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Un momento del presidio in piazza a Milano
Vertenze 21 Mag 2018

Sciopero giornalisti Mondadori, lavoratori e sindacato in piazza contro le cessioni di TuStyle e Confidenze

«Siamo qui per ribadire la nostra vicinanza ai colleghi e la nostra contrarietà  a quella che ha tutta l'aria di essere una 'rottamazione' mascherata», ha detto la segretaria generale aggiunta vicaria della Fnsi, Anna Del Freo. Perucchini (Alg): «Sì investimenti, no dismissioni».

Si è chiuso con un picchetto davanti alla libreria Mondadori di piazza Duomo, a Milano, lo sciopero di tre giorni indetto dai lavoratori delle testate del gruppo di Segrate dopo le voci di cessione di 'TuStyle' e 'Confidenze' alla società European Network. I giornalisti del gruppo, insieme con i rappresentanti della Federazione nazionale della Stampa italiana e dell'Associazione Lombarda dei giornalisti, hanno distribuito ai passanti volantini e riviste della Mondadori e spiegato le ragioni della protesta.

«Siamo qui per ribadire la nostra vicinanza ai colleghi di tutta la redazione di Mondadori e ai giornalisti delle due testate – ha detto la segretaria generale aggiunta vicaria della Fnsi, Anna Del Freo – e per ripetere che anche noi, come i colleghi, riteniamo inaccettabile la paventata cessione di 'TuStyle' e 'Confidenze'. Vediamo come un pessimo segnale il fatto che l'editore voglia dar via due storiche testate, posizionandosi così in un'ottica di dismissione piuttosto che di rilancio, e temiamo che la cessione non dia garanzie per il futuro dei posti di lavoro. Per questo ci opponiamo con forza a questa che ha tutta l'aria di essere una 'rottamazione' mascherata dei giornalisti che lavorano nei due periodici».

Per il presidente dell'Associazione Lombarda dei giornalisti, Paolo Perucchini «la grande partecipazione dei colleghi allo sciopero e alla manifestazione in piazza Duomo è la dimostrazione di quale impatto abbia avuto la notizia della cessione delle due pubblicazioni. Vogliamo evitare che venga smantellato un patrimonio di testate che rappresenta un punto di riferimento nel settore dell'informazione periodica italiana. Il sindacato affiancherà i giornalisti Mondadori in questa battaglia: dopo anni di sacrifici e tagli di posti di lavoro non è accettabile che il primo editore italiano nel mondo dei periodici smobilizzi pezzi del suo core business abdicando al suo ruolo di imprenditore».

Sono 26 i giornalisti che lavorano a 'TuStyle' e 'Confidenze'. «Dieci anni fa i giornalisti del gruppo di Segrate erano 500, ora sono 210. Dove si fermerà questa emorragia dei giornalisti?», chiede il comitato di redazione. «Alla vigilia della chiusura del terzo stato di crisi – conclude il Cdr – costato ai giornalisti pesanti tagli di organico e ingenti sacrifici economici, e nonostante nel 2017 la Divisione Periodici abbia conseguito un utile pari a 15 milioni di euro (il migliore degli ultimi anni), assistiamo a questo mesto spettacolo scandito dalla scarsa trasparenza nei rapporti e da un'assenza di qualsiasi politica di sostegno e rilancio delle testate».

PER APPROFONDIRE
Di seguito il comunicato di solidarietà del Cdr Hearst Magazines Italia ai colleghi della Mondadori:

Il Cdr Hearst Magazines Italia esprime solidarietà ai colleghi della Mondadori che dopo anni di sacrifici si trovano a dover affrontare la scelta dell’editore di cedere due testate storiche del gruppo, come TuStyle e Confidenze, a una società che non può essere paragonata, per prestigio, storia e dimensioni, alla casa editrice di Segrate. Siamo di fronte all’ennesimo caso di una politica miope e di un editore che sembra aver dimenticato quale sia il proprio ruolo, pronto prima a smentire le voci di vendita e anzi ad annunciare piani di rilancio e acquisizioni, salvo poi disinvestire, lasciando che siano le redazioni – già provate da ripetuti stati di crisi – a pagare il prezzo più salato; un caso ancor più grave e preoccupante perché arriva da una casa editrice che ha fatto la storia della carta stampata in Italia. Il Cdr Hearst Magazines Italia è a fianco dei colleghi della Mondadori ed è pronto a sostenere qualsiasi iniziativa si decida di prendere per porre fine a questa preoccupante tendenza.

@fnsisocial

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