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Libertà  di stampa 12 Nov 2015

Intercettazioni, incontro tra giornalisti e magistrati: “La delega al governo non è lo strumento adatto”

Una delegazione di giornalisti composta da Fnsi e altre associazioni ha incontrato il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, per discutere della proposta di legge che prevede la delega al governo in materia di intercettazioni: uno strumento che anche i magistrati considerano non adatto ad un tema così delicato.

Una delegazione di giornalisti composta da Fnsi e altre associazioni ha incontrato il presidente dell’Anm, Rodolfo Sabelli, per discutere della proposta di legge che prevede la delega al governo in materia di intercettazioni: uno strumento che anche i magistrati considerano non adatto ad un tema così delicato.

Giornalisti e magistrati insieme contro la proposta di legge bavaglio. Per fare una sintesi delle posizioni in campo, anche in vista del confronto con la politica sulla delega al governo in materia di intercettazioni contenuta nella proposta di riforma del processo penale in discussione in parlamento, una delegazione di magistrati, guidata dal presidente dell’Anm Rodolfo Sabelli, e una delegazione di giornalisti, composta da rappresentanti di Fnsi, Articolo21, Usigrai, Ordine dei giornalisti del Lazio, Associazione stampa romana, Cronisti romani, Comitato 'No bavaglio', Pressing-Giornalisti in rete, si sono incontrati questa mattina a Roma, nella sede dell’Associazione nazionale magistrati.
La riflessione comune ha portato ad alcuni punti unificanti rispetto alla battaglia da portare avanti, con un deciso “No” allo strumento della delega al governo, considerata sia dai giornalisti che dai magistrati uno strumento inadatto alla delicatezza costituzionale della materia, e alcune prime idee su iniziative congiunte per sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza dello strumento delle intercettazioni per i lavoro di magistrati e giornalisti.
Il presidente Sabelli ha ribadito la richiesta dell’Anm al governo di restituire al parlamento la riflessione sul tema, evitando una delega che, per la sua genericità, si presterebbe ad un ventaglio troppo ampio di soluzioni.
Mentre il segretario della Fnsi, Raffaele Lorusso, ha ricordato, come già affermato in occasione della conferenza stampa di presentazione della petizione online promossa, tra gli altri, dal professor Stefano Rodotà, che per il sindacato dei giornalisti “la delega al governo su una materia come quella delle intercettazioni è una scelta sbagliata e pericolosa, perché si corre il rischio di ledere il diritto dei cittadini ad essere correttamente informati su questioni di interesse pubblico contenute negli atti delle inchieste giudiziarie”.
Le due delegazioni hanno quindi deciso di proseguire il dialogo e di valutare azioni comuni da porre in essere a tutela dei cittadini nell’ottica di contemperare il diritto alla privacy con il diritto ad un’informazione corretta e completa.
Sull’argomento è intervenuto anche il ministro Andrea Orlando che ai microfoni di #Corrierelive ha ribadito la linea del governo. "Stiamo puntando al rafforzamento dello strumento di indagine, quello che vogliamo fare – ha spiegato il Guardasigilli – è che sia usato per le indagini e non per altre finalità. Non vogliamo pregiudicare la capacità di indagine né mettere in galera i giornalisti, ma far sì che nei fascicoli vada ciò che concerne l'attività processuale e nient'altro. Si scriva quel che serve e non di più".

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