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Fnsi 15 Set 2003

Iran: nuovo arresto di un cronista e altri due giornalisti in sciopero della fame

Iran: nuovo arresto di un cronista e altri due giornalisti in sciopero della fame

Iran: nuovo arresto di un cronista e altri due giornalisti in sciopero della fame

Behzad Zarinpour, vice-caporedattore del giornale Asia e ex-caporedattore di Abrar Eqtesadi (News economiche), è stato arrestato presso il suo domicilio, domenica 7 settembre, da uomini armati in civile che avevano già provveduto a perquisire la sua abitazione. Da allora, la famiglia non ha più avuto notizie del giornalista. Reporter senza frontiere (sezione italiana di Reporters sans frontières), ricorda che queste modalità di arresto sono illegali e chiede alle autorità iraniane di comunicare quanto prima alla famiglia il luogo e il motivo della detenzione di Behzad Zarinpour. "L'Iran rimane un paese dove non è certo facile vivere per i giornalisti. Gli arresti continuano indiscriminatamente e i giornalisti prigionieri vengono segregati in celle singole, in condizioni igieniche allarmanti ", ha dichiarato Robert Ménard, segretario generale di Reporters sans frontières. In Iran in effetti, le condizione di detenzione dei giornalisti sono quanto mai preoccupanti, come testimonia la moltiplicazione di scioperi della fame tra i professionisti dei media prigionieri nel carcere di Evine. Mohsen Sazgara, il cui processo "a porte chiuse", come ha precisato il suo avvocato, è iniziato il 6 settembre, ha iniziato lo sciopero della fame e rifiuta di prendere le medicine pur essendo affetto da una grave patologia cardiaca. Anche Taghi Rahmani, da mesi segregato in una cella singola, è entrato in sciopero della fame per protesta contro le condizioni di massimo isolamento in cui è detenuto, una pratica che si sta di fatto generalizzando per tutti i giornalisti della stampa riformatrice prigionieri nelle carceri iraniane. Questi giornalisti sono nelle mani dei servizi del procuratore generale di Teheran, Saïd Mortazavi, e dei Guardiani della rivoluzione che operano negli stessi locali dove la fotoreporter Zahra Kazemi è stata colpita a morte nel luglio scorso. Con 17 giornalisti attualmente detenuti, l'Iran è la più grande prigione del Medio-Oriente per i professionisti dei media.

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