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Fnsi 06 Gen 2004

Rai, caso Deaglio, Serventi: "Occorre mobilitarsi per difendere il servizio pubblico e la democrazia". Natale (Usigrai): "Cattaneo è in gara per la palma di dirigente più asservito nella storia dell'azienda". Cdr Tg3: "Introdurre la patente

Rai, caso Deaglio, Serventi: "Occorre mobilitarsi per difendere il servizio pubblico e la democrazia". Natale (Usigrai): "Cattaneo è in gara per la palma di dirigente più asservito nella storia dell'azienda". Cdr Tg3: "Introdurre la patente a punti per chi fa tv". Deaglio: "Regime no, autoritarismo sì"

Rai, caso Deaglio, Serventi: "Occorre mobilitarsi per difendere il servizio pubblico e la democrazia". Natale (Usigrai): "Cattaneo è in gara per la palma di dirigente più asservito nella storia dell'azienda". Cdr Tg3: "Introdurre la patente a punti per chi fa tv". Deaglio: "Regime no, autoritarismo sì"

Occorre mobilitarsi per difendere servizio pubblico e democrazia. Lo afferma il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Paolo Serventi Longhi, dando la sua solidarieta' al presidente Annunziata e denunciando la Rai di Cattaneo ''in preda ad un furore censorio che non ha precedenti recenti nel mondo occidentale''. ''Sotto a chi tocca. Dopo Biagi e Santoro, Luttazzi e Sabina Guzzanti, dopo decine e decine di giornalisti, dirigenti, collaboratori cacciati, rimossi o discriminati, ora e' la volta di Enrico Deaglio - dice il segretario Fnsi - la Rai della maggioranza berlusconiana, di Flavio Cattaneo, e' in preda a un furore censorio che non ha precedenti recenti nel mondo occidentale. Basta una intervista sbagliata, una frase male interpretata, una critica anche indiretta al Governo e scattano gli accertamenti, la censura. Nella migliore delle ipotesi arrivano i provvedimenti disciplinari, nella peggiore si viene cacciati. In questo clima invivibile Lucia Annunziata cerca di svolgere quel ruolo di garanzia che i presidenti delle Camere le hanno affidato. Ma l'onesta' intellettuale del presidente, a cui va la solidarieta' della Fnsi, non basta. Non basta che Annunziata rifiuti di avallare sceneggiate come quella di Milano sul digitale e l'attacco continuo all'autonomia dei giornalisti. Occorre una mobilitazione straordinaria di tutti coloro che hanno a cuore il presente e il futuro del servizio pubblico e la democrazia''. (ANSA). ''Il Direttore Generale Flavio Cattaneo, anche se ricopre da pochi mesi l'incarico, sta facendo di tutto per guadagnarsi la palma del dirigente piu' asservito della storia Rai''. Lo sostiene il segretario Usigrai Roberto Natale, a proposito del caso Deaglio. ''I 50 anni del servizio pubblico - continua Natale - vengono sporcati dall'ennesimo atto di censura. A Sabina Guzzanti si imputava di fare informazione negli spazi deputati alla satira. Ad Enrico Deaglio si imputa di fare informazione negli spazi dell'informazione: di parlare cioe' dei temi di cui si puo' leggere su alcuni quotidiani ma che agli spettatori della Rai devono essere negati. I giornalisti del servizio pubblico non accetteranno che il panorama dell'informazione fornita dalla Rai subisca un ulteriore impoverimento. Lucia Annunziata ha detto parole chiare a difesa dell'autonomia del giornalismo. Vogliamo capire se gli altri consiglieri abbiano la volonta' di affrontare una pubblica discussione con chi lavora in azienda sulla liberta' e il pluralismo che devono caratterizzare l'offerta della Rai, o se intendano seguire il Direttore generale in questa vocazione censoria''.(ANSA). Mettere ''sotto controllo'' tutta la programmazione Rai e ''introdurre la trasmissione a punti'', per esempio ''intervista al direttore dell'Economist, meno due punti, servizio sul conflitto di interessi, meno cinque, e a meno dieci si chiude''. E' l'invito-provocazione che arriva alla Rai da parte del cdr del Tg3, dopo il caso Deaglio. ''Apprendiamo che la direzione generale della Rai - si legge in una nota del cdr della testata - ha avviato una procedura per mettere sotto controllo la trasmissione di Enrico Deaglio 'L'elmo di Scipio'. Sotto accusa un'intervista con il direttore dell'Economist, tra le piu' diffuse e autorevoli riviste del mondo. Una decisione che ha il merito di mettere le cose in chiaro: e' ora di finirla con l'anacronistico e illusorio mito dell'autonomia e liberta' dell'informazione, che incoraggia il giornalista a comportarsi in modo pericoloso per se' e per gli altri''. ''Evidentemente - continua la nota - i tanti casi simili (basti pensare a Enzo Biagi o Michele Santoro) non hanno insegnato niente. Karl Popper scrisse che a chi fa televisione dovrebbe essere rilasciata una patente. Non e' vissuto abbastanza, purtroppo, per specificare che dovrebbe essere rilasciata dalla prefettura o altro ufficio governativo. Ma la Rai proiettata verso il futuro marcia sulle orme del grande filosofo liberale. Invitiamo dunque l'azienda a mettere sotto controllo non solo 'L'elmo di Scipio', ma tutta la programmazione Rai, e introdurre la trasmissione a punti: intervista al direttore dell'Economist, meno due punti, servizio sul conflitto di interessi, meno cinque, e a meno dieci si chiude. Regole chiare e certe, si sa - conclude il cdr del Tg3 - sono la base della democrazia''. (ANSA). "Un regime come ai tempi del fascismo no, ma esistono 'tutti gli aspetti dell' autoritarismo, dell'intimidazione": lo dice, a proposito del caso sollevato dalla puntata del suo 'Elmo di Scipio', Enrico Deaglio intervistato da Loris Mazzetti per il sito dell'associazione Articolo 21. Deaglio ricorda che il tema della trasmissione era proprio il concetto di regime: ''era proprio questo il tema della trasmissione, che forse non Š stato esplicitato del tutto: un po' di regime - sostiene Deaglio - c'e' in Italia. Se noi intendiamo regime come quello del passato, quello fascista, dove non potevi scrivere su di un giornale perchè‚ ti censuravano, ti davano le botte sotto casa e ti mandavano al confino, non è così. Pero' - precisa - esistono tutti gli aspetti dell'autoritarismo, dell'intimidazione e in questa storia si sono visti''. Deaglio torna anche sulla conferenza stampa di fine anno di Silvio Berlusconi e sul botta e risposta con la giornalista dell'Unita': ''Ma e' mai possibile che durante la conferenza stampa di fine anno - si chiede Deaglio - alla risposta di Berlusconi data alla giornalista de L'Unità - 'si vergogni lei che scrive per quel giornale' - nessun membro della categoria abbia reagito, sarebbe stato doveroso che tutti i giornalisti presenti si fossero alzati per abbandonare la sala dicendo 'la conferenza stampa se la faccia da solo'''. (ANSA).

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