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Sindacale 22 Feb 2012

Rai e giornali: quanti sono i contratti irregolari? Necessità di indagare a fondo e a tutto campo

“Suscita unanime riprovazione e condanna la clausola anti maternità, inserita nei formulari convenzionali per prestazioni professionali autonome nella Rai, ma - se è vero che tale norma non è stata mai applicata – scandalo ancora più penetrante potrebbe essere un altro: ci sono collaborazioni pagate come prestazioni professionali che invece nascondono forme di lavoro subordinato? E’ questa la domanda che pone il Sindacato dei giornalisti alla Rai e a tutte le aziende editoriali ed è la domanda a cui sono chiamati a rispondere ispettorati del lavoro, carabinieri del lavoro, ispettori previdenziali.

“Suscita unanime riprovazione e condanna la clausola anti maternità, inserita nei formulari convenzionali per prestazioni professionali autonome nella Rai, ma - se è vero che tale norma non è stata mai applicata – scandalo ancora più penetrante potrebbe essere un altro: ci sono collaborazioni pagate come prestazioni professionali che invece nascondono forme di lavoro subordinato? E’ questa la domanda che pone il Sindacato dei giornalisti alla Rai e a tutte le aziende editoriali ed è la domanda a cui sono chiamati a rispondere ispettorati del lavoro, carabinieri del lavoro, ispettori previdenziali.

Il Sindacato dei giornalisti Rai (l’Usigrai) con la Fnsi ha da tempo fatto chiarezza sul precariato di categoria, prevedendo solo contratti di lavoro dipendente per i giornalisti impiegati a termine nelle testate e bacini di stabilizzazione per chi, così, è diventato precario. Molto più complicato ottenere un analogo risultato nei giornali, dove accertare i contratti autonomi di necessità che nascondono il lavoro dipendente ed esigerne la trasformazione è un processo che incontra generalmente minore collaborazione nell’attività di trasparenza.
Un fenomeno simile si registra nelle reti Rai,  dove al Sindacato dei Giornalisti non è riconosciuto il sostanziale diritto di rappresentanza poiché la gran parte dei professionisti impiegati per le trasmissioni di approfondimento o del cosiddetto infotainment viene generalmente inquadrata sotto altre forme di lavoro autonomo (autori, programmisti ecc.). Ora la Rai fa sapere che sarà immediatamente rimossa la clausola sulla maternità degli “autonomi”. E’ una buona cosa, un elemento di scandalo finalmente cancellato, ma restano in profondità i gravi problemi denunciati.
L’urgenza - dopo tanti proclami degli ultimi tre Governi, compreso quello in carica – è quella di una legislazione che tuteli i diritti sociali e della maternità di tutti i lavoratori, a prescindere dalla condizione contrattuale con la quale operano per scelta o perché costretti. Il Governo batta un colpo chiaro al più presto in questo senso.
Per la Fnsi questi non sono temi di una sola stagione di dichiarazioni stampa ma di attività permanente – nonostante alcuni insuccessi causati dall’ottusità anche di quella parte di mondo industriale che ipocritamente si indigna – e perciò il Sindacato dei giornalisti continuerà ad incalzare le controparti editoriali tutte ( non solo la Rai), per la correttezza dei contratti di lavoro e per la dignità piena, non solo formale, dei rapporti di lavoro autonomo, per i quali resta necessaria comunque una legislazione che non consenta equivoci.
E intanto, a fronte delle denunce pubbliche che girano su tutti gli strumenti di comunicazione, gli organismi ispettivi di vigilanza vadano a fondo senza indugi”. CPO FNSI: BASTA CON CLAUSOLE DISCRIMINATORIE
"Stupisce e indigna, nel momento in cui l'Italia scopre la ricchezza derivante dal lavoro femminile, la clausola vessatoria dei contratti a partita Iva della Rai che consentirebbe di mandare a casa le donne in gravidanza e i malati. In questi giorni fioriscono interessanti ricerche, Cnel, Banca d'Italia, Ocse, su come il lavoro femminile sia in grado di muovere l'economia ma, evidentemente, questa semplice realtà non è arrivata all'orecchio dei vertici amministrativi della tv pubblica. Giustificarsi dicendo che ai collaboratori non si applica lo Statuto dei lavoratori è addirittura odioso, quando i contratti di collaborazione nascondono un vero e proprio rapporto di lavoro subordinato.
La Commissione pari opportunità della Fnsi, convinta che soltanto attraverso un reale rispetto del lavoro e dei diritti si possa giovare al mercato, è vicina alle colleghe messe a rischio per una scelta, quella della maternità, legittima e privata e chiede che la clausola venga immediatamente cancellata dai contratti, nel rispetto dei diritti più elementari della persona”.

@fnsisocial

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