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Governo 02 Lug 2010

Intercettazioni, il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano: “Punti critici sono chiari. Ci riserviamo la valutazione finale nell'ambito delle nostre prerogative” Da Schifani: "Il ddl al Senato non prima di settembre"

LA VALLETTA (MALTA) 1 LUGLIO- ''I punti critici della legge sulle intercettazioni nel testo approvata dal Senato risultano chiaramente'', ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulla manifestazione di protesta dei giornalisti in corso a Roma. Ha aggiunto che il Quirinale non ha il compito di formulare modifiche e che si riserva una valutazione finale nell'ambito delle prerogative proprie del Capo dello Stato.

LA VALLETTA (MALTA) 1 LUGLIO- ''I punti critici della legge sulle intercettazioni nel testo approvata dal Senato risultano chiaramente'', ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulla manifestazione di protesta dei giornalisti in corso a Roma. Ha aggiunto che il Quirinale non ha il compito di formulare modifiche e che si riserva una valutazione finale nell'ambito delle prerogative proprie del Capo dello Stato.

''A noi non spetta indicare soluzioni da adottare e le modifiche da approvare nel corso del dibattito parlamentare sulle intercettazioni.

Valuteremo obiettivamente se verranno apportate modifiche adeguate alla problematicità di quei punti che sono stati indicati già in evidenza'', ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo alle domande dei giornalisti a conclusione della visita di Stato a Malta.

''Ci riserviamo - ha concluso - la valutazione finale nell'ambito delle nostre prerogative''.

Il Capo dello Stato ha innanzitutto motivato la scelta di rispondere dall'estero, contrariamente alle sue abitudini, ad una domanda che riguarda vicende italiane. ''Lo faccio non tanto per la vicinanza di Malta all'Italia o perché fra poco farò rientro a Roma, ma per la confusione che ancora colgo in certi commenti di stampa sulla legge sulle intercettazioni. Posso in sintesi ribadire quanto segue: i punti critici della legge approvata dal Senato risultano chiaramente dal dibattito in corso e da quello che si è svolto alla Commissione Giustizia della Camera, nonché da molti commenti di studiosi, sia costituzionalisti, sia esperti della materia. E ovviamente sono gli stessi a cui si riferiscono

le preoccupazioni del presidente della Repubblica. E ciò non si è mancato di sottolinearlo nei rapporti con esponenti di maggioranza e del Governo. Ma - ha concluso Napolitano - a noi non spetta indicare soluzioni da adottare e modifiche da approvare. Valuteremo obiettivamente se saranno apportate modifiche adeguate alla problematicità di quei punti messi in evidenza. Ci riserviamo la valutazione finale nell'ambito delle nostre prerogative''.

I giornalisti avevano chiesto a Napolitano di dire se c'è un allarme in Italia per la libertà di stampa e di commentare le il giudizio critico espresso ieri dal Garante della privacy, Francesco Pizzetti. ''Non mi pronuncio mai - ha risposto – sulle relazioni dei garanti delle autorità indipendenti. Consiglio però di leggere accuratamente la relazione del Garante della privacy, che non mi pare che si lamenti perché si mette un po' troppo l'accento sulla privacy, sarebbe paradossale e un parere più argomentato e complesso. Le istituzioni di garanzia non lanciano allarmi, formulano pareri e valutazioni''. (ANSA)

NAPOLITANO, IO INASCOLTATO SU MANOVRA

LA VALLETTA (MALTA) - "Anche senza essere Monsignor Delapalisse, è evidente che quel consiglio non è stato ascoltato nel momento in cui sono state prese determinate decisioni a maggioranza nella conferenza dei capigruppo". Lo ha detto il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rispondendo ai giornalisti a proposito dell'appello che nei giorni scorsi lo stesso Capo dello Stato aveva lanciato alle forze politiche di concentrarsi sulla manovra economica.

