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Il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso
Minacce 03 Ago 2017

Dalla Puglia alla Sicilia, giornalisti nel mirino delle società  sportive

Prima il caso del collega di Taranto, Gianni Sebastio, a cui è stato impedito con le maniere forti di intervistare un calciatore. Poi il patron del Palermo Calcio, Maurizio Zamparini, che si è scagliato contro Riccardo Arena del Giornale di Sicilia. «Ma i giornalisti non possono tacere», ribadisce il segretario Lorusso chiedendo l'intervento di autorità  sportive, forze dell'ordine e magistratura.

«La stagione calcistica è comincia nello stesso modo in cui si era conclusa. Ossia con attacchi e atti di prevaricazione nei confronti dei cronisti che si sforzano di fornire un'informazione corretta ed equilibrata». Lo afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della FNSI.
«Quanto successo al collega Gianni Sebastio, di Studio 100 Taranto, aggredito da un dirigente della squadra dopo che gli era stato impedito di intervistare un calciatore, per non parlare del collega Riccardo Arena, messo alla gogna sul sito del Palermo calcio per le sue inchieste – rileva – non sono episodi isolati, ma rappresentano un modo distorto di concepire i rapporti fra le società calcistiche e il mondo dell'informazione. L'aggressione a Gianni Sebastio e l'attacco a Riccardo Arena, ai quali va la solidarietà di tutti i giornalisti italiani, sono la chiara dimostrazione di quanto presidenti padri padroni delle squadre, a tutti i livelli, cerchino di condizionare l'informazione».

A Taranto, per esempio, come denunciano tanti colleghi, è in atto da tempo un'azione mirata della dirigenza della squadra, che milita in serie D, di allontanare tutti i cronisti scomodi, quelli cioè che seguono le partite per raccontarle in modo obiettivo.
«Non si tratta di un caso isolato – conclude Lorusso –, ma di fenomeni sempre più diffusi nell'indifferenza generale. A cominciare da dirigenti di Leghe e Figc, che preferiscono girare la testa dall'altra parte. I giornalisti, invece, non possono tacere. È bene che tutti denuncino gli abusi e gli atti, spesso violenti, che vengono commessi ai danni dei cronisti. Se i vertici del calcio non sono in grado di intervenire, è auspicabile che lo facciano forze dell'ordine e magistratura».

PER APPROFONDIRE
Di seguito i comunicati delle Associazioni regionali di Stampa sui casi di Riccardo Arena e Gianni Sebasto.

Attacco di Zamparini contro Arena, Assostampa: «Infangare i cronisti per distogliere l’attenzione da se stessi»
«L'ennesima aggressione verbale, ormai nota, quella del presidente del Palermo Calcio, Maurizio Zamparini, nei confronti del cronista di giudiziaria del Giornale di Sicilia, Riccardo Arena, esposto a una ingiusta, ingiustificabile e inaccettabile gogna mediatica attraverso il sito della stessa società calcistica, ripropone la questione del delicato ruolo dell’informazione e della sua tutela». Lo afferma in una nota la segreteria regionale dell’Assostampa siciliana.
«Le aggressioni ai giornalisti - si legge ancora nel documento sindacale - sono un fenomeno ormai nazionale, che ha caratteristiche di varia natura; da quelle fisiche, a quelle verbali, a quelle professionali. Sono un segnale preciso che la società italiana si avvia ormai verso una intolleranza  di fondo, a 360 gradi. E che in molti casi bisogna vigilare sui social e sul loro ruolo. La Sicilia, purtroppo, non fa eccezione».
«Nel caso specifico la "colpa" del collega Arena, tra l’altro presidente dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia - osserva il sindacato regionale dei giornalisti - sarebbe, secondo il patron rosanero, quella di avere dettagliatamente informato i suoi lettori della delicatissima indagine in corso sulla società di Zamparini che ha portato già a due perquisizioni da parte della Guardia di Finanza con diverse persone indagate».
L’Associazione siciliana della Stampa, «nel ribadire la propria solidarietà al collega Arena, esprime preoccupazione verso un "modus" (oggi di Zamparini, ieri di altri) di infangare i cronisti per distogliere l’attenzione da se stessi» e di «rispondere non con notizie e repliche circostanziate ma con insulti e fango». (Ansa - Catania, 2 agosto 2017)

Ordine e Assostampa Puglia: «Basta con la "moda" di aggredire i giornalisti.Solidarietà al collega Gianni Sebasto»
Questa volta il bersaglio è stato Gianni Sebastio, giornalista dell’emittente televisiva Studio 100 al quale, al termine di una amichevole del Taranto Calcio, è stato impedito con le maniere forti di intervistare un calciatore. Se questa è l’atmosfera del ritiro precampionato c’è da preoccuparsi per quanto potrà accadere negli incontri ufficiali. L’Ordine dei giornalisti della Puglia e l’Associazione della Stampa di Puglia esprimono solidarietà al collega Sebastio, ultimo caso (si spera ultimo davvero) di manifesta insofferenza verso il dovere di cronaca che viene esercitato con sempre maggiore difficoltà anche nella nostra regione.
La società calcistica precisa in una nota che “i fatti descritti non sono assolutamente avvenuti nel modo raccontato”, specifica che “nessuna responsabilità può essere attribuita a dirigenti o collaboratori” invitando a verificare con esattezza quanto accaduto. Un primo contributo in tal senso potrebbe arrivare proprio dal Taranto Calcio, che se è a conoscenza di una “corretta” versione dei fatti potrebbe renderla pubblica in maniera meno sibillina, riempiendo di contenuti la rincuorante affermazione “si sottolinea ancora una volta l’assoluta lontananza della società Taranto Fc 1927 da ogni forma di violenza”. Dunque attendiamo notizie di denunce all’autorità giudiziaria per contribuire a identificare gli autori dell’aggressione al collega Sebastio piuttosto che minacce di denunce ai giornalisti come forma di bavaglio preventivo. Perché se il Taranto Calcio ha identificato gli aggressori e non agisce di conseguenza, si rende evidentemente solidale di quegli atti da cui prende le distanze a parole. (Mercoledì, 02 Agosto 2017)

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