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Sindacale 28 Mar 2006

L’assemblea dei collaboratori marchigiani de "il Resto del Carlino" denuncia come inaccettabile la scelta della Poligrafici di disdire unilateralmente le condizioni economiche pattuite e da mandato al Sigim di condurre una trattativa

L’assemblea dei collaboratori marchigiani de "il Resto del Carlino", svoltasi lunedì 27 marzo al Sigim, con la partecipazione di decine di colleghi che ogni giorno contribuiscono fattivamente alla presentazione in edicola di un prodotto completo e radicato sul territorio, ha dato mandato al Sindacato Giornalisti di rappresentare le ragioni della categoria nella vertenza apertasi con la Poligrafici Editoriale per i drammatici tagli ai compensi ai collaboratori comunicati nei giorni scorsi dall’azienda.

L’assemblea dei collaboratori marchigiani de "il Resto del Carlino", svoltasi lunedì 27 marzo al Sigim, con la partecipazione di decine di colleghi che ogni giorno contribuiscono fattivamente alla presentazione in edicola di un prodotto completo e radicato sul territorio, ha dato mandato al Sindacato Giornalisti di rappresentare le ragioni della categoria nella vertenza apertasi con la Poligrafici Editoriale per i drammatici tagli ai compensi ai collaboratori comunicati nei giorni scorsi dall’azienda.

L’assemblea dei collaboratori de "Il Resto del Carlino" denuncia come inaccettabile e proterva, per contenuti e modalità, la scelta della Poligrafici di disdire unilateralmente le condizioni economiche precedentemente pattuite, senza alcun rispetto per il lavoro svolto quotidianamente da moltissimi colleghi con mezzi propri e in condizioni spesso difficili, acuite dal confronto con giornali concorrenti che garantiscono ai collaboratori condizioni di miglior favore. Anziché accogliere e valutare con obiettività le istanze del territorio per una miglior remunerazione del lavoro – autonomo o parasubordinato solo in teoria, spesso invece subordinato di fatto ad organici redazionali sempre più sottili e spesso lontani dal rapporto con le fonti –, la Poligrafici Editoriale si è assunta la responsabilità di aprire un contenzioso morale e materiale con decine di collaboratori che saranno presto ridotti alla fame dal dispositivo aziendale adottato: la perversa doppia misura che da un lato taglia i compensi anche del 25-30% e dall’altro fissa un tetto di 50 collaborazioni mensili – oltre le quali ogni altro servizio o notizia resi all’azienda sarà pagato in molti casi l’astronomica cifra di 2 euro (lordi) – di fatto cancellerà il 50% di retribuzioni già largamente inadeguate. Molti collaboratori, professionisti o pubblicisti, che in concreto lavorano a tempo pieno per il “Carlino”, si troveranno così a fine mese con stipendi netti di poco superiori ai 250 euro. Una retribuzione mortificante, lesiva della dignità delle persone, che oltre a svilire la professionalità dei colleghi nel contesto di riferimento, finirà fatalmente per alimentare nuovi ricorsi alla magistratura del lavoro in vista dei quali i giornalisti del “Carlino” chiedono al Sigim la massima assistenza tecnico-legale. L’assemblea dei collaboratori del “Carlino”, stupita e gonfia di rabbia, non può far a meno di sottolineare che nonostante l’utile netto di 12,7 milioni di euro, presentato il 22 marzo scorso agli investitori, la Poligrafici ha imboccato la pericolosissima strada dei tagli alle radici. Dovrebbe essere pleonastico, ma non in questo caso, ricordare all’Editore che ogni collaboratore del “Carlino” è sensibile antenna e prezioso osservatore locale, e come tale andrebbe agevolato anziché disincentivato nella copertura di un territorio orograficamente complesso, frazionato in 246 Comuni, e di fatto non semplice da monitorare anche per una testata che si proclama leader – e forse ancora lo è, seppur in modo disomogeneo – nell’area regionale di riferimento. Proprio questa disomogeneità nel risultato in edicola – con edizioni storicamente più forti vicine ad altre di minor tradizione o di fresca apertura – avrebbe suggerito ben altra cautela nell’affrontare un problema strategico quale è certamente quello della giusta retribuzione al lavoro di chi, Comune per Comune, ha consentito anche quest’anno alla Direzione e all’Amministrazione della testata di proclamare la sostanziale tenuta del venduto nelle Marche a dispetto dei vistosi cali registrati in Emilia Romagna (come da comunicazione resa dall’azienda al comitato di Redazione). L’assemblea dei collaboratori marchigiani de "Il Resto del Carlino", decisa a sostenere la propria battaglia per equi compensi e migliori condizioni di lavoro, affida al Sigim la richiesta di investire ufficialmente del problema il Comitato di Redazione de “Il Resto del Carlino”, e invoca l’auspicabile sostegno degli altri Cdr Poligrafici, dell’Associazione Stampa Emiliano-Romagnola, del Sindacato Giornalisti Veneti e della Federazione Nazionale della Stampa, ciascuno per la parte di competenza. Anche assessorato regionale al Lavoro, forze politiche di ogni orientamento, sindacati confederali, media locali e nazionali, saranno chiamati a pronunciarsi su questa preoccupante pagina di precariato diffuso e senza veli scritta dai manager di un’azienda storica dell’editoria italiana e per di più quotata in Borsa. In attesa di verificare gli esiti dell’incontro già fissato per giovedì prossimo, 30 marzo, a Bologna, tra il Comitato di Redazione della testata e la Poligrafici Editoriale, l’assemblea dei collaboratori marchigiani de “Il Resto del Carlino” proclama lo stato di agitazione e si riserva ogni azione collettiva, incluse quelle più drastiche, nel caso l’Editore non voglia rivedere le misure unilateralmente prese. Ancona, 27 marzo 2006 Approvato all’unanimità

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