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Le proteste fuori dal tribunale a Istanbul (Foto: @MarianoGiustino)
Le proteste fuori dal tribunale a Istanbul (Foto: @MarianoGiustino)
Internazionale 29 Lug 2017

Cumhuriyet, revocato il carcere preventivo a 7 giornalisti. Le accuse di terrorismo restano

La decisione dopo 5 giorni di udienze accompagnate da pacifiche proteste. Restano in detenzione cautelare, tra gli altri, il direttore Murat Sabuncu e il reporter investigativo Ahmet Sık. Gli imputati rischiano fino a 43 anni di carcere. La prossima udienza l'11 settembre.

Solo sette. Si chiude con la scarcerazione di 7 degli 11 tra giornalisti, avvocati e amministratori del quotidiano turco di opposizione Cumhuriyet in detenzione preventiva dal 2016 la prima parte del processo che vede alla sbarra i lavoratori di una delle ultime voci libere rimaste in Turchia dopo la pesante stretta alla libertà di stampa imposta dal presidente Recep Tayyp Erdogan.

A carico degli imputati gravano accuse a vario titolo di terrorismo per presunti legami con il Pkk curdo e con Feto, il movimento legato a Fethullah Gulen al quale le autorità di Ankara addebitano la responsabilità del fallito colpo di stato dello scorso 15 luglio.

La decisione dei giudici sulla conferma delle misure cautelari, consentite dallo stato di emergenza varato dopo il golpe costato la vita a oltre 250 persone, è arrivata dopo 5 giorni di udienze. Gli imputati, in tutto 19 di cui 17 appartententi a Cumhuriyet, rischiano fino a 43 anni di carcere.

All'esterno del tribunale hanno seguito il processo, assieme ad una piccola folla di manifestanti in protesta, anche i familiari, gli amici e i colleghi degli imputati e numerosi osservatori internazionali, tra cui i rappresentanti di International Press Institute, Reporter senza frontiere, Federazione europea e Federazione internazionale dei giornalisti, Centro europeo per la libertà di stampa e dei media, International Publishers Association e Pen International.

I giudici hanno revocato la detenzione preventiva al vignettista Haci Musa Kart, ai giornalisti Güray Tezin Öz, Hakan Karasini e Turan Günay, a Bülent Utku, Mustafa Kemal Güngör e Önder Çelik.

Restano invece in carcere Akın Atalay, amministratore delegato della società che pubblica il quotidiano, Kadri Gürsel, editorialista e rappresentante turco dell'Ipi (l'International Press Institute), il reporter investigativo Ahmet Sık e il direttore Murat Sabuncu, che ha preso il timone del giornale al posto di Can Dündar (anche lui sotto processo) dopo la sua fuga in Germania.

«La scarcerazione dei sette giornalisti di Cumhuriyet è un passo importante. Ora deve seguire il rilascio urgente degli altri imputati e il ritiro delle accuse a loro carico», ha commentato su Twitter Harlem Desir, rappresentante dell'Osce per la libertà dei media, interpretando il sentire di tutte le organizzazioni che da mesi chiedono la liberazione degli operatori dei media detenuti nelle carceri di quello che è diventanto ormai da tempo "il più grande carcere per giornalisti del mondo".

La prossima udienza del processo, intanto, è fissata per l'11 settembre. Secondo quanto riporta l'Ipi si svolgerà alla prigione di Silivri, a pochi chilometri da Istanbul.



PER APPROFONDIRE


Qui il documento congiunto diffuso dopo la decisione dei giudici da European Centre for Press and Media Freedom (ECPMF), European Federation of Journalists (EFJ), International Federation of Journalists (IFJ), International Press Institute (IPI), International Publishers Association (IPA), PEN International e Reporters Without Borders (RSF).

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