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La sede del Secolo XIX (Foto associazioneliguregiornalisti.org)
Vertenze 28 Mar 2024

Cessione Il Secolo XIX, Assostampa Ordine e Cronisti liguri: «Al fianco dei colleghi, subito garanzie sul futuro»

Dai rappresentanti regionali dei giornalisti «pieno e totale sostegno» alla redazione. Il Cdr del quotidiano: «Preoccupano le modalità con cui è stata informata la rappresentanza sindacale». Il Cdr della Stampa: «Atteggiamento inaccettabile». Il Cdr di Repubblica: «Non abbiamo più fiducia nelle rassicurazioni dell'azienda». Slc Cgil: «No alla dismissione».

Associazione Ligure dei Giornale, Gruppo Cronisti Liguri e Ordine dei Giornalisti della Liguria esprimono «pieno e totale sostegno» ai giornalisti del Secolo XIX dopo che il gruppo Gedi e il gruppo Msc hanno comunicato mercoledì 27 marzo 2024, in una nota congiunta, di aver raggiunto un'intesa preliminare per la cessione del Secolo XIX a una società interamente controllata dal gruppo Msc. Associazione, Gruppo Cronisti e Ordine «sono al fianco della redazione del Decimonono e chiedono con forza che vengano date immediate garanzie su occupazione, livelli retributivi e futuro del giornale».

Sulla vicenda intervengono anche i Comitati di redazione del Decimonono, de La Stampa e de La Repubblica e la segretaria nazionale Slc Cgil, Giulia Guida. «Le testate locali, specie quelle storiche come il Secolo XIX,  sono presìdi di democrazia che non possono venire meno, pena l'impoverimento del tessuto civile, sociale e culturale dei territori», afferma Guida, che esprime forte preoccupazione per le conseguenze del piano di riorganizzazione del gruppo Gedi di dismissione di importanti organi di informazione locali.

«La libertà di informazione – aggiunge – è un bene comune, preziosissimo, in nome della quale nel tempo la Slc non si è mai detta favorevole a scelte come quella che coinvolge oggi il Secolo XIX. Una contrarietà che perciò confermiamo insieme alla necessità della tenuta occupazionale delle maestranze, giornalisti e poligrafici, che hanno incarnato con il loro lavoro quella garanzia della libertà di informazione che oggi rischia di venire meno con l'incerto futuro della testata».

Per il Cdr del Secolo XIX, «il Gruppo Gedi, dopo numerose smentite sulla possibilità vendita del nostro giornale, ha dimostrato ancora una volta tutta la sua poca credibilità. Comportandosi come aveva già fatto in passato quando operazioni di cessione erano state negate per poi concretizzarsi subito dopo e portando allo smantellamento di quello che fino a poco fa era il primo gruppo editoriale italiano», si legge in un comunicato sindacale.

«Siamo fortemente preoccupati, non tanto per una eventuale cessione ad un gruppo economicamente solido come Msc da cui siamo in attesa di conoscere piani e investimenti futuri, ma quanto per le modalità con cui la rappresentanza sindacale (e di conseguenza tutta la redazione) è stata informata dell'avvio della due diligence. Dare una comunicazione così importante con queste modalità improvvise e frammentarie è assolutamente inaccettabile e irrispettoso nei confronti di una testata che da quasi 140 anni è la voce di Genova e della Liguria intera. Ci saremmo aspettati che questa comunicazione arrivasse direttamente dall'amministratore delegato di Gedi Maurizio Scanavino che non ha presenziato all'incontro con il Cdr ma poi ha rilasciato dichiarazioni a mezzo stampa mancando di rispetto a tutta la redazione», prosegue il Cdr.

«Chiediamo subito a Gedi – concludono i rappresentanti sindacali – risposte concrete e chiare sul futuro del Secolo XIX, oltre che il piano di investimenti previsto all'interno dello stato di crisi già in atto al giornale. Ci auguriamo che il nuovo editore, qualora l'operazione si concluda positivamente, garantisca livelli occupazionali e retributivi partendo dal rispetto del contratto di lavoro. Ma che attui anche una serie di azioni per il rilancio della testata: investimenti che da Gedi non sono mai arrivati visto che si è preferito prendere la strada dei risparmi diffusi e volti ad un unico obiettivo, quello di disfarsi di una testata storica dell’editoria italiana».

