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Una delle manifestazioni di protesta fuori dal tribunale di Istanbul
Internazionale 20 Mar 2018

Giornalisti in carcere, la Corte Edu condanna la Turchia. Lorusso: «Confermate le denunce di Fnsi e Ifj»

Secondo i giudici di Strasburgo, la detenzione di Mehmet Altan e Sahin Alpay viola la loro sicurezza e il diritto alla libertà  di espressione. I due giornalisti sono rimasti in prigione nonostante una sentenza della Corte Suprema turca ne abbia disposto il rilascio.

La Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato la Turchia per la detenzione dei giornalisti Mehmet Altan e Sahin Alpay. I due giornalisti, arrestati dopo il tentativo di colpo di stato del luglio 2016 con l'accusa di presunti legami con i terroristi, sono rimasti in prigione nonostante una sentenza della Corte Suprema turca ne abbia disposto il rilascio. Si tratta del primo pronunciamento della Corte europea sulla situazione dei giornalisti in Turchia. Secondo la Corte Edu, lo Stato ha violato i diritti, la sicurezza e la libertà di espressione dei due giornalisti detenuti.

«La condanna della Turchia decisa dalla Corte europea dei diritti dell'uomo conferma quanto la Fnsi e la Federazione internazionale dei giornalisti (Ifj) denunciano da tempo. In Turchia è in atto una repressione che cancella i principi dello Stato di diritto», afferma Raffaele Lorusso, segretario generale della Fnsi e componente del comitato esecutivo della Federazione internazionale dei giornalisti.

«La partecipazione all'udienza del processo, in rappresentanza dell'Ifj, in cui erano imputati i fratelli Altan e altri giornalisti e che si è concluso con la condanna all'ergastolo di Mehmet Altan – osserva Lorusso – ha consegnato a noi e alla delegazione di osservatori internazionali un quadro preoccupante della situazione della libertà di stampa, della libertà di espressione e dei diritti civili in Turchia. Il fallito golpe del 2016 è diventato il pretesto per epurazioni di massa e per una resa dei conti senza precedenti con i giornalisti e con gli intellettuali sgraditi al governo. La palese negazione della libertà fondamentali, che ha già portato più volte in piazza i giornalisti italiani e spinto l'Ifj a promuovere numerose iniziative di protesta, non può non suscitare una ferma presa di posizione da parte dei governi e delle istituzioni dell'Unione europea».

@fnsisocial

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