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La manifestazione di protesta di sabato scorso a Lecce (Foto: ansa.it)
Associazioni 12 Mar 2019

Xylella, Fnsi e Assostampa Puglia al fianco dei giornalisti minacciati da querele bavaglio

Un sedicente Coordinamento degli Agricoltori per l'Olivicoltura annuncia di aver denunciato per procurato allarme diversi colleghi del Tg1 e della Gazzetta del Mezzogiorno. «Ci auguriamo che questo vezzo di investire le Procure ogni volta che i giornali pubblicano notizie scomode finisca e venga sanzionato una volta per tutte», è la risposta del sindacato.

Federazione nazionale della Stampa italiana e Associazione della Stampa di Puglia si schierano «contro l'ennesimo tentativo di utilizzare la minaccia delle querele temerarie per imbavagliare la libertà di stampa e il diritto di cronaca». È quanto sta tentando di mettere in atto, spiega il sindacato in una nota, «un sedicente Coordinamento degli Agricoltori per l'Olivicoltura che annuncia di aver querelato per procurato allarme diversi giornalisti del Tg1 insieme con il collega della Gazzetta del Mezzogiorno, Marco Mangano, e con il direttore della testata giornalistica, Giuseppe De Tomaso, 'colpevoli' di aver raccontato sul giornale le legittime manifestazioni di protesta che si sono svolte sabato scorso a Lecce e di aver, in questi mesi, seguito la preoccupante vicenda della batteriosi degli ulivi in Puglia».

La Gazzetta e i giornalisti chiamati in causa, proseguono Fnsi e Assostampa Puglia, «non si sono mai rifiutati di dare spazio alla voce di ciascuna organizzazione agricola sui tragici fatti che stanno investendo l'olivicoltura pugliese, sulla cui propagazione, come noto, vi sono opinioni diverse e sono davvero poche quelle supportate da adeguate ricerche scientifiche. Dunque non sappiamo a quale 'procurato allarme' si riferisca la sedicente organizzazione di Francavilla Fontana, visto che i timori dell'intera comunità pugliese e di tutte le organizzazioni agricole sul caso sono state abbondantemente manifestate e giustamente raccontate sul giornale pugliese. Sappiamo, invece, che il lavoro giornalistico svolto con autonomia e dignità professionale dai colleghi non può essere utilizzato come strumento di propaganda, tramite l'annuncio di querele, da parte di talune organizzazioni e ci auguriamo che questo vezzo di investire le Procure ogni volta che i giornali pubblicano notizie scomode o non compiacenti a qualcuno finisca e venga sanzionato una volta per tutte».

@fnsisocial

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