"Io - ha aggiunto Napolitano - non ho l'abitudine di tornare sui consigli dati né di esprimere alcun giudizio sul fatto che non siano stati seguiti e perché non siano stati seguiti". (AGI)

NAPOLITANO,SORDI SU PRIORITÀ;CRITICITÀINTERCETTAZIONI/ANSA

VALUTERÒ TESTO DDL ALLA FINE; BISOGNA DARE PRECEDENZA A MANOVRA

   (dell'inviato Alberto Spampinato)

LA VALLETTA, 1 LUGLIO - ''I punti critici'' della legge sulle intercettazioni, nel testo approvato dal Senato, ci sono.

''Risultano chiaramente dal dibattito''. Sono gli stessi ''a cui si riferiscono le preoccupazioni del presidente della Repubblica''. Da parte del Quirinale ''non si è mancato di sottolinearlo nei rapporti con esponenti di maggioranza e di governo''. Lo ha detto Giorgio Napolitano, a La Valletta, al termine della visita di Stato di tre giorni a  Malta, confermando che non intende dettare né suggerire alcuna correzione. E chiarendo che sulle priorità le sue valutazioni sono rimaste inascoltate.

Il Capo dello Stato attenderà il testo finale del ddl sul quale si riserva una ''valutazione finale'', in base alle sue prerogative.

Parole chiare e pesanti, che segnano una presa di distanza dal testo varato a Palazzo Madama e confermano che il Capo dello Stato vuole restare fuori dai lavori parlamentari in corso per inserire nel testo modifiche tali da superare le obiezioni che un vasto arco di forze politiche e sociali, e lo stesso presidente della Repubblica, avanzano da tempo riguardo alle esigenze di indagine della magistratura, al libero esercizio del diritto di cronaca dei giornalisti, al rispetto della privatezza da attuare senza compromettere il diritto dei cittadini di essere informati, e all'esigenza di contemperare queste esigenze in un equilibrio costituzionalmente accettabile.

Napolitano non lo ha detto così chiaramente, ma lo ha fatto intendere: gli scogli non sono stati superati, e non è detto che saranno stati superati quando il testo da firmare gli sarà sottoposto per essere promulgato. Rispetto a questo atto, come sempre, il presidente si tiene le mani libere, e oggi ha riaffermato che farà valere le sue prerogative costituzionali, che farà la sua ''valutazione'' e sceglierà in autonomia.

Napolitano è stato sollecitato a parlare del tema caldo delle intercettazioni, dai giornalisti che seguono la sua visita a Malta, che gli hanno ricordato la manifestazione di protesta della FNSI, che era già in corso, e gli hanno chiesto se in Italia a suo avviso ci sia un allarme libertà di stampa. Prima di rispondere Napolitano ha fatto due premesse. Primo, ha consigliato di ''leggere accuratamente'' la relazione del garante della Privacy Pizzetti, rifiutandosi di commentarla, perché si tratta di un organo indipendente di garanzia.

Secondo, ha spiegato perché stavolta non avrebbe rispettato la regola di non commentare dall'estero le vicende italiane.   

   Lo faccio, ha detto, ''per la confusione che ancora colgo in certi commenti di stampa, e posso in sintesi dire, o ribadire, quanto segue: i punti critici della legge approvata dal Senato risultano chiaramente dal dibattito in corso, dal dibattito già svoltosi alla Commissione Giustizia della Camera, nonché da molti commenti di studiosi, sia costituzionalisti sia esperti della materia. E ovviamente quei punti critici sono gli stessi a cui si riferiscono le preoccupazioni della Presidenza della Repubblica, e ciò non si è mancato di sottolinearlo anche nei rapporti con esponenti della maggioranza e del Governo''.

Lei, hanno incalzato i giornalisti, ha chiesto di concentrare in queste settimane tutti gli sforzi politici e parlamentari sulla elaborazione della manovra economica, per favorire uno spirito di responsabilità nazionale, evitando questioni sulle quali è già molto alta la tensione... ''Anche senza essere monsignor De la Palisse - ha risposto Napolitano, senza nascondere una nota di amarezza - è evidente che quel consiglio

non è stato ascoltato nel momento in cui sono state prese determinate decisioni a maggioranza nella conferenza dei capigruppo. Ma io non ho l'abitudine di tornare sui consigli dati né di esprimere alcun giudizio per dire se siano stati seguiti o sul perché non sono stati seguiti''. (ANSA)

