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Napoli, l'editore di Metropolis aggredisce i giornalisti
Minacce 02 Ott 2016

Metropolis, editore aggredisce i giornalisti. Sindacato e Ordine: «Fatto vergognoso». Fnsi: «Finegil fermi la vendita de La Città »

Un finanziatore del giornale campano Metropolis ha minacciato alcuni giornalisti, cacciandone altri e arrivando ad aggredire due cronisti. Sindacato e Ordine della Campania: «Vergognoso». È lo stesso imprenditore che sta rilevando La Città  di Salerno. La Fnsi: «Finegil fermi la vendita». Sei giorni di sciopero al quotidiano salernitano.

L'Ordine dei giornalisti della Campania, il Sindacato unitario dei giornalisti della Campania e i consiglieri nazionali campani della Fnsi denunciano i gravissimi episodi avvenuti in queste ore nella redazione centrale di Metropolis, dove un finanziatore del giornale ha minacciato alcuni giornalisti, cacciandone altri e arrivando persino all'aggressione di due cronisti.

«Si tratta - commentano i rappresentanti dei giornalisti campani - di un comportamento inaccettabile, intollerabile e vergognoso, di fronte al quale Ordine e Sindacato metteranno in campo tutte le azioni necessarie alla tutela dei colleghi, ai quali esprimono piena e convinta solidarietà. Si esprime inoltre grande preoccupazione per il fatto che l'aggressore è lo stesso imprenditore che sta rilevando in queste settimane dal gruppo Espresso una importante testata salernitana».

Sulla vicenda interviene anche il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, che pone l'accento proprio sull'interesse dell'imprenditore per il quotidiano salernitano. «È auspicabile - rileva - che il gruppo L'Espresso-Finegil soprassieda alla decisione di cedere il quotidiano La Città di Salerno ad una cordata di imprenditori locali. Soprattutto se fra gli acquirenti figura uno degli attuali editori del quotidiano campano Metropolis. Lo stesso che, stando a quanto denunciato dai colleghi della testata, dal sindacato e dall'Ordine dei giornalisti della Campania, ha pesantemente minacciato alcuni giornalisti di Metropolis, piombando in redazione, nella giornata di oggi».

Nel ribadire ai colleghi minacciati e aggrediti la vicinanza e la solidarietà della Fnsi e con l'augurio che anche la magistratura voglia fare chiarezza sull'accaduto, il segretario Lorusso si dice poi preoccupato del fatto che «chi si è reso protagonista di tali inqualificabili comportamenti possa diventare l'editore di una testata del gruppo L'Espresso-Finegil, che ha nel dna le battaglie per la legalità, i diritti civili e le libertà. Se il buongiorno si vede dal mattino, c'è da essere seriamente preoccupati non soltanto per il futuro del quotidiano La Città, ma anche dell'editoria italiana: i processi in atto di trasformazione e di evoluzione delle proprietà delle testate non possono spalancare le porte del mercato a soggetti incompatibili con i principi che devono ispirare l'impresa editoriale in un sistema democratico».

