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Osservatorio sui media 03 Ago 2005

“Giornalisti per caso”, polemiche a Londra su uso immagini amatoriali dopo attentati

Duro attacco dei membri del Chartered Institute of Journalists nei confronti dei media britannici, a causa dell’uso di immagini amatoriali in relazione ai servizi giornalistici sugli attentati del 7 e 21 luglio.

Duro attacco dei membri del Chartered Institute of Journalists nei confronti dei media britannici, a causa dell’uso di immagini amatoriali in relazione ai servizi giornalistici sugli attentati del 7 e 21 luglio.

(Astro9colonne) - Londra, 3 ago - Duro attacco dei membri del Chartered Institute of Journalists nei confronti dei media britannici, a causa dell’uso di immagini amatoriali in relazione ai servizi giornalistici sugli attentati del 7 e 21 luglio. Il prestigioso istituto, nato a Londra nel 1897 e tra le più importanti organizzazioni giornalistiche della Gran Bretagna, ha definito “pericoloso”, “irresponsabile” e “totalmente inaccettabile” l’indiscriminato uso di immagini amatoriali registrate da telefoni cellulari nell’ambito di servizi televisivi. L’istituto, che si rivolge in primo luogo al canale London News Tonight, sostiene che “i regolari appelli al pubblico affinché invii immagini in tempo reale dai propri telefoni cellulari sono contrari alle fondamentali regole del giornalismo”. Il CIoJ denuncia quanti hanno fatto uso delle riprese di Londra nei momenti degli attentati e sottolinea che, anche in futuro, il ricorso a queste immagini “potrebbe rivelarsi pericoloso per i cittadini invitati a fare i giornalisti per caso. Cosa succederebbe - incalza l’istituto - se uno dei reporter improvvisati rimanesse gravemente ferito dopo essersi esposto a pericoli inutili per il solo gusto di andare in tv?”. Alcuni canali televisivi hanno lanciato nei giorni scorsi l’invito a “far parte dell’eccitante mondo dell’informazione”: l’istituto dei giornalisti si domanda cosa ci sia di “eccitante” nell’esporsi a rischi per esercitare una professione che richiede competenze e preparazione. Il CIoJ contesta inoltre la dichiarazione, da parte degli stessi media, che “nessun compenso o diritto d’autore potrà essere richiesto per le immagini inviate”: per l’istituto questa affermazione “aggiunge al danno la beffa, permettendo ai media di lucrare e trarre enormi profitti dal lavoro altrui, senza peraltro fornire una ricompensa”. A chi contesta i timori del Chartered Institute ritenendoli eccessivi, i giornalisti dell’organizzazione replicano: “Se il nostro vi sembra allarmismo, ricordate che due fotografi hanno recentemente perso la vita a Londra mentre tentavano di ottenere immagini esclusive, da soli. Uno è morto in seguito all’esplosione di una bomba lanciata da membri dell’IRA, l’altro nel corso di scontri a Brixton”. Dopo le critiche, un appello diretto alla popolazione: “Noi, membri del Chartered Institute of Journalists, raccomandiamo che i non professionisti non inviino materiale alle compagnie televisive, che continuano a denigrare il lavoro dei fotografi, professionisti e non”.

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