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I rappresentanti di Assostampa e Odg umbri con la presidente della Regione, Catiuscia Marini
Associazioni 08 Feb 2019

Umbria, il Cdm impugna la legge sull'informazione. Asu e Odg: «L'obiettivo è sostenere la buona editoria»

«Nel rimetterci con la massima fiducia al giudizio della Corte Costituzionale l'auspicio è che vengano riconosciuti e legittimati principi che, tra l'altro, hanno già  ricevuto accoglimento in altre leggi regionali in materia attualmente in vigore», osservano Marco Baruffi e Roberto Conticelli.

«Abbiamo operato perché il rispetto delle leggi e delle regole da parte delle aziende editoriali fossero i pilastri della normativa regionale a sostegno della informazione locale, ritenendo imprescindibile che l'erogazione di sostegni pubblici premiasse una condotta di impresa esemplare, a tutela dell'occupazione e dell'autonomia dei giornalisti. Pertanto non possiamo condividere l'iniziativa, pur legittima, del Governo, che ha impugnato la legge in materia recentemente approvata dal Consiglio regionale, contestando l'esclusione dai finanziamenti previsti delle imprese i cui titolari abbiano riportato una condanna penale, anche in via non definitiva, per reati contro la pubblica amministrazione o per frode». È quanto dichiarano il presidente dell'Associazione Stampa Umbra Marco Baruffi e il presidente dell'Ordine dei Giornalisti Roberto Conticelli alla notizia dell'iniziativa assunta dall'esecutivo nazionale, sottolineando la condivisione della posizione assunta dalla Giunta Regionale.

«Non intendiamo certamente mettere in discussione la Costituzione e il Codice Penale, sul cui rispetto siamo in prima fila ogni giorno nell'esercizio della nostra professione – puntualizzano Baruffi e Conticelli – ma dobbiamo rimarcare che nel confronto con la Giunta e il Consiglio regionali abbiamo sostenuto consapevolmente e in maniera convinta il vincolo all'erogazione dei sostegni pubblici messo in discussione dal Governo, per difendere la legalità e per incentivare la buona editoria».

«Nel rimetterci con la massima fiducia al giudizio della Corte Costituzionale – concludono Baruffi e Conticelli – l'auspicio è che vengano riconosciuti e legittimati principi che, tra l'altro, hanno già ricevuto accoglimento in altre leggi regionali in materia attualmente in vigore».

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