CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Governo 20 Apr 2010

Ddl intercettazioni, la maggioranza di Governo accelera e presenta due emendamenti molto più pesanti nei confronti dei cronisti Roberto Natale: “Il potere vuole tutelarsi dall’Informazione”

"Viene introdotto un nuovo reato, quello di registrazione abusiva, pensato sul caso di Patrizia D'Addario; ma se dovesse diventare legge sarà la mannaia che colpisce ogni fuori onda televisivo. Non c'è un maggiore rispetto della privacy; c'è invece la preoccupazione di difendere la presunzione del potere di non essere disturbato dall'informazione".

"Viene introdotto un nuovo reato, quello di registrazione abusiva, pensato sul caso di Patrizia D'Addario; ma se dovesse diventare legge sarà la mannaia che colpisce ogni fuori onda televisivo. Non c'è un maggiore rispetto della privacy; c'è invece la preoccupazione di difendere la presunzione del potere di non essere disturbato dall'informazione".

Roberto Natale, presidente della Fnsi, commenta a CNRmedia l'emendamento al Dl intercettazioni, che prevede una pena fino a quattro anni di carcere per i

giornalisti, in caso di registrazione non dichiarata. La Federazione della Stampa chiama dunque giornalisti e cittadini a scendere in piazza davanti a Palazzo Madama il 28 aprile quando la Commissione Giustizia voterà sul provvedimento. "E se non dovesse bastare la manifestazione - conclude Natale - a convincere il Senato a cambiare il testo, metteremo in campo altre iniziative". (AGI)

 

Pubblichiamo le agenzie di stampa

INTERCETTAZIONI:PARLAMENTARI AL RIPARO;6ANNI PER'TALPE'/ANSA

SI TORNA A GRAVI INDIZI DI REATO; POTRANNO DURARE 75 GIORNI

 

ROMA, 20 APR - Si torna ai 'gravi indizi di reato', ad una maggior tutela per i parlamentari e all'innalzamento fino a sei anni di carcere per le 'talpe' delle Procure e per chi le 'usa'. Queste, alcune delle novità del ddl intercettazioni alla luce dei nuovi emendamenti presentati dal governo e dal relatore Roberto Centaro (Pdl).

GRAVI INDIZI DI REATO - Cambia il testo licenziato dalla Camera: si potrà intercettare in presenza di 'gravi indizi di reato' (come prevede la legge attuale) e non degli 'evidenti indizi di colpevolezza'. Ma lo si potrà fare solo su utenze intestate all'indagato o a terzi che però, secondo le indagini, potrebbero essere a conoscenza dei reati su cui si indaga. Le intercettazioni dovranno essere ''assolutamente indispensabili'' per la prosecuzione delle indagini. Per i reati di mafia e terrorismo basteranno, invece, i 'sufficienti indizi di reato'.

La richiesta dovrà essere autorizzata dal Tribunale in composizione collegiale. Nella sua valutazione il Tribunale non potrà basarsi su quanto detto da coimputati in procedimenti connessi, né su testimonianze indirette rese da chi non sa indicare la fonte o si rifiuta, né da informatori non interrogati.

VIA IL MAGISTRATO CHE PARLA TROPPO - Resta il divieto per il magistrato di rilasciare ''pubblicamente dichiarazioni'' sul procedimento affidatogli. E sarà sostituito se iscritto nel registro degli indagati per ivelazione del segreto d'ufficio. Resta anche lo stop alla pubblicazione di nomi e foto dei Pm.

DIVIETO PUBBLICAZIONE - Chi pubblica atti del procedimento di cui sia vietata la pubblicazione rischia l'arresto fino a due mesi o l'ammenda dai 2 a 10mila euro. In caso di intercettazioni la condanna aumenta: carcere fino a due mesi e l'ammenda da 4 a 20mila euro. In più ci sarà la sospensione temporanea della professione. Identiche pene per chi diffonde registrazioni e riprese. In caso di atti secretati la condanna arriva a 6 anni. Cosa che renderà intercettabile anche questo reato.

