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Fnsi 12 Lug 2005

Giustizia, Fnsi all'Anm: "La riforma dell'ordinamento giudiziario deve avere il consenso della magistratura" L’Assostampa Romana scrive al Presidente della Camera Casini. Il presidente dell'Alg: "Questa riforma è lesiva del diritto di cronac

Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha inviato al Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Dott Ciro Riviezzo, la seguente lettera:

Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha inviato al Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Dott Ciro Riviezzo, la seguente lettera:

Il Segretario Generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, ha inviato al Presidente dell’Associazione Nazionale Magistrati, Dott Ciro Riviezzo, la seguente lettera: “Egregio Presidente, nell’imminenza dello sciopero nazionale dei magistrati proclamato dalla Sua Associazione per giovedì 14 luglio, Le esprimo la solidarietà alla categoria che Ella guida, il cui ruolo e la cui autonomia rappresentano elementi fondamentali per la certezza del diritto. La stessa Costituzione della Repubblica ne fissa i contorni e ne stabilisce i principi essenziali. Ritengo pertanto necessario che la riforma dell’ordinamento giudiziario in discussione in Parlamento proceda con un’ampia consultazione e con il consenso della Magistratura. Sarebbe assurda una approvazione del provvedimento che non tenga conto delle preoccupazioni espresse dall’Associazione Nazionale Magistrati circa gli aspetti di incostituzionalità e di ingestibilità . D’altra parte lo stesso Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi è più volte intervenuto per sottolineare le esigenze di autonomia della magistratura. Proprio in queste settimane anche i giornalisti sono impegnati in una dura battaglia per difendere l’indipendenza e la qualità della loro professione più volte sottoposta ad attacchi dai diversi poteri. Così come i magistrati, anche i giornalisti sono stati costretti ad azioni di sciopero motivate dalla posizione delle imprese pubbliche e private nelle vertenze contrattuali. Ella ha avuto modo di sottolineare l’amarezza con la quale l’ANM ha deciso di ricorrere allo strumento dello sciopero, che è e resta un atto estremo, sia per i magistrati sia per i giornalisti. Nella consapevolezza, però, che la responsabilità di entrambe le categorie non consente di evitare questa forma di lotta per difendere diritti e libertà. I giornalisti, poi, hanno un motivo di ulteriore preoccupazione sulla riforma per quanto attiene all’esercizio della libertà di informazione e del diritto di cronaca. Non condividiamo infatti la norma, contenuta nel Disegno di legge del Governo, che prevede che le informazioni sulle attività dell’ufficio del pubblico ministero debbano essere attribuite esclusivamente e personalmente al Procuratore della Repubblica. I magistrati in contrasto con questa disposizione sarebbero poi perseguiti disciplinarmente. Riteniamo che ciò determinerebbe un’informazione giudiziaria controllata direttamente dal Procuratore Capo della Repubblica e, per questo, sarebbe limitativa della libertà del cronista giudiziario di avere chiarimenti e notizie direttamente dai singoli magistrati dell’ufficio. Un ‘informazione, quindi, che rischierebbe di essere reticente. Nella speranza che le preoccupazione dell’ANM e quelle della Fnsi vengano recepite dal legislatore, La ringrazio per l’attenzione e Le auguro i migliori auguri di riuscita dello sciopero dei magistrati”. ''Dovrebbe esserci uno sciopero di tutti i giornalisti per tutelare la loro indipendenza intellettuale, scarsamente rappresentata da chi si schiera politicamente''. Cosi' il ministro delle riforme, Roberto Calderoli, ha commentato le parole di solidarieta' del segretario della Fnsi, Paolo Serventi Longhi, verso i magistrati in sciopero. Calderoli stava conversando con i giornalisti alla Camera quando uno dei cronisti gli ha riferito le dichiarazioni di Serventi Longhi. Il ministro si e' fatto portare una copia delle Agenzie che le riportavano e si e' visibilmente accigliato, dicendo ''e' una vergogna''. ''Tutti tutelano l'indipendenza della magistratura - ha aggiunto serio - ma chi tutela la liberta' dei cittadini quando il segretario della Fnsi dimostra l'assoluta vicinanza alla magistratura e alla parte politica che essa rappresenta?''. (ANSA) Appello a non votare la legge di riforma della Giustizia che lede la libertà di stampa. Il Direttivo dell'Associazione Stampa Romana, riunito in data odierna ha deciso all'unanimità di scrivere al Presidente della Camera Casini e ai colleghi onorevoli della Camera la seguente lettera: Roma, 14 luglio 2005 La riforma della Giustizia, che la Camera è chiamata a votare definitivamente lunedì 18 luglio, contiene norme gravemente lesive della libertà di stampa, sancita dall’art. 21 della Costituzione. Tali norme ruotano attorno al principio che sia solo il Procuratore della Repubblica a tenere i rapporti con gli organi di informazione, decidendo cosa un giornalista deve dire e cosa non dire. C’è il forte rischio di imbavagliare la stampa, in contrasto con la sentenza n° 105 del 1972 della Corte Costituzionale, secondo la quale l’art. 21 della nostra Carta “implica, in un regime di libera democrazia, pluralità di fonti di informazione, libero accesso alle medesime assenze di ingiustificati ostacoli legali, anche temporali, alla circolazione delle notizie e delle idee”. Il Direttivo dell’Associazione Stampa Romana nell’esprimere la propria forte preoccupazione, Ti invita a evitare che diventino legge dello Stato norme che sono in contrasto con la stessa Costituzione. Cordialmente. Il Consigliere Segretario (Silvia Garambois) IL PRESIDENTE DELL’ASSOCIAZIONE LOMBARDA DEI GIORNALISTI COMUNICA: Lunedì 18 luglio la Camera dei Deputati sarà chiamata a votare in via definitiva la riforma della Giustizia. Una riforma che si prospetta fortemente lesiva della libertà di stampa. In particolare, c’è una norma che prevede che “sia il Procuratore della Repubblica a tenere personalmente, o tramite magistrato appositamente delegato, i rapporti con gli organi di informazione e che tutte le informazioni sulle attività dell’ufficio vengano attribuite impersonalmente allo stesso”. In sostanza i giornali saranno obbligati a pubblicare soltanto ciò che afferma il Procuratore della Repubblica. Il rischio è di avere una informazione giudiziaria centralizzata, parziale, probabilmente reticente. E’ una norma in netto contrasto con l’art. 21 della Costituzione che disegna una professione giornalistica libera, con libero accesso alla pluralità delle fonti di informazione, non soggetta a censure. Va ricordato che il diritto di cronaca è dei cittadini e che i giornalisti sono il mezzo altamente professionale che garantisce il diritto ad essere informati. Limitare il libero accesso alle fonti, obbligare a una informazione unilaterale limita un diritto costituzionale dei cittadini. Mi associo e condivido le posizioni dei colleghi di Stampa Romana che, riuniti oggi in Consiglio Direttivo, hanno inviato al Presidente della Camera Pierferdinando Casini una lettera in cui si esprime forte preoccupazione per quanto sta accadendo e lo invitano a evitare che diventino legge dello Stato norme che sono in contrasto con la stessa Costituzione.

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