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Associazioni 27 Giu 2009

La giunta dell'Associazione stampa romana: "Gestione strumentale della crisi da parte della Fieg"

della Associazione Stampa Romana esprime forte preoccupazione per il moltiplicarsi degli stati di crisi e per l’uso spesso strumentale che gli editori tendono a farne.

della Associazione Stampa Romana esprime forte preoccupazione per il moltiplicarsi degli stati di crisi e per l’uso spesso strumentale che gli editori tendono a farne.

La grave situazione, economica e occupazionale, in cui versa in nostro Paese non può essere in alcun modo il pretesto per disattendere leggi dello Stato o cancellare anni di conquiste del lavoro. Sempre più spesso, infatti, editori grandi e piccoli si nascondono dietro il paravento di conti per non ottemperare a prassi consolidate come, per esempio, la sostituzione di colleghe in congedo per maternità (è successo ad Apcom e alla Gazzetta dello sport). Così si rischia di vanificare la legislazione sulla maternità, mettendo le colleghe nella inaccettabile condizione di dover scegliere fra un figlio, scaricando sugli altri il peso della propria assenza, e il lavoro, rinunciando però a un sacrosanto diritto. All’Unità si prova a far passare “l’innovazione” della cassa integrazione oraria che non soltanto snaturerebbe la sana flessibilità della professione, ma finirebbe per far pagare due volte ai giornalisti uno stato di crisi per il quale non hanno responsabilità alcuna. Più in generale, ogni stato di ristrutturazione parte, nella prassi degli editori, dall’idea che vadano automaticamente cancellati i posti dei colleghi a tempo determinato o di quelli più vicini alla pensione. La Giunta della Associazione Stampa Romana, respinge questa logica puramente contabile e priva di un’idea sul futuro dell’editoria. L’Asr si schiera ogni giorno a fianco dei colleghi e vigilerà sull’abuso o sull’uso distorto di regole e ammortizzatori sociali creati a difesa dei lavoratori e non a uso e consumo delle aziende. La Giunta dell’Asr chiede alla Fnsi un’iniziativa politica forte che investa associazioni datoriali, aziende e il Governo, il quale a inizio anno ha promesso una sorta gli Stati Generali del settore informativo, ma non ha ancora provveduto a convocarli ne a mettere in campo qualche idea al riguardo.

@fnsisocial

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