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Fnsi 07 Ott 2004

Rai: Usigrai critica il voto in Commissionedi Vigilanza. Annunziata: "Mi sento tradita dalle Istituzioni"

Rai: Usigrai critica il voto in Commissionedi Vigilanza. Annunziata: "Mi sento tradita dalle Istituzioni"

Rai: Usigrai critica il voto in Commissionedi Vigilanza. Annunziata: "Mi sento tradita dalle Istituzioni"

Il voto con il quale la Commissione di Vigilanza ha dato parere favorevole al nuovo Statuto della Rai non risolve per nulla il problema fondamentale che dovranno affrontare gli attuali amministratori nei prossimi mesi. La scelta di prorogare l’attuale, incompleto vertice fino al giugno del 2005 dà una risposta puramente formale ad una questione che invece è sostanziale: conviene alla Rai, nel momento in cui sta affrontando il delicatissimo passaggio verso l’ingresso di capitali privati, esibire un vertice che ha un grave deficit di rappresentatività? Una Rai nella quale sono ancora aperte le lacerazioni che hanno portato alla fine della “presidenza di garanzia” rischia fortemente di essere meno apprezzabile persino dal punto di vista del mercato. Se nei prossimi mesi ci si rivolgerà all’azionariato diffuso per chiedere fiducia nella Rai, quale effetto negativo potrà avere l’immagine di un’azienda sulla quale la politica e la società italiana sono spaccate a metà? Sarebbe opportuno che anche a questi aspetti pensasse chi ieri ha frettolosamente brindato. ''Mi sento tradita dalle istituzioni di questo Paese, perche' la presidenza di garanzia mi era stata affidata dalle istituzioni tutte di questo Paese, non dalla sinistra''. Cosi' l'ex presidente Rai Lucia Annunziata, ascoltata oggi in commissione di Vigilanza sulle presunte anomalie del contratto che la legava a Viale Mazzini. Al senatore Bonatesta (AN), che le chiedeva se si sentisse abbandonata dalla sinistra, a suo dire ''disarmata'' in commissione, Annunziata ha risposto: ''Non mi sento abbandonata dalla sinistra, perche' la sinistra e' casa mia: ci sono nata dentro, ci sono cresciuta. E anche se non ho mai fatto la scelta della politica diretta, non si puo' uscire dalla propria casa''. Quanto alle istituzioni, ''non mi hanno telefonato - ha detto Annunziata - quando mi sono dimessa''. Quello della presidenza di garanzia, ha spiegato ancora Annunziata durante l'audizione, e' stato un ruolo messo in discussione fin dall'inizio, da quando cioe' lo accetto' dopo il forfait di Paolo Mieli: ''Mi si disse: devi farlo, altrimenti si apre una crisi che non si sa come va a finire. Ma fin dalla prima riunione del consiglio, c'e' stata sempre divergenza di opinioni fra me e gli altri consiglieri: per loro il presidente era uno tra i cinque, per me era l'ago della bilancia''. Annunziata ha fatto anche riferimento alla nomina del direttore generale: ''Tremonti, che e' mio amico, perche' sediamo insieme nel consiglio dell'Aspen, mi chiamo' e mi disse: colui che stiamo per chiamare e' colui che conta, tu invece non conti nulla''. (ANSA)

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