CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Fnsi 11 Gen 2005

Inaugurato il 5 gennaio a Palermo il «Giardino della memoria» dedicato alle vittime della mafia. E’ stato piantato il primo albero d’alloro dedicato a Pippo Fava

Inaugurato il 5 gennaio a Palermo il «Giardino della memoria» dedicato alle vittime della mafia. E’ stato piantato il primo albero d’alloro dedicato a Pippo Fava

Inaugurato il 5 gennaio a Palermo il «Giardino della memoria» dedicato alle vittime della mafia. E’ stato piantato il primo albero d’alloro dedicato a Pippo Fava

È stato inaugurato nella mattinata del 5 gennaio a Palermo il «Giardino della memoria» dedicato alle vittime della mafia. L'iniziativa - patrocinata dal Comune e dalla Prefettura di Palermo - è stata organizzata dal Gruppo siciliano dell'Unione nazionale dei cronisti e dalla sezione distrettuale di Palermo dell' associazione nazionale dei magistrati. Il giardino si trova in via Ciaculli in un appezzamento di terra di circa 25 mila metri quadrati confiscato nel 1998 all'indiziato mafioso Paolo Greco, e assegnato al Comune di Palermo che adesso, su richiesta, lo ha affidato all'Unci e ai magistrati dell'Anm per farne «un luogo di memoria - ha detto Leone Zingales, segretario regionale dell'Unci - per testimoniare il ricordo di quanti hanno pagato con la vita l'impegno civile nella lotta a Cosa nostra». Nello stesso giorno è stato piantato un albero d'alloro per ricordare il giornalista e scrittore Giuseppe Fava, ucciso a Catania il 5 gennaio 1984. Era presente il figlio del cronista ucciso, Claudio Fava, anch'egli giornalista ed europarlamentare dei Ds, il quale, scoprendo la targa che ricorda il padre, ha detto che «oggi più che mai c'è bisogno di una libera informazione e di una magistratura indipendente». Per Massimo Russo, presidente della sezione distrettuale dell'Anm, «il giardino costituisce un altro tassello nella lunga strada che porta alla sconfitta della mafia». Ogni anno nel «Giardino della memoria» saranno piantati più alberi «per ricordare le tante vittime che sono cadute sotto il piombo mafioso, e non soltanto in Sicilia». Il vicesindaco Dario Falzone ha detto che «la lodevole iniziativa è la testimonianza che l'attuale Giunta comunale prosegue sulla strada della legalità » mentre per il procuratore generale Salvatore Celesti «i cronisti e i magistrati da sempre sono impegnati sul versante della lotta al crimine organizzato». Il presidente dell'Ordine dei Giornalisti di Sicilia, Franco Nicastro, ha ricordato gli otto giornalisti siciliani «caduti nella lotta contro la mafia: da Fava a Francese, da Cristina a Impastato». Per il prefetto Giosuè Marino «il percorso di questa città deve essere quello di un impegno quotidiano lungo la strada della legalità». Il segretario nazionale dell'Unione dei cronisti, Romano Bartoloni, ha affermato che «la lotta alla mafia passa anche attraverso iniziative come quella che oggi ha visto cronisti e magistrati impegnati nel 'sociale' con un 'giardino' che vuole ricordare ai vivi ciò che hanno fatto tante vittime coraggiose cadute per mano della mafia». Alla manifestazione hanno partecipato, tra gli altri, il procuratore della Repubblica Pietro Grasso, il presidente del tribunale Giovanni Puglisi, il presidente della Corte d'Appello, Carlo Rotolo, il questore Francesco Cirillo, i generali dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza, Arturo Esposito e Cosimo Sasso, i segretari della Cgil Francesco Cantafia e Carmelo Di Liberto. Presenti anche numerosi familiari di vittime della mafia, tra cui: Ines Leotta, vedova di Boris Giuliano, Alice e Pina Grassi, Carmine Mancuso, Emilia Catalano e le sorelle Maria ed Anna Falcone. Il deputato Ds Beppe Lumia ha ricordato la figura di Pippo Fava «senza dubbio un giornalista scomodo, irriverente e coraggioso che non aveva paura di denunciare, nero su bianco e senza alcuna forma di autocensura, gli intrecci esiziali fra mafia-politica e affari della Sicilia degli anni Settanta e Ottanta. Un uomo di grande talento artistico e di grande passione civile la cui lezione è oggi ancora drammaticamente attuale». (ANSA)

@fnsisocial

Articoli correlati