CARCERE PER I GIORNALISTI - Resta il carcere per i cronisti. Oltre all'arresto fino a due mesi più ammenda per la pubblicazione arbitraria, i cronisti rischiano il carcere fino a 4 anni se registrano conversazioni senza avvertire l'interessato e fino a 6 anni se si rendono 'complici' delle 'talpe'.

REATI INTERCETTABILI - L'elenco dei reati intercettabili è sempre lo stesso: quelli con pene oltre 5 anni, compresi quelli contro la Pubblica Amministrazione; ingiuria; minaccia; usura; molestia; traffico-commercio di stupefacenti e armi; insider trading; aggiotaggio; contrabbando; diffusione di materiale pornografico anche relativo a minori.

RIPRESE VISIVE - Il ddl si applicherà anche alle riprese visive ''a contenuto captativo di conversazioni e a contenuto non captativo di conversazioni che si svolgono in luoghi privati''. Fanno eccezione le riprese in luoghi pubblici che possono essere eseguite di iniziativa dalla polizia giudiziaria.

LIMITI DI TEMPO - Potranno essere più lunghe: prima il limite era di 60 (30 più 15 più 15). Ora potrebbe diventare di 75 (30 più 15, più 15, più 15). Per reati di terrorismo, mafia o minaccia col mezzo del telefono si può arrivare a 40 giorni prorogabili di altri 20.

PIÙ TUTELA PER I PARLAMENTARI - Se si intercetta un'utenza con la quale parla anche un parlamentare, il contenuto di queste conversazioni sarà inserito in un fascicolo a parte, conservato nell'archivio riservato. E per poterle usare, si dovrà chiedere l'autorizzazione alla Giunta della Camera di competenza.

NORMA TRANSITORIA - Il ddl non si applicherà ai procedimenti per i quali è già stata chiesta l'autorizzazione a intercettare. Per loro varranno solo i divieti di pubblicare. Per affidare la competenza ai Tribunali in seduta collegiale si dovranno attendere sei mesi dall'entrata in vigore della legge (''per motivi organizzativi''). (ANSA)

INTERCETTAZIONI: TORNA GRAVI INDIZI REATO; NO OPPOSIZIONE

SPUNTANO NORME'ANTI-D'ADDARIO' E 'ANTI-TRANI' FNSI,IL 28 IN PIAZZA

ROMA, 20 APR - Dodici emendamenti che riscrivono di fatto il ddl intercettazioni ora all'esame della commissione Giustizia del Senato: li hanno presentati il relatore Roberto Centaro (Pdl) e il sottosegretario alla Giustizia, Giacomo Caliendo, a nome del governo. Ma le novità introdotte, tra cui il ritorno ai 'gravi indizi di reato', non convincono l'opposizione che continua a chiedere a gran voce il ritiro del provvedimento e scatenano la protesta dei giornalisti. La Fnsi, infatti, annuncia che il 28 aprile i cronisti scenderanno in piazza contro il ddl.

A far insorgere il centrosinistra contribuiscono, tra l'altro, due proposte di modifica destinate a far discutere: una ribattezzata subito, da Felice Casson e Luigi Li Gotti, 'Anti-D'Addario' e un'altra che avrebbe di fatto vanificato l'inchiesta di Trani su 'AgCom-Annozero'.

È vero, sintetizzano nell'opposizione, che il centrodestra ha fatto ''un piccolo passo in avanti'' per rendere il testo ''il più 'firmabile' possibile dal Colle'', tornando ai 'gravi indizi di reato', ma nel non voler rinunciare al principio della 'soggettivizzazione', non ''ha cambiato di molto il quadro''. La maggioranza infatti prevede che si possano intercettare solo le utenze di chi è indagato o di terzi che si sa ben informati. E solo se le intercettazioni risultino ''assolutamente indispensabili'' nel proseguimento delle indagini.

