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Cdr 08 Nov 2005

Tv: rivolta a Mediaset, Bonolis lascia 'Serie A'

Ventiquattr'ore fa aveva detto: resto e 'Serie A' si trasferisce a Roma. Stasera l'addio: Paolo Bonolis lascia il programma. Una decisione ''irrevocabile'' - resa nota dall'azienda e che voci dicono presa dopo una telefonata di Silvio Berlusconi - che arriva dopo una giornata difficilissima per Mediaset.

Ventiquattr'ore fa aveva detto: resto e 'Serie A' si trasferisce a Roma. Stasera l'addio: Paolo Bonolis lascia il programma. Una decisione ''irrevocabile'' - resa nota dall'azienda e che voci dicono presa dopo una telefonata di Silvio Berlusconi - che arriva dopo una giornata difficilissima per Mediaset.

I giornalisti sportivi erano scesi sul piede di guerra, pronti a annunciare lo stop alla collaborazione al 'Novantesimo minuto' del Biscione e ad affidare al comitato di redazione quattro giorni di sciopero. Una protesta che ha trovato subito solidali tutti i cdr del gruppo, ma anche Fnsi, Rai Sport e Usigrai. Bonolis lascia - spiega Mediaset in serata - perché ''offeso dagli insulti ricevuti nell'ultima puntata di 'Controcampo'''. Il conduttore Sandro Piccinini aveva preso le distanze dalle dichiarazioni di Bonolis sul direttore della testata Ettore Rognoni (definito 'Er Penombra'): ''Insultare il nostro direttore è insultare tutti noi'', aveva detto Piccinini, sottolineando come ''troppa luce può dare alla testa''. L'azienda, che ieri aveva preso le distanze dalle parole di Bonolis, ''stigmatizza oggi i omportamenti e le espressioni formulate successivamente nei riguardi del conduttore''. Mediaset respinge anche ''l'ipotesi offensiva di aver subito ricatti'' e spiega di aver confidato che il programma potesse trasferirsi a Roma ''senza aver mai messo in discussione la responsabilità della testata giornalistica''. Una risposta ai giornalisti di Sport Mediaset, che già ieri sera erano saliti sulle barricate e che oggi hanno approvato all'unanimità un documento durissimo: ''Non esistono più le condizioni per una collaborazione comune al programma'', hanno sottolineato, chiedendo all'azienda ''la conferma che a Mediaset l'informazione è prerogativa delle redazioni giornalistiche; che 'Serie A' sia un programma a cura della testata giornalistica sport Mediaset; che venga rispettato il contratto nazionale di lavoro giornalistico'' e affidando al cdr quattro giorni di sciopero. Nella lunga riunione di oggi - a quanto si apprende - sarebbe serpeggiata in assemblea la sensazione che il conduttore abbia 'tirato la corda' per mollare un programma accettato - come ha spiegato ieri sera in diretta - per spirito d'azienda. Accanto ai colleghi dello Sport Mediaset, sono scesi subito in campo i cdr delle altre testate. ''Indignazione'' è stata espressa dal cdr del Tg5 per le ''ambigue allusioni'' con cui Bonolis ''ha offeso il direttore della testata Sport Mediaset Ettore Rognoni'' ma anche per l'annuncio del trasferimento a Roma del programma, realizzato dalla redazione sportiva, in barba al contratto dei giornalisti, alla consuetudine dei rapporti sindacali interni all'azienda e al galateo. Il cdr di Studio Aperto ha parlato di ''sconcerto'' e di ''inaccettabile comunicazione di serie e gravi decisioni editoriali fatta da un collaboratore''. Sulla stessa linea il cdr del Tg4, che ha puntato il dito contro le ''affermazioni inqualificabili'' del conduttore, e quello di Tgcom. Senza citare il caso Bonolis, il cdr di Rai Sport d'intesa con l'Usigrai ha richiamato la necessità di ''rispettare il lavoro delle redazioni e le professionalità interne''. Più dura la presa di posizione della Fnsi: ''Il sindacato dei giornalisti non può accettare che un collaboratore super pagato si permetta di insultare il lavoro delle redazioni e dei giornalisti di Mediaset con espressioni di disprezzo per la stessa natura della professione giornalistica. Questo accade quando si affidano a personaggi dello spettacolo, pervasi da un delirio di onnipotenza, responsabilità di coordinamento e di gestione di pezzi dell'informazione sportiva''. A quanto si apprende, il malumore si sarebbe diffuso anche tra i volti più noti dei palinsesti del Biscione, che non avrebbero gradito l'uso 'personale' del mezzo televisivo fatto ieri sera dal conduttore. ''Non riuscirei mai a prendere in mano il microfono usando toni cosi' personali come ha fatto lui, soprattutto quando la persona che ha attaccato, Ettore Rognoni, non aveva nessuna possibilità di replica'', ha commentato Maria De Filippi in un'intervista a 'Chi?', in edicola mercoledì. Antonio Ricci, protagonista di un lungo duello televisivo con l'ex re Mida degli ascolti quando era l'anti-'Striscia', in un intervento sul sito di Articolo 21 ha detto: ''Sta succedendo esattamente quello che avevo previsto. Noi ci siamo già passati. La novità è che se ne stanno accorgendo anche gli altri''. Il riferimento, neanche troppo velato, è a quel 'Vergognati' che Bonolis lanciò in diretta a 'Domenica in', l'11 gennaio del 2004, all'indirizzo del patron del tg satirico di Canale 5, che lo aveva accusato di aver 'speculato' sul dolore con un'intervista a una medium che sosteneva di comunicare con l'aldilà. (ANSA – 7 novembre 2005)

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