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Fnsi 17 Feb 2004

Rai, Comanducci: "Sulla questione precari, il sindacato ha respinto l'offerta dell'azienda" Natale (Usigrai): "Comanducci dimentica che sempre più precari si rivolgono alla magistratura" Cdr Rainews 24: "Respingiamo ogni contratto fuori dal

Rai, Comanducci: "Sulla questione precari, il sindacato ha respinto l'offerta dell'azienda"Natale (Usigrai): "Comanducci dimentica che sempre più precari si rivolgono alla magistratura"Cdr Rainews 24: "Respingiamo ogni contratto fuori dalle regole"

Rai, Comanducci: "Sulla questione precari,
il sindacato ha respinto l'offerta dell'azienda"
Natale (Usigrai): "Comanducci dimentica che sempre più precari si rivolgono alla magistratura"
Cdr Rainews 24: "Respingiamo ogni contratto fuori dalle regole"

La Rai e' ''fiduciosa'' sulla possibilita' di trovare una soluzione sulla questione dei precari. A sottolinearlo, davanti ai Parlamentari della Vigilanza Rai, e' stato il responsabile delle risorse umane di Viale Mazzini. Che ha ribadito: la proposta di accordo avanzata un anno fa dall'azienda, e respinta dal sindacato per quanto riguarda il precariato giornalistico, ''e' l'unica di cui l'azienda puo' assumersi la responsabilita' ''. Convocato per fare chiarezza sull'annoso problema del precariato nell'azienda di Servizio Pubblico, il direttore dell'ufficio del personale si e' presentato a San Macuto con una relazione di 12 cartelle. In cui ripercorre tutta la storia del precariato della radio tv pubblica, enumerando accordi stipulati ma anche gli sforzi e le 'rinunce' fatte dall'azienda per la tutela dei precari. Fino alla proposta del luglio 2003 rifiutata dall'Usigrai per il precariato giornalistico. La premessa per spiegare come mai la Rai ha fatto da sempre un cosi' forte ricorso ai precari (''oltre 30mila collaboratori esterni immatricolati in tutta la storia della radio e della tv''): ''Il rilevante ricorso alla contrattazione a tempo determinato - ha detto - trae le sue radici dalla specificita' del prodotto Rai, per la realizzazione del quale e' essenziale la scelta di professionalita' adatte e fungibili per ogni singola produzione''. Perche' servono continuamente competenze specifiche, quindi. Ma perche' ''per la mission Rai'', secondo Comanducci, sono ugualmente necessari ''rinnovamento, freschezza ideativa, rispetto del pluralismo''. Oltre a questioni di ''razionalita' ed economicita' '' legate alla ''caratteristica stagionale di alcuni prodotti'' (come dire: se un programma dura 8 mesi, che senso ha assumere a tempo indeterminato?). Premesse a parte, ha sostenuto il funzionario, l'azienda negli anni ''ha dimostrato un grande impegno'' per la tutela dei precari. Stipulando una serie di accordi (nella relazione il funzionario ricorda uno per uno quelli stipulati dal '92 ad oggi per i precari giornalisti). Ma anche accettando ''rinunce sul terreno della politica gestionale: come quando, ha ricordato, nel 2002 si rinuncio' ad un progetto di selezione per giornalisti, ''per nessun altro motivo se non quello di tutelare ancora di piu' i precari, che avrebbero viste ridotte le loro prospettive di accesso dagli idonei da selezione''. Oggi, secondo il responsabile delle Risorse Umane, i precari che rientrano nei cosiddetti 'bacini' (ovvero quelli in un certo modo piu' riconosciuti) sono circa 850. Di questi 220 giornalisti, 150 programmisti registi, 100 assistenti ai programmi, 400 tecnici. Un problema, ha assicurato, ''che l'azienda vuole affrontare alla radice''. Quanto allo specifico dei precari giornalisti: le trattative, ha ricordato, sono ferme ad una proposta avanzata dall'azienda nel luglio del 2003, rifiutata da sindacato. La proposta prevedeva la costituzione di un bacino di reperimento professionale nel quale far confluire i giornalisti maggiormente utilizzati, ai quali garantire stabilita' di occupazione per 4-5 anni (150 per le testate nazionali con garanzia di occupazione per non meno di 8-9 mesi per stagione produttiva; 70-80 unita' per le testate regionali). Condizione di accesso a questo bacino, ha spiegato Comanducci, l'impegno, ''senza rinunciare ad eventuali diritti maturati'', a non promuovere in quel periodo azioni di contenzioso nei confronti della Rai. Mentre, riguardo al profilo economico, la Rai si impegnava a riconoscere agli appartenenti al bacino ''in aggiunta al trattamento previsto per gli assunti con c.d. art.1 'depotenziato', un'ulteriore somma nonche' un importo fisso in luogo del premio di risultato''. Sempre da parte dell'azienda, si offriva la disponibilita' ad assumere ''non meno di 40 unita' a tempo indeterminato'' prese dai giornalisti del bacino nell'arco del biennio 2003-2005 (il numero di 40, ha precisato Comanducci, ''era da considerarsi come un minimo di garanzia, non necessariamente esaustivo delle richieste di organico''). Per il sindacato, che, ha riferito Comanducci , chiedeva un impegno per almeno 100 assunzioni, una proposta insufficiente. Per l'azienda, una proposta ''ragionevole'', ''che nei fatti presentava evidenti elementi di novita' '' oltre che coerente ''con il numero massimo di assunzioni che la Rai responsabilmente poteva impegnarsi a fare in previsione di un processo di riorganizzazione''. E a testimonianza