L'annuncio della firma del preliminare di intesa per la cessione del Secolo XIX «conferma la perdita totale di credibilità dell’editore che solamente la scorsa settimana, pur a fronte delle voci sempre più ricorrenti e a domanda diretta, aveva negato ai rappresentanti della redazione l’esistenza di ogni trattativa, smentendo anche azioni o sollecitazioni volte alla ricerca di possibili acquirenti», rileva il Cdr de La Stampa.

«Non è la prima volta – incalzano i rappresentanti sindacali – che nel volgere di pochi giorni si concretizza quanto Gedi smentisce. È una vergogna, un atteggiamento inaccettabile, non rispettoso della redazione e dei rapporti col Comitato di redazione che dovrebbero essere sempre improntati alla massima correttezza e trasparenza».

Per il Cdr de La Stampa, che esprime «tutta la sua solidarietà ai colleghi liguri», la cessione de Il Secolo XIX «apre ora un serissimo problema rispetto al piano di prepensionamenti e di riorganizzazione in atto a La Stampa. Ovviamente questo piano va ora rivisto radicalmente dal momento che la nostra presenza sul territorio ligure è garantita da un hub condiviso con una testata che ora viene ceduta. Per recuperare la nostra fiducia – proseguono i giornalisti – l'editore dovrà dimostrare con atti concreti, e mezzi aggiuntivi rispetto ai piani attuali, la volontà di mantenere la presenza de La Stampa nelle sue storiche province di diffusione liguri come peraltro ci è stato garantito nell'ultimo incontro e per questa ragione richiediamo un incontro urgente con l'amministratore delegato del gruppo Gedi Maurizio Scanavino riservandoci la possibilità di attuare le forme di protesta che riterremo opportune».

La nota si chiude con la dichiarazione dello stato di agitazione e il blocco di qualunque iniziativa editoriale extra quotidiano «fino a quando non saranno ristabilite corrette relazioni sindacali. Apprezziamo la volontà espressa da Gedi di voler valorizzare La Stampa come testata nazionale nell'ambito delle strategie di Gedi – conclude il Cdr – ma promesse generiche non ci bastano più. Servono fatti concreti e comunicazioni più trasparenti e più tempestive. Serve soprattutto un piano industriale ed editoriale che individui risorse umane, professionali e finanziarie in grado di realizzare concretamente il 'progetto di media-company digitale forte, innovativa e dinamica' annunciato dall'ad Scanavino e per mantenere intatto il perimetro territoriale del quotidiano. Fatti, insomma, non chiacchiere».

Perplessità e preoccupazione anche a Repubblica. «Come volevasi dimostrare: Gedi e il gruppo MSC hanno comunicato di aver raggiunto un'intesa per la cessione del quotidiano Il Secolo XIX. Il progetto di dismissione di quello che è stato il più importante gruppo editoriale italiano, per numero di lettori e testate, continua», scrive il Comitato di redazione, che, «nell'esprimere solidarietà ai colleghi, non può non ricordare come un anno fa i vertici di Gedi si erano affrettati a smentire ulteriori cessioni di testate».

L'azienda, proseguono i giornalisti, «ora sostiene di essere arrivata alla fine di un percorso che ha visto compagni di strada prendere altre destinazioni. Le nostre preoccupazioni ora riguardano il futuro. Perché finora a fronte della volontà di tagli e riduzione del perimetro non abbiamo visto altrettanta determinazione per costruire quel gruppo multimediale di cui tanto si parla ma poco si vede. Un grande gruppo editoriale è stato di fatto smantellato, un pezzo alla volta, e questo stillicidio di voci, illazioni e poi vendite è estenuante e non permette a nessuno di concentrarsi sul futuro. Non abbiamo più fiducia nelle rassicurazioni di questo management e di questa azienda, che nei fatti continua la strada dei tagli e del disimpegno, non avendo a cuore la nostra missione quotidiana, cioè il giornalismo».

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