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Giornalisti 03 Mar 2016

Mafia e informazione, ok unanime della Camera alla "relazione Fava". La Fnsi: «Bene, ora però si risolva il problema delle querele temerarie»

La Camera dei deputati ha approvato con voto unanime la relazione su mafia e informazione predisposta dal vicepresidente della commissione Antimafia, Claudio Fava. A lui e «a tutti i parlamentari il nostro grazie», commentano il segretario Lorusso e il presidente Giulietti che auspicano si passi ora a risolvere il problema delle "querele temerarie", «divenute vero strumento di intimidazione e minaccia», chiosano i vertici della Fnsi.

La Camera dei deputati ha approvato con voto unanime la relazione su mafia e informazione predisposta dal vicepresidente della commissione Antimafia, Claudio Fava. A lui e «a tutti i parlamentari il nostro grazie», commentano il segretario Lorusso e il presidente Giulietti che auspicano si passi ora a risolvere il problema delle "querele temerarie", «divenute vero strumento di intimidazione e minaccia», chiosano i vertici della Fnsi.

La Camera dei deputati ha approvato all'unanimità la relazione sullo stato dell'informazione e sulla condizione dei giornalisti minacciati dalle mafie predisposta dalla commissione Antimafia nell'agosto 2015 al fine di offrire "al Parlamento e all'opinione pubblica una rappresentazione dello stato dell'arte del rapporto fra informazione e mafia", ha spiegato Claudio Fava, vicepresidente della Commissione (in foto).
Si tratta, ha poi commentato l'esponente del gruppo di Sinistra italiana, di "una relazione che non vuole celebrare, né semplicemente offrire solidarietà ai troppi giornalisti minacciati o che hanno subito violenze in questi anni, ma che vuole provare a proporre rimedi. Sul piano normativo, ma anche sul piano sociale, facendosi carico ad esempio della estrema condizione di precarietà in cui molti dei giornalisti minacciati vivono".

Tra le ipotesi allo studio, una aggravante dei reati commessi dai mafiosi nei confronti dei giornalisti "perché violenza e minacce non riguardano solo l'incolumità del giornalista: un cronista costretto al silenzio è una risorsa in meno per l'opinione pubblica. I giornalisti meritano una tutela particolare non perché debbano essere privilegiati ma perché svolgono una funzione sociale", ha detto ancora Fava che ha anche ringraziato "per il paziente e dettagliato lavoro di inchiesta che svolge l'Osservatorio Ossigeno", presente alla conferenza stampa con il suo direttore, Alberto Spampinato.
Tra gli interventi proposti nella relazione spicca poi l’intenzione di pervenire ad una norma più incisiva contro le querele temerarie, tema – aveva anticipato il relatore in conferenza stampa – da affrontare con più generosità e decisione.

"Il nostro grazie all'onorevole Fava, a tutti i parlamentari che hanno dato il loro consenso e alla associazione Ossigeno, che ha fornito un contributo essenziale", è il commento del segretario generale e del presidente della Fnsi, Raffaele Lorusso e Giuseppe Giulietti.
"Oltre a descrivere il fenomeno, la relazione indica – osservano Lorusso e Giulietti in una nota – alcune possibili misure legislative da assumere a tutela del lavoro dei cronisti e tra queste il contrasto delle cosiddette "querele temerarie" , diventate il vero strumento di intimidazione e minaccia. Dal momento che già lunedì inizierà a Montecitorio la discussione sulla riforma del processo civile, quella potrebbe essere la sede per dare una traduzione legislativa all'importante e civile voto di oggi".

Qui il video della dichiarazione di voto dell’onorevole Fava prima dell’approvazione della relazione.

Mafia: Bindi, bene risoluzione su giornalisti minacciati
"L'approvazione all'unanimità della risoluzione sulla condizione dei giornalisti minacciati dalle mafie è un risultato molto significativo, che dà forza all'impegno delle istituzioni a tutela del diritto di cronaca e della libertà d'informazione". Lo ha affermato la presidente della commissione Antimafia, Rosy Bindi, in merito all'approvazione da parte della Camera dei Deputati, della relazione su giornalisti e mafie.
"Grazie al lavoro della Commissione Antimafia e del Comitato coordinato da Claudio Fava, per la prima si affronta un tema cruciale per la qualità della nostra democrazia, con un quadro puntuale e accurato delle difficoltà e dei rischi che corrono i giornalisti quando indagano e raccontato la presenza delle mafie nel nostro paese. La lotta contro i poteri criminali è anche una battaglia culturale - commenta Rosy Bindi - che si gioca sul terreno di un'informazione con la schiena dritta, libera dai condizionamenti e capace di esercitare con correttezza e obiettività un'indispensabile funzione di conoscenza della realtà".
(Agi - Roma, 3 marzo 2016)

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