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Vertenze 21 Gen 2011

La ventilata chiusura dell'edizione goriziana del Messaggero Veneto in Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia all'Inizio di febbraio

La I e la II commissione del Consiglio regionale Fvg si riuniranno in seduta congiunta all'inizio di febbraio per trovare le soluzioni necessarie a scongiurare la ventilata chiusura dell'edizione goriziana del Messaggero Veneto. È quanto emerso ieri, nel corso di un incontro nella sede della Regione, a Gorizia, al quale hanno preso parte i consiglieri regionali Gaetano Valenti (Pdl), Luigi Ferone (Pensionati), Franco Brussa e Giorgio Brandolin (Pd), oltre ai rappresentanti sindacali dei giornalisti.

La I e la II commissione del Consiglio regionale Fvg si riuniranno in seduta congiunta all'inizio di febbraio per trovare le soluzioni necessarie a scongiurare la ventilata chiusura dell'edizione goriziana del Messaggero Veneto. È quanto emerso ieri, nel corso di un incontro nella sede della Regione, a Gorizia, al quale hanno preso parte i consiglieri regionali Gaetano Valenti (Pdl), Luigi Ferone (Pensionati), Franco Brussa e Giorgio Brandolin (Pd), oltre ai rappresentanti sindacali dei giornalisti.

 L'ipotesi di riassetto, manifestata verbalmente dai vertici del Gruppo L'Espresso e strettamente correlata al passaggio del quotidiano al formato tabloid, prevede la soppressione della testata goriziana: nel capoluogo isontino resterebbe un presidio redazionale, con tre giornalisti chiamati a confezionare quattro pagine, inserite nel fascicolo udinese. «In termini numerici - è stato sottolineato - significherebbe il taglio di un redattore e di una decina di collaboratori precari». I consiglieri regionali hanno inoltre concordato sulla necessità di costituire un tavolo di confronto, allargato ai rappresentanti degli enti locali, alle associazioni industriali e alla Camera di commercio, con l'obiettivo di sensibilizzare i vertici del gruppo editoriale sulla vicenda.  Nel corso dell'incontro sono emerse criticità anche per quanto riguarda l'edizione goriziana de «Il Piccolo», altra testata regionale di proprietà del Gruppo Espresso, per la quale è previsto il taglio di un redattore e una diminuzione nella foliazione con il passaggio al formato tabloid, previsto per il 22 febbraio. (ANSA)
L'Assostampa Fvg, articolazione territoriale della Fnsi, sindacato unitario dei giornalisti italiani, ribadisce la propria ferma contrarietà alla chiusura dell'edizione goriziana del Messaggero Veneto e si unisce all'appello (vedi agenzie allegate) rivolto dalla politica isontina e regionale all'Editoriale Fvg, Gruppo Espresso Repubblica, perchè tale decisione venga rivista. Il piano di risparmi avviato dall'azienda in concomitanza con l'imminente passaggio al tabloid del Messaggero Veneto di Udine e del Piccolo di Trieste, e dell'unificazione della fase di stampa nel nuovo stabilimento di Gorizia, non può finire per penalizzare proprio la comunità isontina. Inoltre, il prospettato taglio di sei redattori per ognuno dei due quotidiani non sembra al sindacato il modo migliore per un rilancio delle due testate, entrambe leader nelle rispettive aree di diffusione. Ancora una volta si investe solo sulle macchine, si indeboliscono le redazioni, pensando forse che il cambio di formato, grafica e sistema editoriale sia da solo sufficiente a rafforzare i due giornali.
L’edizione di Gorizia è per il Messaggero Veneto presenza qualificante, una voce importante che da oltre cinquant’anni contribuisce al pluralismo dell'informazione in un'area particolare della regione. L'appello del sindacato è volto anche a tutelare i tanti collaboratori goriziani e isontini della testata, vero anello debole della catena, che dopo anni di sacrifici rimarrebbero senza lavoro. Segnaliamo fra l'altro all'editore che, se anche solo una parte dei collaboratori storici del giornale (persone che arrivavano a scrivere anche 1500/2000 articoli all'anno...) fosse costretta a tutelarsi in altra sede, e in quella sede vedesse rinosciute le proprie ragioni, il piano di risparmi fin qui architettato verrebbe di fatto annullato. Il buon senso dovrebbe dunque portare tutti a valutare meglio la complessa questione.

 

@fnsisocial

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