colloqui decisivi per gli esigui nuovi ingressi previsti. L’Editore parla di scelte “meritocratiche”, compiute dalla Direzione, senza che siano stati convocati, per vagliarne le competenze, i precari storici di questa azienda.
Fa sorridere, poi, l'affermazione che, vista la volontà di potenziare il settore multimediale, la scelta aziendale e della Direzione sia stata quella di reperire giornalisti "nativi digitali". Come se nessuno di noi avesse le competenze per lavorare sulle diverse piattaforme web o sui social, circostanza che sarebbe stato facile verificare se Azienda e Direzione avessero avuto il buon gusto di coinvolgerci nei fantomatici "colloqui".
Sarebbe questa la sbandierata "meritocrazia"?
L’Editore sbaglia anche laddove afferma che "nessuno ha illuso nessuno", pur essendo acclarate situazioni che si trascinano da anni e che coinvolgono giovani giornalisti, ai quali sono affidati anche settori strategici.
Per tutto quanto sopra esposto, invitiamo l’Editore a non giustificare le proprie incomprensibili scelte gettando fango sui collaboratori, colonne portanti di questo giornale come i nostri Lettori ben sanno.
E, nell'occasione, chiediamo all’Azienda di presentare quanto prima un calendario dei pagamenti delle collaborazioni arretrate che, ricordiamo, sono fermi da ben sette mesi. A tal proposito, ribadiamo la necessità di dettagliare i pagamenti, come previsto dalla legge, negli appositi "cedolini" che non abbiamo mai ricevuto.

@fnsisocial

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