"La Città" di Salerno. Come ritrovarsi il padrone in redazione
di Raffaele Lorusso
"Il padrone in redazione" è il titolo di un libro scritto da Giorgio Bocca alla fine degli anni ’80. Affronta il rapporto fra la libertà di stampa e le proprietà dei giornali e il modo in cui gli interessi privati possono influire sulle linee editoriali. Quelle riflessioni sono sempre attuali. Soprattutto dopo quello che è successo l’altro giorno nella redazione del quotidiano campano "Metropolis", dove due giornalisti sono stati aggrediti e altri insultati da uno dei finanziatori del giornale. Un episodio inquietante che proietta un’ombra cupa sulle sorti di un altro quotidiano della Campania, "La Città" di Salerno, recentemente ceduto dal gruppo editoriale L’Espresso-Finegil ad una cordata di imprenditori locali, nella quale figura lo stesso imprenditore che si è reso protagonista dell’inqualificabile aggressione a "Metropolis".
Non è qui in discussione la libertà di impresa. La cessione del quotidiano "La Città", realizzata nell’ambito delle operazioni di deconsolidamento e dismissione legate alla fusione fra il gruppo L’Espresso e il gruppo Itedi necessarie per rispettare il tetto massimo del 20 per cento della tiratura dei quotidiani sul territorio nazionale, pone però questioni non irrilevanti.
La prima è di opportunità. Bisogna chiedersi perché il Gruppo L’Espresso-Finegil, che da sempre fa delle battaglie per la legalità, per le libertà e per la difesa dei diritti civili la propria bandiera, non si sia posto il problema di cedere uno dei propri giornali locali ad una cordata di imprenditori che in qualche modo potesse garantire una continuità sotto il profilo culturale. Viene da chiedersi che cosa c’entrino i valori da sempre professati dalle testate del gruppo L’Espresso con un imprenditore quanto meno discusso e chiacchierato, già colpito in passato, in qualità di presidente della Casertana calcio, da Daspo, e che – i fatti dell’altro giorno lo dimostrano – considera il ruolo dell’editore assimilabile a quello del padrone delle ferriere.
C’è poi una considerazione di carattere più generale. L’editoria italiana sta attraversando una fase di profonde trasformazioni degli assetti societari e proprietari. Ferma restando la libertà di impresa, non va dimenticato che – come più volte sottolineato dall’Unione europea e dagli organismi internazionali – l’attività editoriale non è un’attività economica come tutte le altre perché riguarda il bene della libertà di pensiero e di espressione, fondamento di qualsiasi democrazia compiuta in quanto essenziale per assicurare a tutti i cittadini il diritto a essere informati. Bisogna chiedersi, allora, se non sia arrivato il momento per il Parlamento di affrontare in maniera organica e complessiva il tema delle fusioni e delle aggregazioni nel settore editoriale, rivedendo la legislazione antitrust. Chi è evidentemente incompatibile con i principi e con i valori che in democrazia devono ispirare l’impresa editoriale non può diventare proprietario di giornali e mezzi di comunicazione.
Indipendentemente dalle intese già sottoscritte, è auspicabile che il gruppo L’Espresso riconsideri la decisione di cedere il quotidiano "La Città" a una cordata di imprenditori così composta. Non è detto che sia possibile, ma è dovere del sindacato dei giornalisti denunciare il rischio di un’involuzione della qualità dell’offerta informativa nella provincia di Salerno e del rischio per la libertà dei giornalisti della "Città".
La presenza del presidente della FNSI, Giuseppe Giulietti, alla manifestazione organizzata dal Sindacato dei giornalisti della Campania, per sostenere Rosaria Federico, cronista della "Città" alla quale la magistratura ha sequestrato il telefono cellulare dopo il suo rifiuto di rivelare le proprie fonti, servirà anche a tenere alta l’attenzione sulle sorti del quotidiano di Salerno. Non è in discussione il diritto di vendere e acquistare i giornali. Un conto, però, è avere a che fare con un editore e un altro, e molto più preoccupante, è ritrovarsi con il padrone in redazione. (Da Articolo21.org)

Il Cdr de La Città di Salerno proclama 6 giorni di sciopero
Il Comitato di redazione del quotidiano "la Città", appreso del gravissimo episodio avvenuto nella redazione centrale del quotidiano Metropolis, dove un finanziatore del giornale ha minacciato alcuni giornalisti arrivando all'aggressione di due cronisti, e ricordando che il finanziatore in questione è l'imprenditore al quale il gruppo L'Espresso-Finegil sta per cedere "la Città", condanna con forza l'episodio e proclama un pacchetto di sei giorni di sciopero (il quotidiano sarà regolarmente in edicola sabato 1 ottobre), i primi quattro dei quali a partire da domani e fino a martedì 4 ottobre, giorno nel quale i sindacati nazionali e locali sono convocati nella sede della Fieg a Roma per il primo incontro ufficiale con la società cedente e la società cessionaria. Contestualmente l'assemblea del quotidiano "la Città" esprime solidarietà e vicinanza ai colleghi di Metropolis. (Salerno, 30 settembre 2016)

