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Governo 23 Dic 2005

Il Garante per la concorrenza apre un procedimento per conflitto di interessi a carico di Berlusconi per gli stanziamenti finalizzati all'acquisto dei decoder

L'Autorita' garante della Concorrenza e del Mercato ha aperto un procedimento per conflitto di interesse sul presidente del Consiglio per gli stanziamenti sull'acquisto dei decoder. L'Antitrust, si legge in una nota dell' Autorita', ''nella riunione del 22 dicembre 2005, ha deliberato l' apertura di un procedimento ai sensi dell articolo 3 della legge sul conflitto di interessi.

L'Autorita' garante della Concorrenza e del Mercato ha aperto un procedimento per conflitto di interesse sul presidente del Consiglio per gli stanziamenti sull'acquisto dei decoder. L'Antitrust, si legge in una nota dell' Autorita', ''nella riunione del 22 dicembre 2005, ha deliberato l' apertura di un procedimento ai sensi dell articolo 3 della legge sul conflitto di interessi.

Il procedimento - spiega la nota - riguarda il Presidente del Consiglio e punta a verificare quanto segnalato da alcuni parlamentari circa l eventuale sussistenza di una situazione di conflitto di interessi nell ambito degli stanziamenti stabiliti dalla legge Finanziaria a favore dell acquisto di decoder televisivi''. (fonte Ansa) La vicenda, che riguarda un'azienda che produce decoder e i cui prodotti sono distribuiti da una societa' che fa capo a Paolo Berlusconi, era stata posta gia' ad ottobre da alcuni esponenti dell' Unione, tra cui il senatore della Margherita Luigi Zanda. L'ultimo atto, quello che ha dato spunto all'apertura del procedimento dell' Antitrust, e' un esposto dell' Unione di due giorni fa. ''Con la fiducia sulla legge finanziaria, l'on. Berlusconi si e' assunto la responsabilita' di atti governativi a favore anche del fratello'': cosi' spiegavano in una nota l'altro ieri i presidenti dei gruppi dell'Unione alla Camera dei deputati, annunciando di aver presentato all'Antitrust un esposto sull'argomento. L' indice e' puntato sulla questione di fiducia, decisa dal Consiglio dei ministri il 14 dicembre e votata dalla Camera dei Deputati nella seduta del 15 dicembre, su un maxiemendamento sostitutivo del'intera legge finanziaria, ''comprendente contributi pubblici per l'acquisto dei decoder per il digitale terrestre, distribuiti e commercializzati in Italia anche da una societa' controllata dal signor Paolo Berlusconi, fratello del presidente del Consiglio dei ministri''. Nell'esposto all'Antitrust i capigruppo del centrosinistra alla Camera rilevavano che, ''in base al nostro ordinamento, la posizione della questione di fiducia investe in via diretta ed immediata la responsabilita' del Presidente del Consiglio ('dirige la politica generale del Governo e ne e' responsabile' e, conseguentemente, ha il compito di mantenere 'l'unita' di indirizzo politico ed amministrativo' del governo, come recita l'art. 95 della Costituzione), per cui la presenza o l'assenza del presidente del Consiglio alla deliberazione relativa alla posizione della questione di fiducia e' del tutto ininfluente, ai fini della responsabilita' diretta del presidente del Consiglio, perche' si tratta di questione che non puo' essere deliberata senza il suo consenso e la sua autorizzazione''. ''Ne consegue - precisava la nota - che, nel porre la questione di fiducia su un maxiemendamento che, tra l'altro, comprendeva norme di favore per suo fratello, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e' incorso nel conflitto di interessi. Questo, infatti, si configura, sulla base dell'articolo 3 della legge 215/2004, anche quando l' atto governativo (nella specie la posizione della questione di fiducia) concede vantaggi ai 'parenti entro il secondo grado' ovvero a 'imprese o societa' da essi controllate'''. Gia' il 14 dicembre il presidente Catricala' aveva confermato che l'organismo di garanzia stava lavorando sulla questione degli incentivi per i decoder, sottolineando tuttavia che si era ancora ''in una fase pre-istruttoria: stiamo ancora verificando - aveva detto - i requisiti di ammissibilita' della questione e quindi siamo ancora lontani dall'apertura di un'indagine che presuppone elementi piu' certi''. Lo stesso giorno la questione era stata sollevata dal presidente del gruppo Ds Luciano Violante che in aula a Montecitorio aveva chiesto al governo di chiarire in quale riunione il Consiglio dei ministri fosse stata autorizzata la fiducia sul testo e chi la presiedeva. Nel mirino dell' Antitrust, a quanto si apprende, sia gli aiuti del 2005 che quelli previsti dalla Finanziaria per il 2006. (Fonte ANSA).

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