E poi Centaro e il governo hanno rafforzato i divieti di pubblicazione: carcere fino a due mesi (più ammenda) e sospensione temporanea dalla professione per chi divulga il contenuto delle intercettazioni; carcere fino a sei anni per chi si rende complice della 'talpa' nello svelare atti secretati; divieto assoluto a pubblicare quelle di cui sia stata ordinata la distruzione; detenzione fino a quattro anni per chi registra ''fraudolentemente'' conversazioni. Quest'ultima proposta di modifica, già nota come ''Anti-D'Addario'', esclude però la punibilità nel caso in cui si valuti che da tali registrazioni, anche visive, possa emergere un reato. In questo caso si dovrà avvertire subito l'autorità giudiziaria. ''Ma è assurdo - insiste Li Gotti - che sia il cittadino a dover valutare se si tratti o meno di un reato''.

Centaro propone anche più tutela per deputati e senatori con un emendamento che, a detta dell'opposizione, avrebbe vanificato di fatto l'inchiesta di Trani. Se durante un ascolto si dovesse intercettare anche la conversazione con un parlamentare, infatti, il contenuto di questa dovrà essere messo in un fascicolo a parte e conservato in un archivio riservato. E, nel caso la si voglia utilizzare, si dovrà attendere il via libera della Giunta della Camera di appartenenza.

Il presidente dei senatori Pd Anna Finocchiaro boccia gli emendamenti della maggioranza dicendo che di fatto si limita il diritto di cronaca con punizioni eccessive e non si fa nulla, invece, per prevenire la fuga di notizie. Con questo ddl, incalza il leader Idv Antonio Di Pietro, si mette ''definitivamente il bavaglio alla stampa'' e si creano ''norme ancora più criminogenè'. I 12 emendamenti piacciono poco anche al segretario del Pdci Oliviero Diliberto secondo il quale ''sta andando in porto un altro tassello della strategia berlusconiana contro la giustizia e l'informazione''.

Ma il centrodestra stavolta è intenzionato ad andare avanti. ''Entro mercoledì 28 aprile - avverte il presidente della commissione Giustizia del Senato Filippo Berselli – cominceremo a votare gli emendamenti. Ho dato tempo per la presentazione dei sub-emendamenti fino a lunedì prossimo, alle ore 17''.

Critico, ma comunque disponibile al dialogo, è il presidente dei senatori Udc Giampiero D'Alia che vede di buon occhio il ritorno ai 'gravi indizi di reato' anche se ritiene che si debbano apportare ''ulteriori modifiche'' che sono ''praticabili con uno sforzo comune''. (ANSA)

INTERCETTAZIONI: ORDINE GIORNALISTI, È CENSURA PREVENTIVA

ROMA, 21 APR - Gli emendamenti presentati dal governo al ddl sulle intercettazioni rappresentano – è l'intervento dell'Ordine nazionale dei giornalisti - ''una vera e propria norma restrittiva di un diritto costituzionale e ledono 'il diritto dei cittadini all'informazione'''.

 Sulle intercettazioni telefoniche la posizione del presidente dell'Ordine nazionale Lorenzo Del Boca è sempre la stessa: è sufficiente l'autoregolamentazione dei giornalisti mentre il ddl rischia di far fare troppi passi indietro ai giornalisti e alla libertà di stampa che rappresentano.

Le limitazioni che il disegno di legge pone alla pubblicazione di atti, documenti e semplici informazioni rappresentano gravi limitazioni alla libertà di informare e alla stessa autonomia dell'Ordine.  Essenzialità, discernimento, rispetto delle leggi nel nome della libertà di stampa e dei diritti della persona sono invece - ribadisce la nota dell'odg - i requisiti che tutti i giornalisti devono dimostrare.

Occorre buonsenso e rispetto delle norme deontologiche. Non è necessario scrivere tutto perché non è necessario che tutto si sappia. Ma il senso di responsabilità della categoria non aumenta certamente con l'imposizione di una legge che vieta l'accesso alle fonti di informazione e che si configura nei fatti come una disdicevole censura preventiva. (ANSA)

INTERCETTAZIONI: INGROIA, TESTO INCOSTITUZIONALE

PER OK STESSA PROVA CHE SERVE PER CONDANNA, DIFFICILE INDAGARE

ROMA, 21 APR - ''Le norme anomale uscite dalla porta sono rientrate dalla finestra''. È il giudizio agli emendamenti presentati dal governo al ddl sulle intercettazioni espresso dal procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, che in una intervista a Repubblica boccia il provvedimento come ''incostituzionale''.

