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Vertenze 02 Mar 2009

Sciopero all'Unità che mercoledì 4 marzo non sarà in edicola Giovedì previsto un incontro tra l'Azienda e il Cdr L'Assostampa romana a fianco dei colleghi del quotidiano La solidarietà dei cdr del Secolo d'Italia e del

Sciopero dei giornalisti dell'Unita' che non sara' in edicola mercoledi' 4 marzo. Lo ha annunciato il Comitato di redazione del giornale al termine di una lunga assemblea. Al centro della vertenza la crisi economica dell'Unita' che ha spinto la proprieta' a presentare un 'drastico' piano di contenimento dei costi

Sciopero dei giornalisti dell'Unita' che non sara' in edicola mercoledi' 4 marzo. Lo ha annunciato il Comitato di redazione del giornale al termine di una lunga assemblea. Al centro della vertenza la crisi economica dell'Unita' che ha spinto la proprieta' a presentare un 'drastico' piano di contenimento dei costi

La situazione critica dell'Unita' dovrebbe avere un momento importante giovedi' prossimo, giorno in cui - secondo quando si apprende - sarebbe previsto un incontro tra la Nie (Nuova iniziativa editoriale, societa' editrice dell'Unita) e il comitato di redazione del giornale. Il quotidiano fondato da Antonio Gramsci attraversa un momento particolarmente difficile: ha infatti bisogno di un'iniezione di denaro 'fresco' da parte di un nuovo investitore per poter andare avanti, constatata l'indisponibilita' di Renato Soru a ricapitalizzare. L'amministratore delegato e presidente della Nie, Antonio Saracino, venerdi' scorso ha presentato un piano che ha provocato la reazione forte della redazione. I giornalisti, nell'affidare al Cdr un pacchetto di cinque giorni di sciopero, hanno espresso ''forte allarme dinnanzi al drastico piano di ristrutturazione presentato dall'azienda''. ''Un piano - hanno scritto in un documento pubblicato sabato sul giornale - che compromette il giornale e le sue prospettive di sviluppo, l'occupazione, i livelli salariali e le professionalita' dei giornalisti, colpendo in modo particolare il precariato''. Da venerdi' si susseguono incontri, contatti e assemblee: il comitato di redazione sabato scorso ha incontrato il segretario della Fnsi, Franco Siddi. (ANSA) L’Associazione Stampa Romana è al fianco dei colleghi dell’Unità che oggi attuano il primo giorno di sciopero di un pacchetto di cinque affidato dall’assemblea al Cdr. Il sindacato non può accettare che i tempi e i contenuti di una crisi, i contorni della quale non sono stati ancora chiariti dall’editore, siano determinati unilateralmente dall’azienda, senza un confronto con il Comitato di Redazione, la Fnsi e le Associazioni regionali di stampa. La testata fondata da Antonio Gramsci sembrava avviata a una nuova e stabile collocazione nel panorama editoriale, dopo l’avvento al timone della società Nie di Renato Soru, se pur nell’ambito del blind trust previsto dalle norme della regione Sardegna. Un piano di rilancio che prevedeva il cambio di formato, il full color e l’apertura di una serie di redazioni decentrate è stato appena portato in porto e stava dando i suoi frutti in termini di copie vendute. Abbandonare questa rotta, pur in un momento di difficoltà finanziaria, sarebbe un errore fatale e rischierebbe di vanificare lo sforzo sostenuto dall’intera redazione per varare il nuovo piano editoriale. Anche in questo caso, i giornalisti e gli altri lavoratori, rischiano di pagare meccanismi estranei a una logica puramente editoriale. Nonostante questo l’Asr, come gli altri soggetti sindacali coinvolti, si dichiara disponibile al confronto su un nuovo piano industriale ed editoriale che garantisca i posti di lavoro, anche quelli a tempo determinato, le retribuzioni e la professionalità dei colleghi. Un percorso che deve avvenire all’interno delle leggi e delle regole contrattuali. Solidarietà del cdr e dei redattori del Secolo d'Italia ai colleghi e alle colleghe del quotidiano l'Unità costretti a scendere in sciopero contro la minaccia di liquidazione della società editrice. "L'editore Renato Soru - si legge in una nota del quotidiano di An - vuole far pagare a giornalisti e lavoratori poligrafici i costi di una logica editoriale che dopo soli quattro mesi degli squilli di tromba con cui sono stati annunciati i piani di rilancio della testata, punta a un drastico ridimensionamento". Desta allarme, in particolare, prosegue il comunicato, "la fissazione della data del 23 marzo come termine ultimo per scongiurare lo stato di insolvenza, un vero e proprio ultimatum formulato senza motivazioni accettabili e senza rispettare i tempi e le norme contrattuali". (ANSA) Il comitato di redazione della Nazione esprime, in una nota, la propria solidarietà ai colleghi de L'Unità che domani non fanno uscire il giornale per uno sciopero proclamato per respingere il piano di abbattimento dei costi presentato dalla società editrice. "Un piano - sottolinea il Cdr della Nazione - che riporta il giornale in uno stato di profonda incertezza occupazionale". (ANSA)

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