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Fnsi 05 Gen 2005

Tv, Diaco si dimette da Sky Tg24 per incomprensioni con il direttore Carelli. Il conduttore: "Non ho avuto garanzie sulla libertà del mio lavoro". Cdr Sky Tg24: "Non getti discredito sul lavoro della redazione". Il fiduciario dei corrispondenti: "B

Tv, Diaco si dimette da Sky Tg24 per incomprensioni con il direttore Carelli. Il conduttore: "Non ho avuto garanzie sulla libertà del mio lavoro". Cdr Sky Tg24: "Non getti discredito sul lavoro della redazione". Il fiduciario dei corrispondenti: "Basta con i capricci, se vuole andarsene, se ne vada"

Tv, Diaco si dimette da Sky Tg24 per incomprensioni con il direttore Carelli. Il conduttore: "Non ho avuto garanzie sulla libertà del mio lavoro". Cdr Sky Tg24: "Non getti discredito sul lavoro della redazione". Il fiduciario dei corrispondenti: "Basta con i capricci, se vuole andarsene, se ne vada"

«Con una lettera alla direzione e all'azienda ho rassegnato poco fa le mie dimissioni perchè non ho ricevuto, come da mia richiesta, garanzie immediate rispetto alla libertà del mio lavoro». Lo annuncia il conduttore Pierluigi Diaco, motivando così il suo addio a Sky Tg24, la tv all news di Rupert Murdoch. «Per forti incomprensioni con la direzione di Sky Tg24 - spiega in una nota il conduttore di 'C'è Diacò - la mia trasmissione di questo pomeriggio è stata sospesa. Non è la prima volta che accade: la cosa si è già verificata in pochissime altre occasioni nei mesi scorsi. Oggi con la mia redazione avevamo intenzione di occuparci del caso Napoli, della visita del Capo dello Stato a Scampia e del proseguimento tragico della guerra di camorra. Mi è stato impedito con un invito da parte della direzione ad occuparmi di temi stabiliti dalla stessa. Ho dato ampia disponibilità a trattare il tema richiestomi dalla direzione del canale, come del resto ha testimoniato la puntata andata in onda ieri. Ma la mia trasmissione si è sempre contraddistinta per delle scelte anche controcorrente e per un taglio originale e personalissimo dei temi da trattare». «Da tempo - continua Diaco - pur essendo Sky un'azienda seria e sana e pur avendo io con i suoi dirigenti un rapporto di estrema collaborazione, sono stato privato da parte della direzione di Sky Tg24 di quelle fondamentali e imprescindibili libertà e autonomie che hanno sempre caratterizzato la scelta degli argomenti e degli ospiti della trasmissione. Si tratta di un attacco alla mia professionalità - conclude - che non posso in alcun modo accettare». (ANSA). Il Comitato di Redazione denuncia in un comunicato «con fermezza il tentativo di gettare discredito sul telegiornale di Sky Tg 24 da parte di un collaboratore del Telegiornale, Pierluigi Diaco». «A Diaco - ricostruisce il Cdr - era stata affidata una trasmissione di approfondimento del Telegiornale di Sky. Dimettendosi autonomamente, Diaco ha accusato Sky Tg 24 di averlo privato di fondamentali e imprescindibili libertà e autonomie. In realtà, Diaco ha sempre goduto, come testimoniano anche i giornalisti della sua redazione, la massima autonomia per gestire la trasmissione. In questa occasione la direzione, dalla quale la trasmissione dipende, aveva chiesto a Diaco di attenersi alla linea scelta dal telegiornale in questi giorni, e di dedicare la puntata di oggi alle vittime del maremoto nel Sud Est Asiatico». «Diaco invece - prosegue la nota - voleva farla su un argomento da lui già scelto, e non si è presentato all'inizio della trasmissione odierna, creando un forte disagio tra i colleghi, che hanno improvvisamente dovuto coprire con telegiornali in diretta la sua mancanza». Il Comitato di Redazione di Sky Tg 24 ribadisce che «il Telegiornale - il primo tentativo in Italia di fare un telegiornale 24 ore su 24, con all'interno approfondimenti giornalistici - gode della massima libertà e autonomia, che mai si è verificato in oltre un anno di vita un caso di censura giornalistica su nessun servizio, che la Direzione ha sempre garantito a tutti, giornalisti e collaboratori, la massima autonomia professionale». Il Comitato di Redazione di Sky Tg 24, conclude la nota, «diffida chiunque dallo screditare, per fini personali o per ingenua adesione a una versione dei fatti non rispondente a realtà, il lavoro che con grande fatica e dedizione quasi 100 giornalisti stanno compiendo per dare un servizio di informazione completo, esaustivo, indipendente e libero». (ANSA). Paolo Chiariello, fiduciario dei corrispondenti di Sky tg 24, denuncia «con fermezza questa pratica insopportabile, soprattutto da parte del collaboratore Pierluigi Diaco, di richiamare a vanvera l'autonomia e la libertà d'informazione, virtù che ha praticato a giorni alterni nella redazione». Nella redazione - ha sottolineato - «che il direttore gli ha messo a disposizione per fare un buon programma di approfondimento, ogniqualvolta non si riesce ad esaudire un proprio desiderio o assecondare l'ultimo capriccio». «Quanto alle supposte limitazioni di libertà denunciate da Diaco, fa sorridere che le imputi proprio al direttore Carelli, che forse - ha aggiunto il fiduciario dei corrispondenti - gli ha consentito troppo troppe volte, pur di fargli confezionare un prodotto di qualità. E' dunque ingiusto e ingeneroso questo atteggiamento di Diaco, che avrebbe potuto con maggiore onestà andarsene (ove mai volesse farlo per davvero) dove forse ha già trovato una collocazione piuttosto che chiedere solidarietà un tanto al chilo a chi ha ripetutamente invitato in trasmissione». «Così - ha proseguito Chiariello - rischia solo di gettare discredito su Sky Tg24, che resta un esempio di libertà per i giornalisti che vi lavorano, proprio perchè c'è un direttore come Carelli che questa libertà la garantisce a tutti i giornalisti. Quindi, se Diaco vuole andarsene, si accomodi, ma la smetta di parlare a sproposito e di fare il capriccioso. Un consiglio: se proprio vuole diventare un buon professionista, e credo che ne abbia stoffa e possibilità, cominci a rispettare i colleghi giornalisti che lavorano con lui e a osservare un elementare principio in questo mestiere: le decisioni di un direttore non sono verbo, si discutono, ma poi si rispettano. Anche se si ritengono sbagliate. Non si possono sempre assecondare i capricci di questo o quel giornalista... altrimenti altro che libertà e autonomia, sarebbe anarchia». (ANSA).

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