CERCA
Cerca nelle notizie
Dal
Al
Cerca nel sito
Governo 16 Giu 2010

Intercettazioni, forse il rinvio a settembre, timide aperture del Premier

Dopo il muro contro muro dei giorni scorsi tra berluscones e finiani sul ddl intercettazioni, il premier fa capire che una possibilità di modificare il testo o di farlo slittare alla fine della pausa estiva c'è. Un mutato atteggiamento che il presidente del Consiglio avrebbe maturato dopo il vertice di maggioranza convocato a palazzo Grazioli proprio per fare il punto su ddl, Manovra e riforma dell'Università.

Dopo il muro contro muro dei giorni scorsi tra berluscones e finiani sul ddl intercettazioni, il premier fa capire che una possibilità di modificare il testo o di farlo slittare alla fine della pausa estiva c'è. Un mutato atteggiamento che il presidente del Consiglio avrebbe maturato dopo il vertice di maggioranza convocato a palazzo Grazioli proprio per fare il punto su ddl, Manovra e riforma dell'Università.

A far intendere che un cambio di rotta era nell'aria ci aveva pensato anche il leader della Lega Nord Umberto Bossi che in mattinata aveva detto: ''C'è spazio: se qualcuno fa qualche emendamento non verrà buttato nel cestino...''. Ma anche l'intervento di Berlusconi all'Assemblea della Confcommercio era stato significativo: ''Sento che ora si parla di mettere in calendario per settembre il ddl intercettazioni. Poi bisognerà vedere se il Capo dello Stato vorrà firmarlo e poi, quando uscirà, non piacerà ai Pm della sinistra che si appelleranno alla Corte Costituzionale. E questa, secondo quanto mi dicono, la boccerà''.

È la prima volta che il Cavaliere parla così apertamente di un possibile slittamento dell'esame del testo alla Camera. Un testo che fino al giorno prima era stato definito ''blindato'' e da approvare in fretta.

Le ipotesi che circolano ora sono dunque sostanzialmente due: la prima è che nel provvedimento verranno inserite quelle due-tre modifiche chieste a gran voce dai finiani e che riguardano essenzialmente la durata degli 'ascolti'; tempi e modalità delle intercettazioni ambientali; la possibilità di poter intercettare anche i 'reati satelliti' (tipo l'usura) come  se fossero reati di mafia. Punti sui quali aveva messo i suoi paletti anche il Capo dello Stato il 2 giugno scorso e in altre successive occasioni.

Fatte queste modifiche, magari in commissione Giustizia, l'esame in Aula, si spiega nel Pdl, potrebbe avvenire in tempi brevi. Si parla addirittura della possibilità di votarlo nelle due settimane durante le quali la Manovra resterà all'attenzione delle commissioni competenti al Senato. Dopodichè la quarta lettura a Palazzo Madama, volendo, potrebbe essere rapidissima ''così com'è stato per il legittimo impedimento''.

In questo modo, si osserva tra i finiani, il ddl intercettazioni potrebbe venire approvato prima dell'estate.

L'alternativa, invece, è che l'intero esame del testo slitti a settembre. Nel frattempo, però, secondo alcuni boatos del Transatlantico, la maggioranza potrebbe anche correre il rischio di continuare a veder pubblicate intercettazioni non proprio graditissime a governo e coalizione.

Se tutto, invece, resterà com'è ora, insistono gli uomini vicino a Fini, il Capo dello Stato potrebbe anche non firmare il ddl e la Consulta potrebbe bocciarlo. Ma la linea dura, si osserva, verrebbe sostenuta ormai solo dai 'colonnelli' per i quali un'eventuale modifica del testo significherebbe una sconfitta politica di ''non lieve entità''.

Come andrà a finire, comunque, avverte un 'tecnico' del Pdl, lo si capirà domani quando il presidente della commissione Giustizia della Camera Giulia Bongiorno leggerà la sua relazione sul ddl. ''Dipende tutto - sottolinea - da come verrà impostato il discorso''.

Nell'attesa, tra Berlusconi e l'Anm è guerra di cifre. Secondo il premier ad essere intercettati sarebbero ''7,5 milioni di italiani'', mentre secondo le toghe, il numero delle utenze telefoniche controllate non supererebbe le 120mila unità. L'Anm poi lancia il suo affondo anti-ddl elencando tutti i nodi: se fosse già legge, avvertono, ''non si sarebbero potuti individuare gli assassini di D'Antona''; sarebbe impossibile disporre le 'ambientali' in luoghi diversi da quelli privati a meno che non si dimostri che lì stia avvenendo un reato; diventerebbe impossibile acquisire dati del traffico telefonico con grave danno anche per le indagini di mafia e terrorismo. (ANSA)

@fnsisocial

Articoli correlati