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Libertà  di stampa 05 Nov 2015

Intercettazioni, giornalisti mobilitati contro il ddl Il primo sit-in davanti al tribunale di Roma

Fnsi, Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione Stampa Romana, Usigrai, associazione Articolo21 e Comitato 'NoBavaglio3' si sono ritrovati davanti all'ingresso della cittadella giudiziaria di Roma questa mattina per manifestare contro le norme in materia di intercettazioni in discussione in parlamento. Il sit-in è stato l’ideale prosecuzione della mobilitazione lanciata dalla Fnsi, martedì 3 novembre, nel corso della conferenza stampa di presentazione della petizione online “No bavaglio 3”.

Fnsi, Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione Stampa Romana, Usigrai, associazione Articolo21 e Comitato 'NoBavaglio3' si sono ritrovati davanti all'ingresso della cittadella giudiziaria di Roma questa mattina per manifestare contro le norme in materia di intercettazioni in discussione in parlamento. Il sit-in è stato l’ideale prosecuzione della mobilitazione lanciata dalla Fnsi, martedì 3 novembre, nel corso della conferenza stampa di presentazione della petizione online “No bavaglio 3”.

Un presidio di giornalisti, in rappresentanza dei promotori della mobilitazione – tra cui Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione Stampa Romana, Usigrai, associazione Articolo21 e Comitato NoBavaglio3 – ha manifestato per ribadire il pericolo insito nella delega al governo.
Il sit-in è stato anche organizzato per esprimere la solidarietà della categoria ai 96 giornalisti, 78 cronisti e 18 direttori, denunciati dagli avvocati di alcuni imputati per gli articoli con i quali hanno tentato di fare luce sulle presunte infiltrazioni del malaffare nella vita politica e sociale della Capitale.
Le ragioni della mobilitazione sono state illustrate dai rappresentati del giornalismo italiano. “Siamo qui perché, senza le intercettazioni, i cittadini non avrebbero saputo nulla di molti scandali, a partire da quello di ‘Mafia Capitale’ - ha spiegato ai cronisti presenti il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso – e per confermare la vicinanza del sindacato dei giornalisti ai colleghi denunciati per il solo fatto di aver svolto, con coerenza e correttezza, il loro lavoro”.
“Solo nel Lazio – ha ricordato la presidente Paola Spadari – sono 160 i colleghi minacciati per via del loro lavoro, molti dei quali proprio per aver usato la penna su questa vicenda di ‘Mafia Capitale’. La denuncia dei 96 colleghi che si sono occupati di questo caso non ha precedenti così come l’utilizzo delle denunce per intimidire la categoria. Per questo l’Ordine dei giornalisti del Lazio si schiera a sostegno di questa iniziativa del ‘No’ al bavaglio e di tutte le iniziative necessarie a tutelare il diritto dei cittadini ad essere informati”.
Vincenzo Vita, in rappresentanza di Articolo 21, ha invece parlato di “una manifestazione doverosa per segnalare l’assurdità e il pericolo incombente dei vari bavagli che vengono messi alla libertà di informazione. Da una parte la delega al governo sulle intercettazioni, dall’altra l’insidioso testo in via di approvazione sulla diffamazione e più in generale la valanga di querele contro giornalisti ‘rei’ di fare il proprio lavoro informando i cittadini. La nostra presenza qui oggi vuole rimarcare l’enormità di quanto sta accadendo”.
“Consideriamo la delega al governo su una materia costituzionalmente rilevante come il diritto/dovere di informare un errore e un pericolo – ha ribadito il segretario Lorusso -. Come ha ben spiegato il professor Rodotà, la delega contenuta nella riforma del processo penale andrebbe stralciata, lasciando in vigore gli strumenti già esistenti a tutela del diritto alla privacy”.
“Diritto, è bene evidenziarlo, che si applica ai personaggi pubblici in maniera attenuata, come più volte ha ribadito anche la Corte europea dei diritti dell’uomo”, ha concluso Lorusso.
Il sit-in davanti al tribunale è stato l’ideale prosecuzione della mobilitazione lanciata dalla Fnsi, martedì 3 novembre, nel corso della conferenza stampa di presentazione della petizione online “No bavaglio 3” che ha visto come primi firmatari il professor Stefano Rodotà e i giornalisti Marino Bisso, Arturo Di Corinto e Giovanni Maria Riccio e che ha già riscosso numerose adesioni, non solo tra i giornalisti.
Assiepati davanti ai due ingressi del tribunale capitolino c’erano numerosi giornalisti e altri presidi, uno dei quali composto dai vincitori del concorso bandito dal Comune di Roma nel lontano 2010 e tutt’ora in attesa di vedersi riconoscere il diritto ad essere assunti. Anche a loro i rappresentanti dei giornalisti hanno esposto le ragioni del sit-in ed esteso l’invito, subito accolto, a sottoscrivere la petizione.

Il video del sit-in da Repubblica.it

Nella PhotoGallery le immagini del sit-in

I PRECEDENTI - "Giornalisti e magistrati collaborino nell'interesse dei cittadini"
Lanciata la mobilitazione: "Delega al governo strumento sbagliato e pericoloso" 
Pronti a coinvolgere Bruxelles per garantire la libertà di stampa in tutta Europa"

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