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Fnsi 08 Ott 2002

Settima assemblea degli Stati Generali riuniti a Roma per la difesa dell’autonomia

Settima assemblea degli Stati Generali riuniti a Roma per la difesa dell’autonomia

Settima assemblea
degli Stati Generali
riuniti a Roma
per la difesa
dell’autonomia

7 ottobre 2002. ANSA - Un'analisi della situazione attuale e delle prospettive degli Enti dei giornalisti (Fnsi, Ordine, Inpgi, Casagit e Fondo) per difendere l'autonomia sindacale, professionale, previdenziale e assistenziale è stata avviata oggi nell'ambito della VII Assemblea nazionale degli Stati generali. Un'analisi che si è resa necessaria anche alla luce della crescente conflittualità con Fieg e aziende editoriali e i recenti provvedimenti adottati dal governo. Il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, ha richiamato la necessita del giornalista ''di imparare e muoversi all'interno della trasformazione tecnologica'' di cui Internet è il futuro. C'è bisogno, a suo avviso, ''di un giornalismo che cresca in autorevolezza e non solo in quantità ''. I lettori e i telespettatori richiedono sui fatti ''una valutazione, un giudizio, un'analisi - ha osservato Del Boca - un po' meno approssimativa sui fatti''. ''Non ci si puo' improvvisare giornalisti - ha ribadito - occorre andare a scuola o tornarci''. Per questo a parere di Del Boca ''l'università è la risposta fondamentale, necessaria e indispensabile. La scuola come canale d'accesso alla professione, è il cardine principale della riforma che l'Ordine immagina per il proprio futuro''. La proposta di riforma, ha ricordato Del Boca, è stata votata a luglio con due soli voti contrari. ''Ora tocca al Parlamento - ha proseguito - che ha tempi molto lunghi ma lasciare i giornalisti con la legge del 1963 sarebbe come mandare gli alpini in Afghanistan con i fucili della Seconda guerra mondiale''. Del Boca ha quindi richiamato l'importanza dell'autonomia dell'indipendenza della professione, il saper ascoltare e riferire ''che significa avvicinarsi all'obiettività ed avere quindi libertà e responsabilità'' e ha stigmatizzato il giornalismo-protagonismo, incoraggiando maggiore sobrietà. Il presidente della Casagit, Andrea Leone, ha detto che ''l'attacco da parte degli editori agli istituti della categoria non accenna a placarsi''. A tutt'oggi la Casagit regge bene ''anche grazie alla riserva accumulata negli ultimi anni. Non ci sono preoccupazioni immediate - ha riconosciuto - ma qualcosa dobbiamo modificare''. Leone ha ricordato che ''oggi il 3,50% che preleviamo dalle buste paga dei colleghi contrattualizzati è mediamente diminuito, in valore assoluto rapportato al potere di acquisto, almeno del 30% rispetto a quanto fosse venti anni fa. Dall'altro lato, le spese mediche salgono soprattutto in alcune regioni''. Positiva la situazione dell'Inpgi illustrata dal presidente Gabriele Cescutti. ''Avevamo indicato anche per il 2002 un possibile attivo di oltre 80 miliardi di lire e le analisi consentono di raggiungere e superare queste cifre''. Quanto alla riforma dell'Inpgi Cescutti ha spiegato che è stata necessaria per ''seri motivi di preoccupazione riferiti ad un lontano futuro''. Una riforma giustificata da ''un bilancio tecnico attuariale che l'Inpgi è tenuto a far redigere almeno ogni tre anni e che il ministero del Lavoro ci aveva sollecitato''. Un documento che conferma la solidità dell'Inpgi che potrà proseguire per almeno 15 anni. Sull'istituto di previdenza, ha detto Cescutti, ''continua a gravare un rischio, rappresentato dall'anomalia dei prepensionamenti conseguenti agli stati di crisi''. Fra le crisi ce ne sono alcune ''fasulle ma ci sono anche aziende i cui bilanci denunciano una difficoltà reale e i cui giornalisti non possono essere abbandonati dal sindaco, dall'Inpgi e dalla categoria''. Infine Cescutti ha ricordato che ''la nostra richiesta di aumento contributivo a dicembre sembrava destinata al successo ma i 'falchi' della Fieg l'hanno fatta fallire''. Solo la difesa e il consolidamento di diritti forti possono garantire una autonomia dell' informazione più alta con una migliore qualità che arriva ai cittadini, liberi di scegliere il media che più li soddisfa. E' da questi temi, secondo 12 associazioni regionali della stampa che hanno sottoscritto un documento unitario, che deve partire la mobilitazione dei giornalisti italiani per lanciare una vera e propria vertenza informazione che esca dai confini della categoria. Il documento è stato diffuso durante il dibattito nell'ambito degli Stati generali degli Enti giornalistici. Le associazioni (di Basilicata, Emilia-Romagna, Liguria, Marche, Puglia, Toscana, Umbria, Val d' Aosta, Veneto, Trentino-Alto Adige, Abruzzo e Sicilia) osservano nel documento che ''la proposta di una giornata di lotta nazionale dei giornalisti, autonoma e specifica, non è disgiunta dalle posizioni dei sindacati francesi che si oppongono ai piani dell'editore Riffeser. E da quelle dei Comitati di redazione che contrastano la politica della Fieg di far pagare alla categoria le ristrutturazioni camuffate da stati di crisi''. La stessa proposta, secondo le 12 associazioni, non è disgiunta dalla difesa anche ''dalle iniziative indispensabili per sostenere il confronto per il primo contratto di settore per gli uffici stampa, il rinnovo dei bienni economici dei contratti per l'emittenza radio-televisiva locale e di quello Fnsi-Fieg per i giornali, l'on-line e i freelance, né dalla difesa del potere d'acquisto degli stipendi e delle pensioni''. Nel documento si rileva che ''l'autonomia delle nostre scelte deve essere piena, rispettando e tutelando anche chi tra i colleghi deciderà di aderire ad altre iniziative di protesta''. Fra i diritti rivendicati dalle 12 associazioni, quello per la legge di sistema per l'informazione radio-televisiva e contro i conflitti d'interesse; per consolidare la difesa degli istituti di categoria, dei diritti sindacali e di rappresentanza attaccati dagli editori anche con iniziative giudiziarie, delle regole del mercato del lavoro sottoscritte nei contratti e sempre più disdettati dagli editori-imprenditori. E ancora si rivendica il diritto a garantire rappresentatività e tutele per i freelance, il lavoro autonomo, il foto-giornalismo.

@fnsisocial

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