Il comunicato dei Cdr di Finegil-Espresso e Repubblica
L'episodio di aggressione denunciato dalla Fnsi e dai colleghi del giornale Metropolis fa assumere alla cessione del quotidiano "La Città di Salerno" contorni inquietanti.
Metropolis è una testata finanziata dallo stesso imprenditore che sta conducendo una trattativa con il Gruppo Espresso per l'acquisto de "La Città". Azioni di intimidazione verso i giornalisti, fino ad arrivare all'aggressione fisica, non possono essere tollerate. I Cdr di Repubblica e il Coordinamento dei cdr Finegil si uniscono alla richiesta dell'Ordine della Campania e del sindacato affinché il Gruppo Espresso riveda la decisione di cedere il quotidiano "La Città di Salerno" a una cordata locale soprattutto se, tra gli acquirenti, figura uno dei protagonisti del grave episodio avvenuto nella redazione di Metropolis. (2 ottobre 2016)

Finegil, forte preoccupazione del Sindacato giornalisti Veneto per la cessione di Città di Salerno e Centro di Pescara
La Giunta del Sindacato regionale giornalisti del Veneto esprime fortissima preoccupazione per quanto sta avvenendo nel Gruppo Espresso, dopo l'apertura dei tavoli di trattativa per la cessione di cinque quotidiani Finegil, La Città di Salerno, il Centro di Pescara, La Nuova Sardegna di Sassari, l'Alto Adige di Bolzano e il Trentino di Trento.
«In particolare – spiega l’Assostampa in una nota – le vicende collegate alla cessione della Città, con l'aggressione fisica da parte di uno dei futuri acquirenti nei confronti di due giornalisti di “Metropolis” e minacce a cronisti della stessa La Città, oggetto della denuncia della Federazione nazionale della stampa e di unanimi prese di posizione del Sindacato giornalisti della Campania e dell'Ordine dei giornalisti, delineano uno scenario inquietante. L'invito ai vertici del Gruppo Espresso di rivedere le modalità della vendita della testata salernitana si aggiunge alla richiesta già formulata in tal senso dal Coordinamento dei Cdr dei quotidiani Finegil, compresi quelli de il Mattino di Padova, la Nuova Venezia-Mestre, La Tribuna di Treviso e il Corriere delle Alpi».
Il Sindacato giornalisti Venero esprime poi solidarietà anche ai colleghi del Centro, «che si sono visti ridurre – prosegue la nota – da 30 a 27 i giornalisti con contratto a tempo indeterminato in organico al momento di definire la vendita del quotidiano ai nuovi proprietari. L'organico effettivo conta su tre giornalisti in più con contratto a tempo determinato, il cui rapporto invece verrà fatto decadere a fine 2016. Chi subentrerà al Gruppo, sin dal primo confronto, parla di 27 giornalisti, non di 30. Dunque, si confondono le carte in tavola.
I giornalisti Finegil sono da settimane impegnati nella salvaguardia dei loro posti di lavoro, messi pesantemente in discussione nell'ambito della fusione tra il Gruppo Espresso e il Gruppo Itedi, che edita La Stampa e il Secolo XIX, prevista entro marzo 2017.
E questo «a maggior ragione – conclude la Giunta del Sindacato dei giornalisti del Veneto – dopo che l'ad Monica Mondardini ha comunicato al Cdr di Repubblica che i giornali locali, insieme alle radio, sono gli unici a guadagnare. Che siano loro a pagare gli effetti della fusione tra i due Gruppi editoriali appare quantomeno singolare e criticabile sotto il profilo della logica imprenditoriale».

PER APPROFONDIRE
L'interrogazione presentata dalla sentarice Pd Rosaria Capacchione (qui il link).

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