Per il pm ''così sarà più difficile indagare'', perché anche se ''si è ripristinata la dizione 'gravi indizi di reato''', sono state ''aggiunte almeno altre due disposizioni che produrranno incertezze applicative e il drastico calo delle intercettazioni perché comunque devono sussistere 'indizi di colpevolezza' e non solo di reato'' perché ''si cita l'articolo 192 del codice penale che serve per valutare la colpevolezza a carico dell'imputato''.

Per un'intercettazione, insomma, ''ci vorrà la stessa prova che ci vuole per condannare un imputato''. Ingroia valuta poi ''bizzarra'' la norma secondo la quale ''per intercettare una persona indagata si deve essere già certi che 'sia a conoscenza dei fatti per cui si procede' e che i risultati degli ascolti siano collegati all'inchiesta''. E quando emergeranno altri reati mentre si ascolta, si chiede, ''cosa succederà?''. La stretta su parlamentari e loro entourage ''è un'ulteriore forma di espansione dell'area di rispetto, di immunità o di impunità che non so in quale misura sia in linea con i principi della costituzione'' così come lede ''il diritto dei cittadini all'informazione'' il 'bavaglio' alla stampa. (ANSA)

GIUSTIZIA: IDV, IN PIAZZA CON CGIL, SETTORE ALLO SBANDO

ROMA, 21 APR - ''Il sistema giudiziario italiano è allo sbando ma il ministro Alfano non se ne cura. Non ci sono i soldi per fare le fotocopie nei tribunali? Il Guardasigilli è più preoccupato ad abolire le intercettazioni, strumento indispensabile per la lotta alla criminalità. Non ci sono i fondi per mettere benzina alle volanti? Il ministro dell'ingiustizia è stato troppo impegnato nel far approvare il legittimo impedimento in favore del Premier, dopo la bocciatura del lodo Alfano''. Lo afferma in una nota il portavoce nazionale dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando.

''Per questo - spiega - l'Italia dei Valori sabato sarà in piazza, a Roma, accanto alla Fp-Cgil, contro il sistematico smantellamento del comparto. Alfano si era impegnato ad assumere almeno tremila nuovi dipendenti, indispensabili per far andare avanti il settore in piena emergenza. Non solo ha disatteso tutti gli impegni, ma ha anche provveduto al taglio di 7900 cancellieri e 1800 funzionari giudiziari. Come si possono fare i processi brevi, che l'esecutivo vorrebbe morti in partenza, se non si offre la possibilità ai magistrati di portarli a termine?''

''La verità - conclude Orlando - è che questo governo non ha interesse a riformare il sistema giudiziario, vuole solo metterlo in ginocchio e assoggettarlo a se stesso, mettendo il bavaglio alla libera stampa, impedendo ai magistrati di fare il loro lavoro e difendendo il capo del governo dai processi.

Alfano mortifica e dequalifica i lavoratori, si dovrebbe vergognare ad andare in televisione a parlare di riforma della giustizia''. (ANSA)

INTERCETTAZIONI: 'DISOBBEDIENZA' IDV, LE LEGGEREMO IN AULA

SARANNO COSÌ INSERITE NEL RESOCONTO PARLAMENTARE E PUBBLICATE

ROMA, 21 APR - Il governo vieta la pubblicazione delle intercettazioni? E Idv le leggerà in Aula. Ad annunciare questa forma di 'disobbedienza civile' è lo stesso leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro illustrando ai giornalisti anche il metodo che verrà portato avanti: ''Ogni volta che ci sarà un'intercettazione regolarmente depositata e a disposizione delle parti, al termine della seduta d'Aula (alla Camera o al Senato) si alzerà un parlamentare dell'Idv e la leggerà''. Un modo, questo, che comporterà l'inserimento delle intercettazioni lette nel resoconto parlamentare e la loro conseguente pubblicazione.

