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Usigrai 19 Apr 2011

Carlo Verna: “La Rai censoria se rinuncia a proiezioni”

''Lasciare alle altre emittenti le proiezioni su una competizione elettorale così cruciale in questa travagliata fase politica del paese vuol dire gettare la spugna e rinunciare al ruolo di servizio pubblico'' . Lo dice il segretario dell'Usigrai Carlo Verna, che commenta le indiscrezioni pubblicate oggi dal quotidiano La Repubblica.

''Lasciare alle altre emittenti le proiezioni su una competizione elettorale così cruciale in questa travagliata fase politica del paese vuol dire gettare la spugna e rinunciare al ruolo di servizio pubblico'' . Lo dice il segretario dell'Usigrai Carlo Verna, che commenta le indiscrezioni pubblicate oggi dal quotidiano La Repubblica.

E sottolinea: ''Si tratterebbe, se venissero  confermate le anticipazioni di stampa, di una scelta ridicola e censoria. C'è da immaginarsi il dibattito  sulle reti  Rai tra politici che farebbero continuo riferimento alle proiezioni  provenienti dalle altre emittenti, una sorta di invito a cambiare canale.
Perché - conclude Verna - i direttori di testata non si ribellano come hanno saputo fare i loro giornalisti partecipando in massa al nostro referendum su Masi? Il Cda non considera grave una decisione del genere , a quanto pare senza un dibattito consigliare?''. (ANSA)

CDR, SAREBBE MOLTO GRAVE NO A PROIEZIONI
I comitati di redazione di Tg1, Tg2, Tg3, Giornale radio, Rainews 24, Televideo, coordinamento cdr-tgr, Rai Parlamento, Gr Parlamento e Rai internazionale esprimono preoccupazione per le indiscrezioni di stampa secondo cui la Rai avrebbe deciso di non utilizzare le proiezioni di voto per le prossime elezioni amministrative.
''Sarebbe molto grave - si legge in una nota congiunta dei cdr - se la Rai non fornisse ai cittadini la dovuta e puntuale informazione su momenti fondamentali per la vita democratica.
Non possiamo abdicare al nostro ruolo di servizio pubblico, ne' delegarlo all'emittenza privata e concorrente. D'altra parte appare una strategia aziendale suicida rinunciare a trasmissioni che, oltre a rappresentare l'essenza stessa del servizio pubblico, hanno sempre garantito record di ascolto a cui non crediamo la televisione pubblica possa rinunciare. Invitiamo il direttore generale Masi a fare chiarezza sulla questione''. (ANSA)

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