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Giornalisti del Gazzettino in sciopero
Vertenze 20 Apr 2018

Sciopero al Gazzettino di Venezia, la Fnsi al fianco dei colleghi

Proclamata per domani, sabato 21 aprile, una giornata di astensione dal lavoro. «Una protesta che nasce dalla profonda preoccupazione per il futuro del giornale che sta vivendo una crisi acuta legata all'assenza di un reale progetto di rilancio editoriale e senza un piano industriale di risanamento economico», spiega una nota del Cdr.

Totale chiusura al confronto. Per questo il Cdr del Gazzettino di Venezia ha proclamato un giorno di sciopero: domani, sabato 21 aprile, i giornalisti del quotidiano del Nordest si asterranno dal lavoro. «Una protesta – spiega una nota del Comitato di redazione – che nasce dalla profonda preoccupazione per il futuro del giornale che sta vivendo una crisi acuta legata all’assenza di un reale progetto di rilancio editoriale e senza un piano industriale di risanamento economico, condizioni per recuperare prestigio, popolarità, influenza. La diponibilità all’apertura di un tavolo nazionale manifestata dall’azienda, dopo aver appreso la notizia della proclamazione dello sciopero, è stata tardiva e strumentale».

Il cambio di formato e l’introduzione del colore, prosegue il Cdr, «legati all’acquisto di una rotativa più moderna, decisione presa con colpevole ritardo, sono condizioni necessarie ma non sufficienti per cominciare a risalire la china di un costante arretramento in credibilità, autorevolezza, affidabilità. L’unica risposta aziendale la compressione dei costi: tagli, tagli e ancora tagli. Del costo del lavoro: giornalistico, amministrativo, tipografico».

Per le redazioni, dunque, nessuna sostituzione ferie, nessuna sostituzione malattia, nessuna assunzione a fronte di carichi di lavoro inaccettabili per la riduzione di organico e per lo svolgimento di mansioni giornalistiche. «Questo contesto di assoluta criticità – incalzano i giornalisti – è stato aggravato dalla riduzione unilaterale dei compensi già esigui dei collaboratori, cui è seguita la massiccia mobilitazione in atto:  si tratta dei 'redattori aggiunti' che contribuiscono a saldare il Gazzettino al territorio e gli danno voce. Un’altra conferma della considerazione miope e sprezzante del patrimonio umano del quotidiano: sia fuori che dentro le redazioni. Si rivendicano condizioni dignitose di lavoro e qualità di informazione che, fuori, non sono certo garantite pagando i collaboratori a cottimo con tariffe a pezzo comprese fra i 4 e i 19 euro lordi, spese comprese. E nemmeno dentro sottoponendo i redattori interni a turni alienanti, 'incatenati' al desk, senza avere l’agibilità professionale per dedicarsi alla scrittura, agli approfondimenti, alle inchieste. Eppure nonostante tutte le difficoltà redattori e collaboratori hanno profuso e continuano a profondere il massimo sforzo per garantire ai lettori un’informazione affidabile, corretta, indipendente».

Il Cdr ricorda poi «le tante, tantissime attestazioni di solidarietà giunte nell’ultima settimana da istituzioni e da esponenti politici di tutti gli schieramenti», che confermano, osservano, «quanto il Gazzettino, sia sentito come un bene comune da difendere, e questo ci rincuora. Ora l’editore deve fare la sua parte, deve assumersi la piena responsabilità, assieme al direttore, di riportare il Gazzettino al centro del Veneto e del Friuli, quale interlocutore privilegiato e riconosciuto dal mondo politico, economico, finanziario, sociale, culturale, locale. E l'unica strada è quella di investire sulla qualità dell'informazione e sulle professionalità», conclude il Comitato di redazione.

Al fianco dei colleghi in sciopero per protestare contro il progressivo depauperamento del giornale si schiera la Federazione nazionale della Stampa italiana. «È necessario – rileva la Fnsi – che quella che è da sempre la voce autorevole del Nord Est torni a recitare un ruolo da protagonista, dando voce ai territori di riferimento. Per questo occorre investire sui giornalisti, potenziando l'offerta di informazione, guardando sia agli organici, sempre più ridotti, sia alla rete dei collaboratori, che in molti casi sono veri e propri redattori esterni senza diritti, tutele e garanzie contrattuali e ai quali recentemente sono stati ulteriormente ridotti in modo unilaterale i compensi già esigui».

Il sindacato auspica che «l'editore voglia avviare un confronto serrato sul rilancio del giornale, affrontando tutte le criticità accumulate nel corso del tempo, a cominciare dalla qualità del lavoro di tutti i giornalisti».

@fnsisocial

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