della buona volonta', ha sottolineato, ''il fatto che poi in sette mesi dalla presentazione della proposta siano state assunte 25 persone. Oltre alla necessita' di tenere conto che nell'ultimo decennio gli organici Rai sono stati ''metodicamente ridotti'' (''dal '90 ad oggi -21% della forza lavoro, in particolare i dirigenti, che sono passati da 613 a 317) con la sola eccezione dei giornalisti, cresciuti del 16% (oltre 260 unita' in piu'). ''Se la proposta non fosse stata rifiutata e le trattative interrotte - ha concluso - alcune delle attuali difficolta' non si sarebbero verificate e molte questioni si sarebbero risolte''. (ANSA). Il Segretario dell'Usigrai, Roberto Natale, ha dichiarato: "E’ roseo il futuro dei precari tratteggiato oggi in Vigilanza dal Direttore delle risorse umane Rai e controfirmato dagli apprezzamenti dei commissari della maggioranza. C’è solo un dato che contrasta con questo spargimento di ottimismo: la crescita esponenziale del numero dei colleghi precari che scelgono di rivolgersi al magistrato per vedere riconosciuti i loro diritti. Come mai vanno in causa, se hanno di fronte un’azienda così pronta a dar loro garanzie? I complimenti pregiudiziali alla politica del personale Rai non reggono alla verifica più importante, che è quella dei diretti interessati: i giornalisti precari e quelli usciti dalle Scuole di giornalismo, che insieme al sindacato hanno giudicato assolutamente insufficienti le proposte aziendali; e che per di più hanno dovuto assistere ad alcune assunzioni decisamente fuori dalle regole. Se la Rai vuole realmente avviare a soluzione un fenomeno dalle dimensioni così rilevanti, deve mettere sul tavolo numeri più consistenti e regole meno aggirabili. Può farlo, se rinuncia agli ampi margini di discrezionalità che si è voluta fin qui riservare per scelte di carattere troppo spesso clientelare. Sono questi i temi che l’Usigrai e i rappresentanti dei colleghi a tempo determinato porteranno all’attenzione della Commissione di Vigilanza in occasione delle prossime audizioni". Il Cdr di Rainews24 in una nota ha puntualizzato «le posizioni espresse ieri dalla direzione risorse umane come risposta a un comunicato del Coordinamento Precari. Il tema è quello dei precari di testata. Spiegando la propria posizione -si legge- la Rai mette in evidenza il problema centrale che ci ha spinto a respingere l'ipotesi di stipulare contratti legati al decreto legislativo 368/2001: l'azienda chiede in quale punto del decreto sia esclusa l'applicazione del decreto per causali non previste dal Cnlg. Ed è proprio qui il punto». Il Cdr di Rainews24, d'intesa con l'Usigrai e con la Fnsi, «respinge con fermezza ogni tipo di contratto a termine regolato al di fuori delle causali espressamente previste dal Contratto nazionale». «L'art.3 del CNLG prevede un ampio raggio di possibilità per le aziende di stipulare contratti a termine, e il sindacato non ritiene necessario introdurne altre prima della trattativa per il nuovo contratto che, lo ricordiamo, si aprirà non prima del febbraio 2005». Strumentale e fuorviante, secondo il Cdr, «risulta invece il riferimento a quei contratti (sostituzione maternità e malattia, regolate da leggi dello stato e non da articoli del contratto) che necessariamente vengono stipulati in base al decreto in quanto esso ha abolito tutte le precedenti disposizioni di legge in materia». Per il Cdr di Rainews24 nell'audizione in commissione di vigilanza il direttore delle risorse umane della Rai, Gianfranco Comanducci, «non ha affatto chiarito la posizione dell'azienda nella trattativa sui 10 precari del canale all news della Rai. È falso -si legge in una nota- come invece ha affermato Comanducci, che sia stata chiesta l'assunzione immediata di 'tutti e dieci subitò. Al contrario, il Cdr ha da sempre responsabilmente parlato di un percorso verso la regolarizzazione dei colleghi a tempo determinato, come dimostrano le decine di comunicati inviati in questi mesi e le motivazioni dello sciopero del 13 gennaio». Secondo il Crd di Rainews24 «è semplicistico e fuorviante l'affermazione di Comanducci sulla proposta di 'prenderne otto per un annò. In realtà -spiega- la proposta aziendale prevedeva la stipula di contratti in base al decreto legislativo 368 del 2001, illegittimi per tutta la vigenza del CNLG e, dunque, fino alla sua scadenza prevista nel 2005. È sorprendente, infine, che Comanducci parli della concreta speranza di chiudere rapidamente un accordo sui precari e della necessità di dialogare con i sindacati quando, nel corso degli ultimi cinque mesi, ha rifiutato sistematicamente ogni confronto». «Basti pensare -prosegue il Cdr- che dallo sciopero di un mese fa non abbiamo ricevuto da parte aziendale il minimo segnale, a fronte di continue richieste di incontri e la palese disponibilità al confronto manifestata anche nei momenti più critici della nostra vertenza. Ancora una volta, la Rai mostra la sua doppia faccia: apparentemente disponibile al dialogo, in realtà decisa a utilizzare la flessibilità in modo tutt'altro che 'prudente e transitoriò proprio a partire da Rainews24, rischiando cosà di far naufragare una trattativa che, in realtà, non è mai davvero iniziata». (Adnkronos)

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