NEL GIORNO DELLA PIAZZA MONITO NAPOLITANO, PUNTI CRITICI CHIARI

FINI, SUPPLEMENTO DI RIFLESSIONE SU DDL - SCHIFANI, AL SENATO NON PRIMA DI SETTEMBRE

Nel giorno della mobilitazione contro il ddl intercettazioni, Giorgio Napolitano è tornato a far sentire la propria voce e le sue sono parole severe nel rimarcare le "preoccupazioni" della presidenza della Repubblica per i "punti critici" che permangono nel testo. Al Quirinale, ha aggiunto Napolitano, non spetta "indicare soluzioni da adottare o modifiche da apportare", quanto, se mai, fare una "valutazione finale" alla quale il capo dello Stato certamente non si sottrarrà.

Il presidente Renato Schifani ha chiarito che il ddl non tornerà a palazzo Madama prima di settembre. "Abbiamo deciso di lavorare la prima settimana di agosto -ha ricordato- ma non ci sono i tempi tecnici per arrivare a un'approvazione al Senato prima dell'estate", in quanto, ha spiegato, "non essendo un decreto legge un passaggio in commissione deve avere un minimo di giacenza, sia pure per una quarta lettura, deve avere un suo ritmo". Dunque, ha concluso, "non vedo spazio" per una ulteriore lettura già in agosto". Per cui,

ha concluso, il ddl "passerà al Senato comunque dopo l'estate".

Dall'opposizione, Pier Luigi Bersani promette battaglia in Parlamento e chiede coerenza a chi, come i finiani, non nascondono le proprie perplessità sul ddl.

Le parole del presidente della Repubblica non sono state le uniche a animare la giornata politica sul fronte del ddl in discussione alla Camera. Le polemiche non sono mancate, accese soprattuto da una sortita del ministro Roberto Maroni. ''I reati di mafia -ha dichiarato il titolare del Viminale- sono esclusi dalle limitazioni, più che dirlo e riaffermarlo francamente non so cosa fare. Per questo non sono preoccupato''. Proprio il contrario di quanto invece ha detto Gianfranco Fini che, in un confronto-scontro con il coordinatore del Pdl e ministro Sandro Bondi, ha raccomandato un surplus di riflessione al suo partito. "Sono contrari i sindacati di polizia e il procuratore nazionale antimafia Piero Grasso ha detto che il ddl archivia il concetto di criminalità organizzata'' è stata la premessa del presidente della Camera.
"Se è sacrosanto che una conversazione privata non debba essere pubblicata -ha osservato Fini- mi spieghi che senso ha il divieto di mettere una cimice nella macchina della moglie di un mafioso. Su questo o la pensiamo diversamente o c'è stato un fraintendimento... Ma io sono sicuro che il tempo è galantuomo: se si depone l'arma polemica e si ragiona, una soluzione si trova". A Bondi che ha ammesso di non conoscere il testo e ha sostenuto che il procuratore Grasso "non è il Vangelo" mentre "questo è il governo che ha fatto di più contro la criminalità organizzata", Fini ha comunque teso la mano: "lavoriamo perché ci sia quel 'quid' in più che manca".

Proprio quello che ha raccomandato Umberto Bossi che ha rinnovato l'esigenza di ricercare una mediazione. "La gente -ha detto il leader della Lega- non ci tiene a essere intercettata, mentre in alcuni casi è chiaro che la magistratura deve poter intercettare, ma non su tutto e su tutti. Si deve trovare la via, la mediazione, e la troveremo". Intanto il Pd, ascoltate le osservazioni di Fini, ha sollecitato la presidente della commissione Giustizia, Giulia Bongiorno, a chiedere alla presidenza della Camera l'annullamento della calendarizzazione del provvedimento per il 29 luglio, "così come richiesto unitariamente dai gruppi di opposizione".

