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Un momento dell'intervento del segretario Lorusso all'incontro 'Ripartire dall'ascolto'
Iniziative 29 Gen 2022

'Ripartire dall'ascolto', Lorusso all'incontro Ucsi a Bari: «Le parole del Papa monito anche per la politica»

Intervenendo all'iniziativa organizzata con l'Ordine regionale dei giornalisti, il segretario generale Fnsi ha notato, fra l'altro, come se «ascoltare è il principale antidoto alla infodemia», bisogna essere consapevoli che «il precariato è nemico della buona informazione».

Incontro a Bari per approfondire il messaggio di Papa Francesco per la 56ª Giornata delle Comunicazioni sociali, pubblicato in occasione della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, e dedicato al tema "Ascoltare con l'orecchio del cuore". Ad organizzarlo, con il titolo "Ripartire dall'ascolto. Informazione e comunicazione ai tempi del Covid", sabato 29 gennaio 2022, nella cattedrale del capoluogo pugliese, Ucsi Puglia e Ordine regionale dei giornalisti.

Moderati da Salvatore Catapano, segretario dell'Ucsi Puglia, insieme con l'arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano, si sono confrontati il segretario generale della Federazione nazionale della Stampa italiana, Raffaele Lorusso; il presidente dell'Ordine dei giornalisti della Puglia, Piero Ricci; la vicepresidente nazionale dell'Ucsi, Maria Luisa Sgobba e il presidente dell'Ucsi Puglia, Michela Di Trani.

«Una comunicazione che sia attenta alla vita, alle storie delle persone, meno pruriginosa, meno desiderosa dello scoop fine a se stesso, credo che oggi sia opportuna e necessaria», ha ammonito monsignor Satriano. «Oggi – ha osservato, fra l'altro – l'ascolto è un obiettivo prioritario, visti lo sbandamento e la confusione in cui viviamo, per cercare di ricreare una comunità umana frantumata, incerta e che sta vivendo un'assenza di punti di riferimento. Anche le vicende politiche a livello nazionale e internazionale, stanno creando un senso di profonda fatica nella gente».

Alla politica ha fatto riferimento anche il segretario generale della Fnsi che, nel commentare il messaggio del Pontefice, ha osservato: «Le parole del Papa devono essere monito per noi, per chi fa impresa con l'informazione e per la classe politica, perché purtroppo in questo Paese i temi dei diritti sociali sono scomparsi dal dibattito politico. È stato il Papa a denunciare il lavoro diventato ricatto sociale, quando un tempo era riscatto sociale, mentre parlamento e governo sono assenti». Per Lorusso, dunque, «l'auspicio è che chi ha il potere di fare le leggi inverta la tendenza, ascoltando il richiamo del Papa, prima che sia troppo tardi».

L'ascolto, dunque, che monsignor Satriano ha descritto come «una dimensione feconda, per ritrovare anche quella intimità che abbiamo perso, come cura della vita di tante persone che invece vengono spesso massacrate da una comunicazione frettolosa, veloce e desiderosa solo di apparenza e di narcisismo. Solo chi sa affidarsi a un ascolto profondo – ha concluso l'arcivescovo – è capace di essere attento alla realtà e sa accoglierla. Andare al cuore della notizia non diviene abilità di una penna spregiudicata o di un cronista d'assalto, bensì frutto di discernimento che sappia mettere insieme umanità e competenza».

Posizione condivisa anche da Lorusso. «L'ascolto – ha notato il segretario Fnsi – è il principale antidoto alla infodemia, il diluvio universale di notizie che non migliora la conoscenza ma impedisce ai cittadini di conoscere e dove spesso prevalgono le fake news. Noi oggi siamo chiamati, e il Papa ce lo ricorda attraverso l'invito all'ascolto, a contrastare e invertire la spirale del rumore, una giungla che molto spesso assume le sembianze di una notizia, nella quale noi stessi non riusciamo a districarci e alla quale però spesso contribuiamo anche noi».

Per Lorusso, il messaggio del Papa avverte che «non ci si può ridurre ad una informazione che è sempre più omologata che viene fatta davanti al computer, bisogna andare, scoprire la realtà, ascoltare la gente», ma in questo quadro, «il precariato – ha evidenziato – è nemico della buona informazione. Purtroppo sono temi che riguardano tutto il Paese, perché il precariato sta diventando ormai il tratto distintivo di questa epoca ed è sintomatico che di questi temi sociali parli soltanto il Papa e non se ne occupi la politica».

Non si può pensare «che la buona informazione – ha concluso il segretario generale – venga affidata a giornalisti sempre più poveri, con sempre meno diritti, senza contratti di lavoro o non pagati. Il governo continua a investire in questo settore anche risorse ingenti, ma lo fa per distruggere occupazione, per assecondare la richiesta delle aziende di mandare in pensione anticipata i giornalisti e non investe invece sull'occupazione».

@fnsisocial

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