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Mafia 08 Mag 2013

"Dalle mafie ci si libera con l'informazione libera e puntuale"

“Le giornate della memoria – in programma oggi e domani a Cinisi - in ricordo di Peppino Impastato, il giornalista ucciso dalla mafia il 9 maggio di 35 anni fa sono anche un monito permanente di legalità per un’ informazione che ha bisogno  di poter rompere  i muri del  silenzio  eretti con  minacce, intimidazioni e attentati delle mafie e della malavita organizzata.  La Giunta Esecutiva della Federazione della Stampa riunita oggi a Roma ha ricordato con commozione il sacrifico della vita di Peppino Impastato collegandosi idealmente alle manifestazioni in corso a Cinisi. Dalle mafie ci si libera anche con una informazione libera e puntuale, fatta da testimoni  di verità che così sono attori di legalità sostanziale e convivenza civile.

“Le giornate della memoria – in programma oggi e domani a Cinisi - in ricordo di Peppino Impastato, il giornalista ucciso dalla mafia il 9 maggio di 35 anni fa sono anche un monito permanente di legalità per un’ informazione che ha bisogno  di poter rompere  i muri del  silenzio  eretti con  minacce, intimidazioni e attentati delle mafie e della malavita organizzata.  La Giunta Esecutiva della Federazione della Stampa riunita oggi a Roma ha ricordato con commozione il sacrifico della vita di Peppino Impastato collegandosi idealmente alle manifestazioni in corso a Cinisi. Dalle mafie ci si libera anche con una informazione libera e puntuale, fatta da testimoni  di verità che così sono attori di legalità sostanziale e convivenza civile.

La conoscenza dei fatti, lo spirito critico e l’alimentazione del confronto pubblico animati da una stampa libera sono una difesa civile, un vero anticorpo rispetto alle mafie di qualsiasi genere. La Giunta della Federazione nazionale delle stampa è perciò vicina a tutti i colleghi che operano tra mille rischi nelle aree di frontiera, lontano dai riflettori e dalle protezioni di una fama raggiunta che ancora oggi per assicurare questo prezioso bene pubblico, il diritto dei cittadini all’informazione corrono rischi per la serenità delle proprie famiglie e vivono spesso nella precarietà del posto di lavoro”.

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