La strategia, ha proseguito Di Pietro, è stata messa a punto ieri nel corso di una riunione del partito per evitare che con gli emendamenti che la maggioranza ha presentato al ddl intercettazioni ''si passi dalla padella alla brace'' così come dimostrerebbe, secondo l'ex Pm, la cosiddetta norma ''Anti-D'Addario'' che vieta e punisce riprese e registrazioni considerate 'fraudolente'. Il leader di Idv ha quindi concluso l'incontro con i giornalisti con una battuta: ''Buttate tutti i registratori - ha chiosato - perché d'ora in poi rischiate fino a quattro anni!''. (ANSA)

INTERCETTAZIONI: PARDI, LEGGEREMO IN AULA NOTIZIE VIETATE

SIN DA ORA SIAMO A DISPOSIZIONE DEI GIORNALISTI 

ROMA, 21 APR - "Governo e maggioranza vogliono imporre l'omertà di Stato rendendo impossibile, di fatto, l'uso delle intercettazioni. A questo vergognoso tentativo di bloccare l'attività investigativa e imbavagliare la stampa, i parlamentari dell'Italia dei Valori rispondono riaffermando il principio della libertà d'informazione e della centralità del Parlamento: ci mettiamo a disposizione dei giornalisti sin da ora per leggere nelle Aule di Camera e Senato quanto loro non potranno più scrivere". Queste le parole del senatore dell'Italia dei Valori Francesco Pardi in merito all'iniziativa decisa dall'IdV contro il disegno di legge sulle intercettazioni in discussione al Senato.

"I cittadini - prosegue Pardi - potranno avere tutte le informazioni dai resoconti parlamentari, bypassando una norma gravemente incostituzionale, nata dal delirio del premier contro la giustizia. Organizzeremo una sistematica disobbedienza civile - conclude - per salvaguardare sistema giudiziario e Costituzione dalla violenza della prevaricazione del Pdl".  (ANSA)

ANM, NETTA CONTRARIETÀ, RISCHI LOTTA MAFIA

ROMA, 21 APR - Nella lunga nota l'Anm argomenta il proprio dissenso affrontando i punti che restano critici nonostante gli emendamenti presentati. (ANSA)


ANM, ECCO I NODI IRRISOLTI DEL DDL

ROMA, 21 APR - Sono ''molti'', secondo l'Anm, i nodi irrisolti'' del ddl sulle intercettazioni. Eccoli punto per punto.

LIMITI DI TEMPO - La previsione di un termine di durata massima delle intercettazioni è ''assolutamente irragionevole e rischia di rendere del tutto inutilizzabile lo strumento'' perché ''l'attività criminosa non rispetta certo gli stretti margini temporali fissati dalla legge  per lo svolgimento delle intercettazioni. Basti pensare a un sequestro di persona, a un'operazione di importazione di stupefacenti o di armi, alla tratta di persone, a un'attività di corruzione nella pubblica amministrazione per capire quanto sia del tutto inadeguato e

irrisorio il termine di soli due mesi di ascolti''. E la possibilità di proroga ''di soli ulteriori 15 giorni che si vorrebbe introdurre non modifica in alcun modo l'irrazionalità della limitazione temporale prevista''.

INTERCETTAZIONI AMBIENTALI - La limitazione delle intercettazioni ambientali ai luoghi nei quali vi è fondato motivo di ritenere che si stia svolgendo l'attività criminosa, ''per tutti i reati e persino per i delitti di criminalità organizzata e terrorismo, rischia di arrecare un danno irreparabile all'attività di contrasto alle organizzazioni criminali da parte delle forze dell'ordine e della magistratura''.

DIVIETO DI PUBBLICAZIONE - Anche parziale o per riassunto o nel contenuto, di tutti gli atti di indagine, anche se non più coperti da segreto, fino alla chiusura delle indagini ''rappresenta  un'inaccettabile limitazione al diritto/dovere di informazione e di cronaca garantito dall'articolo 21 della Costituzione''.