Politica a parte, oggi a fare da protagonista è stata le gente riunita a piazza Navona per protestare contro la legge-bavaglio. La mobilitazione, organizzata dalla Fnsi e appoggiata dalle forze politiche e da numerose associazioni, è cominciata con l'esecuzione dell'Inno di Mameli e con la lettura dell'articolo 21 della Costituzione. Da Bersani a Di Pietro, da Veltroni a Franceschini, da Fiorella Mannoia a Dario Fo, tutti hanno dichiarato che il vero argine contro il ddl deve essere il Parlamento. "A un certo punto si arriva al dunque: ci sono le parole e poi ci sono i voti e quando si arriva al voto, credo che debba esserci coerenza. Credo che al momento del voto -ha osservato il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, riferendosi all'ala finiana del Pdl- sia giusto chiedere coerenza a chi nella maggioranza ha sollevato dubbi e obiezioni senza ottenere alcun risultato".
L'Idv è pronta a occupare il Parlamento ad agosto. Lo ha garantito il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro. Il fatto che il provvedimento sia stato calendarizzato a Montecitorio a fine luglio, è considerato da Di Pietro "una truffa, un raggiro per fare in modo che i cittadini non sappiano quello che sta accadendo nelle segrete stanze del palazzo. Ma noi ci saremo, saremo in aula e ci resteremo anche a costo di occupare il Parlamento ad agosto".

''Dopo le parole del capo dello Stato, le riflessioni del presidente della Camera, le ammissioni di Umberto Bossi e di altri autorevoli esponenti della maggioranza che sono intervenuti in questi giorni, appare chiaro che il ddl intercettazioni deve essere modificato a Montecitorio perché contiene delle oggettive criticità.

Il testo uscito dal Senato deve essere quindi oggetto di un ulteriore approfondimento sul quale la maggioranza non ha ancora detto una parola chiara'', ha dichiarato il deputato dell'Udc, Roberto Rao.

Sul fronte della maggioranza, invece, Fabrizio Cicchitto è intervenuto per replicare al presidente Napolitano che si è sentito 'inascoltato' per il suo appello sul considerare la manovra economica una priorità del Parlameno, rispetto ad altri testi in discussione.

"Nella calendarizzazione dei lavori della Camera a luglio -ha puntualizzato il presidente dei deputai del Pdl- abbiamo messo al primo posto proprio la manovra economica per cui il consiglio del presidente della Repubblica è stato seguito perché condiviso. Una volta data priorità alla manovra , evidentemente i gruppi parlamentari di maggioranza hanno l'autonomia di fare le loro scelte e hanno dato l'indicazione di completare l'iter legislativo in terza lettura del ddl sulle intercettazioni che quindi segue e non precede l'approvazione della manovra economica''.

''Dopo due anni dall'inizio della discussione del testo di legge sulle intercettazioni telefoniche -hanno affermato i parlamentari del Pdl, Jole Santelli e Enrico Costa- soprattutto dopo aver proceduto all'ennesimo ciclo di audizioni, non è tollerabile da parte delle opposizioni sostenere la necessità di ulteriore tempo per l'approfondimento. La riforma delle intercettazioni è all'odg dell'agenda politica da 15 anni".

Tornando a Piazza Navona, la Fnsi ha fatto sentire la propria voce. "Se non ci fosse stata la casta da tutelare, la maggioranza non avrebbe mai fatto questa legge -ha detto Franco Siddi, segretario della Fnsi, parlando dal palco alla manifestazione- i giornalisti vengono espropriati perché lo Stato diventa censore e vengono inflitte multe milionarie agli editori" che violano questo provvedimento pubblicando le intercettazioni. Non è passata inosservata la presenza di Patrizia D'Addario. Una partecipazione contestata dai manifestanti e 'non gradita' dagli organizzatori. "Se sono qui -ha precisato- è perché mi ha invitato qualcuno. Mi ha invitato il Popolo Viola e poi questa legge porta il mio nome, l'hanno chiamata legge D'Addario. Ho tutto il diritto di essere qua".

"Noi non abbiamo fatto servizio d'ordine. La nostra - ha dichiarato il presidente della Fnsi Roberto Natale, commentando la presenza di Patrizia D'Addario all'iniziativa di piazza Navona- è una manifestazione aperta- però nessuno cerchi di speculare su questa nostra apertura. Se qualcuno domani racconterà piazza Navona come la piazza di Patrizia D'Addario farà un pessimo giornalismo". (ADNKRONOS)

 

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