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Fnsi 19 Ago 2004

Genova, cronaca vietata: salgono a 12 i giornalisti indagati. Siddi e Serventi: "No alle intimidazioni"

Genova, cronaca vietata: salgono a 12 i giornalisti indagati. Siddi e Serventi: "No alle intimidazioni"

Genova, cronaca vietata: salgono a 12 i giornalisti indagati. Siddi e Serventi: "No alle intimidazioni"

SONO SALITI A DODICI I GIORNALISTI INDAGATI COMPLESSIVAMENTE A GENOVA PER LE VICENDE DEL G8 E SUL CASO BARGAGLI Aggiornamento del 24 agosto 2004 SCRIVONO DI UN OMICIDIO GLI INDAGATI SALGONO A SETTE Adesso non resta che acquistare un pallottoliere per tenere il conto dei giornalisti indagati a Ge tra le indagini sul G8 del 2001 e le recenti vicende dell'omicidio di Bargagli. Inchiesta giudiziaria in cui i giornalisti sono rei di avere usato intelligenza e professionalità per trovare le notizie e capire come sarebbe finita l'indagine, risoltasi poi con la confessione dell'omicida. I giornalisti indagati per il solo caso Bargagli sono saliti a 7: le ultime due a essere raggiunte dal provvedimento della procura per la violazione del segreto istruttorio sono due colleghe della redazione Ansa di Genova. Nei giorni scorsi erano stati indagati i colleghi del Secolo XIX (in tre) e della redazione Rai (due inquisiti). Al di là della scontata e non formale solidarietà ai colleghi indagati e alla luce del flop dell'indagine che ha visto la procura genovese perquisire la redazione del settimanale Gente per trovare dei documenti giudiziari SUL g8 vecchi di tre anni e già ampiamente noti, confermiamo l'iniziativa autunnale di sindacato e ordine dei giornalisti su quello che, ormai, al di là dei singoli casi, è diventato un "caso Genova" nei rapporti tra informazione e giustizia. Condividiamo quanto sostenuto dal segretario generale e dal presidente dell'Fnsi, Paolo Serventi Longhi e Franco Siddi sulla necessità di un intervento del Csm e del rifiuto assoluto di ogni vincolo alla libertà di informazione. Marcello Zinola segretario Associazione Ligure dei Giornalisti Attilio Lugli presidente Ordine dei Giornalisti della Liguria Genova 19 agosto 2004 Dieci i giornalisti indagati in pochi giorni dalla Procura di Genova. Dopo la pesantissima iniziativa nei confronti del direttore e di un giornalista di Gente, ai quali è stata preventivamente sequestrata della documentazione relativa alle indagini sul G8 prima ancora che venisse pubblicato l'articolo, si è aggiunta l'ultima denuncia (dopo altre tre per un'altra vicenda di cronaca)contro altri 4 colleghi tra cronisti e direttori di testata de Il Secolo XIX e della sede Rai Tg3 "rei" di avere anticipato notizie su un'inchiesta relativa a un omicidio. Notizie che i colleghi avevano raccolto e verificato facendo il loro mestiere senza mediazione alcuna. Non solo, l'aspetto più grave è rappresentato dal provvedimento di fermo dell'indagato per omicidio (poi reo confesso)emesso dal pm nel timore che potesse fuggire in seguito alle notizie diffuse dopo che lo stesso non si era peraltro sottratto ai preliminari di indagine e di perizie. Provvedimento che è poi stato bocciato dal Gip. La situazione e il clima creatosi a Genova dopo le vicende del G8 che vedono un'altra decina di giornalisti (de Il Corriere della sera, di Repubblica, de il Manifesto, de Il Secolo XIX e Il Messaggero e del Corriere Mercantile la cui redazione fu posta sotto sequestro per alcune ore) sotto inchiesta, continuano a peggiorare. In autunno, su iniziativa dell'Associazione Ligure dei Giornalisti che coinvolgerà tutte le strutture della categoria, si svolgerà un convegno sul caso Genova e, più in generale, sul difficile rapporto tra giornalisti e magistratura. Le ultime vicende confermano una linea di tendenza preoccupante, rispetto al diritto dovere di fare informazione e suonano in alcuni casi anche come un'offesa all'intelligenza dei giornalisti stessi che, in base a loro indagini e verifiche, a volte anticipano o scoprono le conclusioni alle quali giunge la magistratura stessa. E' anche questo un reato? L'attenzione e la difesa dei colleghi e del diritto di fare informazione non scemano dopo questi ultimi casi che, nel caso del sequestro preventivo avvenuto al settimanale Gente, oltre all'intervento del segretario generale dell'Fnsi Paolo Serventi Longhi, della Ligure e dell'Ordine e dei Cronisti Liguri, ha visto le prese di posizione di esponenti politici di diversa estrazione e area politica. A conferma che il tema, scottante, del diritto dovere a fare informazione, non è una "mania" della