REGISTRAZIONI SENZA CONSENSO - ''Del tutto incomprensibile'' è l'introduzione di un ''reato per la registrazione di comunicazioni da parte di uno degli interlocutori senza il consenso degli altri; una previsione in netto contrasto con la pacifica giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione''. Tale disposizione rischia - avverte l'Anm- ''da un lato di esporre le vittime di reato a incriminazione (non essendo sempre possibile stabilire a priori che dal contenuto di una conversazione emerga una notizia di reato) e dall'altro di pregiudicare irrimediabilmente ogni forma di giornalismo d'inchiesta.

COMPETENZA - Attribuire al tribunale con sede nel capoluogo del distretto e in composizione collegiale, ''non soltanto la competenza per autorizzare le attività d'intercettazione, ma anche quella per la convalida dei provvedimenti di urgenza, le proroghe, l'autorizzazione ad acquisire i tabulati, rischia di creare insuperabili problemi organizzativi, in assenza di qualsiasi intervento sulla geografia giudiziaria, pure sollecitato più volte dalla Anm''. (ANSA)

 

INTERCETTAZIONI:ANM, OK MODIFICHE MA ASPETTI IRRAGIONEVOLI

ROMA, 21 APR - L'Associazione nazionale magistrati apprezza alcuni emendamenti al ddl sulle intercettazioni, come quello che ha sostituito agli evidenti indizi di colpevolezza i gravi indizi di reato. Ma ritiene che comunque persistano degli aspetti ''irragionevoli''.

GRAVI INDIZI REATO - L'introduzione di questo requisito è ''un apprezzabile miglioramento rispetto all'originaria previsione''; ma appare ''del tutto contraddittorio con tale innovazione il richiamo alla disciplina dell'art. 192 c.p.p.'' visto che è una ''norma che regola la valutazione della prova ai fini della colpevolezza e, dunque, difficilmente riferibile alla sussistenza di indizi di reato''. È poi ''assolutamente irragionevole'', secondo le toghe, ''il divieto di disporre nuovi ascolti sulla base dei contenuti di intercettazioni lecitamente acquisite: ad esempio, se nel corso di una conversazione intercettata in un'indagine per traffico di stupefacenti l'interlocutore riferisce dell'imminente programmazione di un omicidio, sarebbe impossibile disporre nuove intercettazioni per impedire l'omicidio e individuarne i responsabili''.

INTERCETTAZIONI UTENZE SOGGETTI ESTRANEI - È ''apprezzabile il tentativo di riempire di contenuto il requisito della indispensabilità a fini investigativi nell'ipotesi di intercettazione di utenze di soggetti estranei al reato''.  Ma la norma ''È poco precisa sul piano tecnico e rischia di generare equivoci in merito ai presupposti necessari''. Sarebbe, pertanto, ''preferibile utilizzare una formulazione più chiara come, ad esempio, l'indicazione della necessità che sussista fondato motivo di ritenere che le relative comunicazioni o conversazioni siano direttamente attinenti ai fatti oggetto di indagine''.

RIPRESE VISIVE - Il sindacato delle toghe ritiene ''condivisibile'' la scelta di ''differenziare'' la disciplina delle intercettazioni di comunicazioni da quella delle riprese visive in luogo pubblico, ''attività quest'ultima di grande utilità investigativa che non incide sulla sfera della riservatezza delle persone coinvolte''.

ACQUISIZIONE TABULATI - È ''inspiegabile'', il ''perché‚ si voglia mantenere la stessa disciplina delle intercettazioni anche per l'acquisizione dei tabulati, che per pacifica giurisprudenza costituzionale rappresenta un'interferenza nella libertà di comunicazione di gran lunga inferiore rispetto a quella delle intercettazioni''. Peraltro per le indagini di criminalità organizzata e terrorismo, fa notare l'Anm, ''si prevedono, paradossalmente, requisiti più rigorosi per l'acquisizione di un tabulato di quelli richiesti per un'intercettazione''. (ANSA)

 

 

 

@fnsisocial

Articoli correlati