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Vertenze 23 Feb 2013

IDI-Elea: inaccettabile epurazione del giornalista Schiavazzi

Dopo avere cercato di licenziare quattrocento lavoratori dei suoi ospedali, la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, da tempo al centro di inchieste canoniche e giudiziarie, ha epurato un noto giornalista, come ultimo atto di ritorsione prima di venire commissariata dalle autorità ecclesiastiche. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana e l’Associazione Stampa Romana non possono tacere davanti al gesto gravissimo dell’ente religioso, proprietario dell’IDI e di Elea, nei confronti del collega Piero Schiavazzi, che in questi mesi ha dato voce alla coscienza etica con rigore da tutti riconosciuto.

Dopo avere cercato di licenziare quattrocento lavoratori dei suoi ospedali, la Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione, da tempo al centro di inchieste canoniche e giudiziarie, ha epurato un noto giornalista, come ultimo atto di ritorsione prima di venire commissariata dalle autorità ecclesiastiche. La Federazione Nazionale della Stampa Italiana e l’Associazione Stampa Romana non possono tacere davanti al gesto gravissimo dell’ente religioso, proprietario dell’IDI e di Elea, nei confronti del collega Piero Schiavazzi, che in questi mesi ha dato voce alla coscienza etica con rigore da tutti riconosciuto.

 Un rigore testimoniato nei fatti: rifiutando un compenso elevato, rendendolo pubblico e invitando gli “stipendi d’oro” del Gruppo fare altrettanto, in nome della solidarietà tra lavoratori. Come ultimo atto della sua gestione, prima dell’arrivo del Commissario Pontificio, la Congregazione ha spedito la lettera di licenziamento al vaticanista, che attraverso gli eventi da lui diretti ha fatto di Elea un foro di fama internazionale, con la partecipazione ai più alti livelli di personalità della Chiesa e delle Istituzioni. Nonostante i successi professionali, a Schiavazzi non vengono perdonati la sua intransigenza verso gli amministratori di Elea, vecchi e nuovi, coinvolti in vicende giudiziarie, il suo diniego alla richiesta di inserirli come relatori in convegni sull’etica finanziaria e ai tentativi di associare eventi culturali e attività immobiliari. Ma soprattutto ha pesato la sua opposizione ai progetti di massicci licenziamenti coltivati dalla Congregazione, in contrasto con la Dottrina Sociale della Chiesa. Per questo la Congregazione e i suoi consulenti, pochi giorni prima dell’arrivo del Commissario Pontificio, hanno voluto liberarsi di una presenza autorevole ma scomoda. La Federazione Nazionale della Stampa e l’Associazione Stampa Romana,  dopo avere cercato invano il confronto con la proprietà, denunciano il disprezzo dei principi sindacali ed esprimono solidarietà a tutti i lavoratori del Gruppo. Non permetteremo che la rettitudine di un collega diventi motivo di esclusione, nei confronti suoi e del sindacato dei giornalisti, e ci rivolgiamo fiduciosi quale unico interlocutore al Delegato Pontificio, cui è stato affidato il governo della Congregazione e delle sue strutture.”

 

 

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