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Fnsi 01 Ott 2002

Lettera aperta di Santoro, Ruotolo e Iacona a Serventi “Caro Paolo…” Il Segretario risponde “Cari colleghi…”

Lettera aperta di Santoro, Ruotolo e Iacona a Serventi “Caro Paolo…” Il Segretario risponde “Cari colleghi…”

Lettera aperta di Santoro, Ruotolo e Iacona a Serventi “Caro Paolo…”
Il Segretario risponde “Cari colleghi…”

A Paolo Serventi Longhi Segretario FNSI ROMA Caro Segretario, considera questa una lettera aperta a tutti i giornalisti italiani. Chi ti scrive ha avuto il tuo appassionato sostegno e quello del segretario dell'Usigrai, Roberto Natale, in questa difficile battaglia per la difesa della libertà di espressione. Tu, come tanti altri colleghi, hai alzato la voce dopo le dichiarazioni bulgare del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Hai contribuito alla campagna promossa da Articolo21liberidi che chiede alla Rai di rimettere in onda "Il Fatto" e "Sciuscià"; hai offerto il sostegno legale per difenderci dai pretestuosi provvedimenti disciplinari promossi dalla Rai nei nostri confronti. Personalmente non potevi fare di più ma proprio per questo motivo è giunto il momento che la difesa dell'Articolo 21 della Costituzione diventi la battaglia di tutti i giornalisti italiani. Quello che è successo a noi e a Enzo Biagi domani può capitare agli altri. E' vero, le pressioni sui giornali e sulla televisione, non sono una novità ma è la straordinarietà della situazione ad esigere un momento di riflessione ma anche di mobilitazione perché è in gioco l'abc dei nostro mestiere: l'indipendenza e l'autonomia. Quando c'è un presidente del Consiglio che controlla direttamente o indirettamente l'intero sistema radiotelevisivo, gran parte dell'editoria, della comunicazione, del mercato pubblicitario, vuoi dire che è a rischio la libertà dì informare e di essere informati. E' la prima volta che in un paese democratico il potere politico delegittima una parte dell'informazione. E' la prima volta, e senza che nessuna legge lo preveda, che il governo interferisce così pesantemente nella vita interna di un'azienda come la Rai. Caro Segretario, quando si chiude un programma senza una motivazione editoriale, quando si procede ad una censura preventiva, quando si impedisce a milioni di telespettatori di seguire il loro programma preferito è come se si chiudesse un giornale. Cosa dobbiamo aspettare ancora prima che la categoria decida di battersi? Roma 1 ottobre 2002 Michele Santoro, Sandro Ruotalo e Riccardo lacuna Cari Colleghi “La Vostra lettera affronta temi sui quali, come Voi rilevate, la Federazione della Stampa e io stesso ci siamo più volte pronunciati in maniera molto chiara. Quanto sta accadendo nel mondo della comunicazione, e del servizio pubblico in particolare, debbono preoccupare tutti coloro che hanno a cuore la libertà di informare. Su questo tema, e sulla difesa dell’articolo 21 della Costituzione, si è pronunciato autorevolmente il Capo dello Stato le cui parole sono state fatte proprie dalla Fnsi e dagli altri organismi di categoria dei giornalisti. Lo ribadiremo con forza nella riunione degli Stati Generali (Fnsi, Ordine, Inpgi, Casagit, Fondo di Previdenza Complementare) che si svolgerà lunedì 7 e martedì 8 ottobre prossimi. I giornalisti italiani vivono un momento di grande difficoltà a causa dell’attacco che il sistema delle imprese e parte delle istituzioni portano all’autonomia della categoria e al diritto dei cittadini di essere correttamente informati. In moltissime redazioni, si tenta di delegittimare il ruolo autonomo dei giornalisti, di abbattere le regole etiche e contrattuali della categoria e di ridurre la qualità del prodotto. La vicenda di “Sciuscià”, così come quelle de “Il Fatto” di Enzo Biagi e di decine di colleghi della Rai rimossi o minacciati, assume un aspetto emblematico di una realtà grave che non riguarda soltanto il servizio pubblico radiotelevisivo ma l’intero mondo degli operatori della comunicazione. Come saprete, cari colleghi, la Fnsi ha espresso ripetutamente preoccupazione anche per il futuro previdenziale e contrattuale della categoria e per le modifiche alla legislazione sul lavoro e sulla comunicazione contenute nel Patto per l’Italia e nella proposta di legge Gasparri. Per tutte queste ragioni, sulla base di una piattaforma che non può non riguardare l’intera categoria, ho proposto alla Conferenza nazionale dei Comitati di Redazione del luglio scorso, al Consiglio Nazionale e alla Giunta – rinnoverò la proposta agli Stati Generali – di attuare una forte iniziativa sindacale, una giornata di sciopero generale. La Fnsi è un’organizzazione sindacale democratica, pluralista, unitaria nella quale si misurano sensibilità e culture diverse. Forte è la richiesta dei colleghi che la mobilitazione preservi il carattere autonomo delle decisioni del Sindacato dei Giornalisti rispetto alle posizioni di altre organizzazioni, come la Cgil, che hanno già proclamato uno sciopero generale. Vi confermo, quindi, che avanzerò alla categoria la proposta di uno sciopero in una giornata diversa dal 18 ottobre e attenderò con fiducia il pronunciamento della Giunta del Sindacato che ho l’onore di guidare. RinnovandoVi stima e affetto e il completo impegno a tutelare la libertà di espressione e gli interessi collettivi di una grande redazione, ingiustamente smantellata, Vi saluto con molta cordialità”. Paolo Serventi Longhi

@fnsisocial

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