categoria che intende continuare a fare una cosa molto semplice,anche se sempre più difficile: informazione. Marcello Zinola Segretario Associazione Ligure dei Giornalisti Altri due giornalisti del Tgr Liguria e due giornalisti del Secolo XIX sono stati indagati per violazione delsegreto d'indagine nell'ambito dell'omicidio diBargagli dalla procura genovese che ha sequestrato laregistrazione del servizio trasmesso dal telegiornaleRai della Liguria.. Ancora una volta, quindi, vengono criminalizzati i giornalisti che hanno compiuto il loro dovere nel pubblicare una notizia che qualcuno evidentemente ha fornito e altri ritengono segreta. I giornalisti liguri esprimono la loro solidarietà ai tre colleghi e alle loro testate perché sono consapevoli che la dilatazione fra i tempi della giustizia e quelli della storia quotidiana che il giornalista racconta e doverosamente interpreta sono tali per cui la notizia nasce spontaneamente senza interventi censori e punitivi. Associazione Ligure dei Giornalisti Gruppo Cronisti Liguri Ordine Ligure giornalisti SIDDI GARANZIE ALL'INFORMAZIONE CAGLIARI, 23 AGO - In tema di segreto istruttorio e indagini sui giornalisti è tempo che intervenga il Csm nel ruolo di garante di diritti non di parte. Lo sostiene il presidente della Federazione nazionale dello Stampa Italiana Franco Siddi. Sono francamente spiacevoli e inquietanti - osserva il rappresentante della Fnsi - i sequestri di documentazione del lavoro di dieci giornalisti, incomprensibilmente indagati in pochi giorni per violazione del segreto istruttorio e destinatari, in alcuni casi, persino di perquisizioni nelle proprie abitazioni. E' un colpo al giornalismo investigativo. Che mette in serio pericolo uno dei fondamenti della libera informazione, il segreto delle fonti, ed è in contrasto con la convenzione europea dei diritti dell'uomo e con la giurisprudenza della Corte europea.Ricordando che non è la prima volta che ciò accade, Siddi dice basta e sollecita un intervento del Csm che faccia chiarezza a tutela dei diritti, non di parte, di un'informazione che doverosamente si occupa anche delle indagini giudiziarie e di come esse procedono. Si tratta di un'opera di garanzia democratica e di civiltà.Il presidente della Federazione della Stampa cita i troppi casi degli ultimi tempi ( prima il sequestro di documenti sull'inchiesta relativa ai fatti del G8 a carico di due colleghi di Gente, poi il sequestro di un servizio del tg Rai Liguria e ancora giornalisti del Secolo XIX indagati i per violazione di segreto d'indagine in ordine ad un'inchiesta per un omicidio), osservando che si tratta di fatti ripetitivi di estrema delicatezza.# Ai colleghi indagati - afferma Siddi - va la solidarietà più forte e il massimo sostegno possibile. Non si può esigere che non ci siano occhi che guardino a come procedono le indagini. Se ci sono intossicazioni si guardi dove sono. I giornalisti hanno il dovere di tutelare le fonti e riferire la verità, anche attraverso ricerche e verifiche di notizie perdute o negate Riprenda presto, perciò - conclude il presidente Fnsi - il confronto con l'Associazione nazionale dei magistrati, con la quale numerosi sono i punti d'interesse comuni individuati con la Fnsi, e soprattutto intervenga, intanto, il Csm, con un'opera di saggezza e chiarezza che allontani ogni idea censoria o preventivamente punitiva a carico dell'informazione e dei giornalisti SERVENTI.INIZIATIVE INQUIETANTI La nuova iniziativa della magistratura genovese nei confronti degli organi di stampa e dei giornalisti suscita preoccupazione e forti riserve. Così Paolo Serventi Longhi, segretario nazionale della Fnsi, commenta la perquisizione avvenuta nella redazione del settimanale Gente e l'iscrizione di due giornalisti nel registro degli indagati. E le ulteriori iniziative giudiziarie contro altri 4 colleghi genovesi. La Procura di Genova - rileva il segretario della Federazione nazionale della stampa - continua così, in un complesso delicato di inchieste e processi che sui fatti del G8 e altre vicende lasciano molti più dubbi che certezze, a perseguire l'informazione, come è accaduto nei mesi scorsi per molti altri giornalisti e testate, con perquisizioni, sequestri ed iniziative dal sapore intimidatorio. Nemmeno il Ferragosto ferma i giudici genovesi. Ai colleghi inquisiti va la solidarietà della Fnsi, convinta che a Genova come in tante altre città italiane siano in discussione soprattutto la libertà ed il diritto dei cittadini ad essere informati

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