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Fnsi 07 Gen 2004

Rai, caso Deaglio. Barelli (Forza Italia): "Cattaneo vada avanti per la sua strada". Giulietti (Ds): "Il direttore generale deve dimettersi". Appello del 'Riformista' ai 'terzisti d'Italia': "Difendete Deaglio che non è la Guzzanti"

Rai, caso Deaglio. Barelli (Forza Italia): "Cattaneo vada avanti per la sua strada". Giulietti (Ds): "Il direttore generale deve dimettersi". Appello del 'Riformista' ai 'terzisti d'Italia': "Difendete Deaglio che non è la Guzzanti"

Rai, caso Deaglio. Barelli (Forza Italia): "Cattaneo vada avanti per la sua strada". Giulietti (Ds): "Il direttore generale deve dimettersi". Appello del 'Riformista' ai 'terzisti d'Italia': "Difendete Deaglio che non è la Guzzanti"

Per il Vicepresidente dei senatori di Forza Italia e componente della Commissione di Vigilanza Rai, Paolo Barelli, ''gli attacchi al direttore generale Flavio Cattaneo dimostrano che la sinistra non vuole una Rai efficiente e di successo''. ''L'aumento della raccolta pubblicitaria nella tv di Stato e il primato riguardante l'audience - sottolinea Barelli - dimostrano che il nuovo corso di Viale Mazzini e' in controtendenza con la deficitaria gestione della Rai da parte dei governi della sinistra. Il presidente Annunziata evidentemente ritiene oggi di partecipare alla campagna elettorale andando contro gli interessi dell'azienda che presiede, addirittura contro il voto a favore della messa in onda del digitale terrestre espresso, all'unanimita', con tutto il consiglio nell'estate del 2003. Il direttore generale Cattaneo prosegua nel suo lavoro serio e professionale a tutela del pluralismo e del bilancio dell'azienda, senza cedere ad intimidazioni e a polemiche strumentali''. (ANSA) ''Il direttore generale Rai non si e' mai opposto alle richieste e agli ordini del partito del conflitto d'interessi. Ma questa volta ha passato il segno ed ha compiuto un attacco di rara volgarita' alla presidente Annunziata''. Lo pensa il Ds Giuseppe Giulietti. ''E' una cosa di assoluta gravita' perche' - continua - questa presidente e' stata indicata come presidente di garanzia da Pera e Casini, e per questo suo ruolo e' stato scelto un Cda di marca governativa. Questo presupponeva che il direttore generale non diventasse l'avvocato difensore del governo. Cattaneo non ci ha neppure provato: e' lui l'elemento estraneo e per questo deve dimettersi. In ogni caso - secondo Giulietti - prima di andarsene deve rispondere a queste quattro domande a proposito del caso Deaglio: se e' vero che le procedure di cui si parla in queste ore a proposito del programma sono normali e sarebbe interessante sapere cosa c'entri il controllo del contratto con la garanzia del pluralismo; se e' vero che il Direttore Generale ha chiesto una visione preventiva delle prossime puntate, da chi dovrebbe venire il nulla osta alla messa in onda del programma; se per caso in Rai sia stata introdotta una commissione censura, o attivata una prassi che consegna all ufficio legale le chiavi per chiudere programmi considerati scomodi con il facile escamotage del rischio di azioni giudiziarie, visto per esempio che nel caso Raiot l'ufficio legale Rai ha fatto propria la posizione di Mediaset. Sarebbe interessante infine sapere se i Direttori di Rete hanno ancora o no l autonomia editoriale di cui tanto abbiamo sentito parlare in vigilanza, o se tale autonomia sia stata annullata da questa normalizzazione''. Comunque per il parlamentare Ds, ''la vicenda sul programma di Deaglio annulla la possibilita' di un sereno confronto sulla legge Gasparri''.(ANSA). Un appello ai "terzisti d'Italia" perchè "difendano Deaglio, che non è la Guzzanti". E' quanto appare oggi su "Il riformista" che alla questione dedica l'editoriale di prima pagina. L'appello, si legge nell'anticipazione, è rivolto "ai terzisti, a quanti sono in grado di valutare con serenità, caso per caso, senza pregiudizi, ciò che è utile e ciò che è dannoso, ciò che è libero e ciò che è fazioso, ciò che è legittimo e ciò che è intollerabile". Il quotidiano di Polito, ricordando come sostenne la decisione della Rai di mettere "sotto controllo" Raiot di Sabina Guzzanti, sottolinea però che "per evitare che si supplisca all'informazione con la satira c'è bisogno che ci sia l'informazione. E lo spettro della chiusura che aleggia sull'"Elmo di Scipio" di Enrico Deaglio - viene osservato - colpisce stavolta l'informazione fatta secondo i crismi della deontologia, firmata da un professionista, utilizzando non le opinioni di un comico, ma di persone titolate a esprimere giudizi politici". (Apcom)

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