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Governo 06 Ago 2009

A carico delle aziende il 30% del costo dei prepensionamenti Ratificata dai ministeri vigilanti la delibera dell'Inpgi che dà attuazione all’accordo contrattuale Fnsi-Fieg

I Ministeri vigilanti hanno approvato la delibera assunta dall’Inpgi lo scorso 25 giugno con la quale il Consiglio di amministrazione aveva aderito alle determinazioni delle Parti sociali (Fieg-Fnsi), formalizzate in occasione del rinnovo del contratto di lavoro giornalistico e in un accordo aggiuntivo firmato il 24 giugno.

I Ministeri vigilanti hanno approvato la delibera assunta dall’Inpgi lo scorso 25 giugno con la quale il Consiglio di amministrazione aveva aderito alle determinazioni delle Parti sociali (Fieg-Fnsi), formalizzate in occasione del rinnovo del contratto di lavoro giornalistico e in un accordo aggiuntivo firmato il 24 giugno.

Il provvedimento approvato dai Ministeri vigilanti prevede che ciascuna azienda che farà ricorso ai pensionamenti anticipati, versi all’Inpgi un contributo pari al 30% del costo complessivo di ogni prepensionamento, così come quantificato dall’Inpgi all'atto delle dimissioni del singolo giornalista interessato. Tale contributo sarà utilizzato, prioritariamente per la copertura del maggior costo derivante dall’eliminazione degli abbattimenti percentuali dell’assegno di pensione, previsti precedentemente per i prepensionamenti, nonché in caso di esaurimento del fondo di 20 milioni di euro stanziato ogni anno dallo Stato. E’ stato introdotto, inoltre, un contributo mensile pari allo 0,60% della retribuzione imponibile, di cui lo 0,50% a carico delle aziende e lo 0,10% a carico dei giornalisti, per far fronte alle esigenze finanziarie degli istituti di sostegno al reddito (cigs, mobilità, contratti di solidarietà) gestiti dall’Inpgi. Fino ad oggi, il costo derivante da questi istituti, era posto interamente a carico del bilancio dell’Inpgi. “Con il via libera alla copertura finanziaria – afferma il Presidente Andrea Camporese – è definitivo il nuovo assetto legislativo dei prepensionamenti (pur rimanendo inalterata la precedente normativa per l’accesso al trattamento) e degli ammortizzatori sociali. Si tratta di un importante intervento che contribuirà, contemporaneamente, a garantire la stabilità presente e futura dell’Istituto e a tutelare le esigenze e le aspettative dei colleghi in un momento di difficile congiuntura economico-finanziaria che investe anche il mondo dell’editoria. Queste norme, insieme alle occasioni di stabilizzazione del precariato e del lavoro irregolare messe in atto dall’Inpgi, possono rappresentare gli strumenti di una ridefinizione del sistema editoriale e del suo rilancio futuro. Se oggi la crisi morde, un’idea di giornalismo del futuro, e quindi di nuova occupazione, a partire dalle piattaforme multimediali, resta imprescindibile. Oltre al primario valore sociale, questa dinamica di tenuta numerica della platea del giornalismo italiano ha un forte valore previdenziale per la sostenibilità del sistema nei prossimi decenni. L’utilizzo responsabile e motivato dei nuovi ammortizzatori sociali che oggi divengono operativi trova in Fnsi e in Fieg i soggetti che debbono raggiungere accordi disegnando l’orizzonte del giornalismo che verrà.”

@fnsisocial

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